domenica 25 dicembre 2011

Il peggio di me...

L'inizio di una storia, è sempre caratterizzato da uno stato di rincretinimento, che fa ostentare una paresi facciale, ed un sorriso smagliante, ci porta ad essere gentili, e dare e far vedere solo ed esclusivamente il meglio di noi.
Ed il peggio? dove è in quei momenti il nostro lato oscuro, la parte nera che abbiamo nascosto tra un sorriso e l'altro, tra un dolcissimo abbraccio ed un morbido bacio? Dato per assunto che si conquisti con il "meglio di noi", quando il peggio, esce fuori, piacerà al conquistato, o la persona che ci sta accanto adorerà solo la parte positiva, sperando che la negativa non esca mai dal nostro corpicino?

Ti piacerà quando mi vedrai urlare, quando ad una tua semplice frase, che fraintenderò, inizierò a irrigidirmi, trasformando il mio viso da dolce ad arcigno in 3 millesimi di secondo? Stringendo la mia bocca e portando il muso in avanti, chiudedo leggermente gli occhi, e divaricando le narici, in quei 3 secondi di "silenzio" che precederanno una tempesta senza euguali?

Ti piacerà quando, vorrai spiegarmi e io ripeterò "non mi riguarda", ad un tono di voce crescente ad ogni ripetizione? Ti piacerò, quando magari mi chiamerai per consolarmi, e io sarò così fredda da farti dubitare che il motivo per il quale non parlo sei tu?

Ti piacerà quando la penserò diversamente da te, quando cambierò in auto la tua musica preferita, quando ti proibirò di prendere qualcosa al ristorante perchè a me non piace, quando ti obbligherò a vedere un film strappalacrime al cinema, e quando mi rifiuterò categoricamente di vederne uno che a me non piace, e tu dirai " ma io sono venuto al tuo", e io ti dirò "perchè quello era bello", non dandoti spiegazioni logiche!

Ti piacerà quando mi vedrai triste, in silenzio, senza voglia di parlare, quando mi chiuderò in quei silenzi che pochi conoscono, e non ti sembrerò più la persona dinamica e spiritosa che credi?

Dove va a finire il peggio di noi, quando le persone che ci piacciono lo scoprono? Che se ne fanno di quel peggio?

Il peggio di una Principessa cosa è?

venerdì 23 dicembre 2011

Regali di Natale

"La tristezza muove gli scrittori", così ho spesso sentito dire, e forse è per questo, che più volte mi sono messa a scrivere in questi giorni, ma non ne ho cavato niente di buono, o forse perchè quello che scrivevo, non potevo renderlo noto, perchè non volevo essere scoperta.
Saranno le luci di questa festa, che pensavo quest'anno non riuscisse a coinvolgermi, ma sono "spensierata", come non lo ero da tanto di quel tempo, e soprattutto a Natale.
Cosa è un regalo?
Venale, penserete voi, per voler affrontare quest'argomento, ma così non è.
Adoro le sorprese, non voglio indizi, non voglio conferme, quando si tratta di un mio regalo, voglio scartare in fretta e furia, per poi fermarmi appena prima a sbirciare, prolungando di qualche millesimo di secondo l'attesa, e voglio restare senza fiato.
Questo voglio da un regalo, che sia grandissimo, o piccolino, voglio poter sentire la carta che si strappa, e capire se la persona che me lo ha fatto, sa rendermi felice, anche con un semplice pensiero.
Ci sono regali, che per convenzione, dobbiamo fare, che prendiamo velocemente, in un grande magazzino, con una confezione omologata a altre 300, altri invece, forse i meno magici e i più utili però.
Poi ci sono quelli che prendi d'improvviso, e in genere sono per le persone a cui tieni di più, vedi e dici, non mi importa, è il regalo perfetto, poi ci sono quelli a cui pensi, perchè vuoi che abbiano un significato, che vuoi che ti rappresantino, perchè vuoi fare sapere che ci hai pensato, e ci pensi.
Ci sono cose, che da una scatola, ti sollevano via da mille dubbi, ti levano ogni amaro in bocca, e mentre Venditti canta "Regali di Natale", sono felice, perchè io non avrei pensato di meglio, e forse non avrei voluto di meglio, anzi credo sicuro.
Adesso la mia canzone di Natale preferita, "All I want for Xmas", versione di Bublè un po' strana, e penso alla frase che mi canto sempre "I just gonna keep on waiting, underneath the mistletoe..", e penso che non sto aspettando, non quest'anno!
Vorrei dire, descrivere tante di quelle cose, e frenarmi adesso è difficile. Delle volte, le tue opinioni cambiano, per fortuna, delle volte, dal nulla, nasce qualcosa di inaspettato, della volte, ricevi il più bel regalo di Natale!

PS I piedi della Principessa sono sempre nudi, ma parecchio più caldi adesso.. ;) e mi scuso per il pezzo del tutto sconclusionato, ma per il momento accontentatevi... e siate felici per me.

venerdì 9 dicembre 2011

ODIO

Odio l'idea di svegliarmi nel cuore della notte, con i battiti a 2000, prendere di scatto il cellulare, e controllare che tutto sia apposto.
Odio dovermi preoccupare, odio l'ansia che mi mette addosso, odio il fatto che, se ci si pensa a dovere, non è di mia competenza.
Odio dover rassicurare per un "qualcosa", quando per me quel "qualcosa" è stato ovvio, dal primo attimo. Odio non riuscire a capire, cosa mi spinge, ancora, a pensare. Odio non poter far niente per agire, per dare uno scossone, un pugno, una pedata, un qualsiasi segnale forte, e indelebile che dia prova della concretezza delle mie parole.
Sono stanca di aver abbandonato totalmente il mio egoismo, e di cercare di contestualizzare un rapporto.
Vorrei regalare i miei occhi, il mio sguardo, i miei pensieri, se solo ciò servisse, a ridare fiducia.
Ma chiedere, a me, questa fiducia, non serve, perchè poi non viene presa sul serio. Io posso dire un MILIONE di cose meravigliose, ma poi ne basta una sola per far arrivare i pensieri cupi.
Io sono stanca, e di lacrime, in silenzio, senza che nessuno le avesse mai mai viste, ne ho versate troppe. E Se qualcuno dovesse dirmi "Principessa perchè piangi?", Io non avrei risposta...

giovedì 1 dicembre 2011

Ritornello

E per caso, oggi, dopo tanto tempo, ritorno a sentire quella frase.
Frase che mi pietrifica, che mi fa restare incollata alla sedia su cui sto, che mi ricorda che "rischiare", non è la cosa giusta da fare, perchè la fine è sempre, sempre uguale.
Quel ritornello, che ho sentito la prima volta 6 anni addietro, che sentì poi in quella notte di marzo 2008, e poi di recente. Fa male come un pugnale, che arriva da dietro che ti squarcia e ti punisce anche se tu non hai colpe, perchè sei perfetta, e non sei tu a dirlo, ma chi ami.
Ed è per questo motivo che rimarrò, per molto altro tempo ancora incollata a questa sedia, perchè non voglio essere nè giusta, nè perfetta, perchè non riesco a tollerarlo più. Perchè penso che adesso è tutto passato, ma risentire quella frase, quella maledetta, stupida, vigliacca frase, mi sciocca, e sempre lo farà, e  quella sensazione di "non aver fatto nulla di sbagliato", resterà per sempre la mia croce più grande.
Voglio sbagliare, voglio poterlo fare, voglio per una volta dire "è colpa mia", o forse voglio che questa frase "la persona giusta", non venga mai, mai e ancora mai più detta!

mercoledì 30 novembre 2011

Corteggiare

Ricordo precisamente quel giorno in cui pensai "forse si usa ancora corteggiare una ragazza".
Riflettendoci credo, che certe cose, per fortuna, ogni tanto riappaiono, certi modi desueti, facciano capolino nella tua vita, quasi a ricordarti, che forse le buone e vecchie maniere ci stanno ancora.

In un mondo completamente globalizzato, virtualizzato, forse corteggiare è difficile, è difficile proprio perchè troppo semplice. Prima si chiedeva un numero di telefono, adesso un contatto skype, e magari ci si scrive, piuttosto che sentire la voce. E' più semplice, meno imbarazzante e per questo credo, risulti difficile, ad un certo punto, quale sia il corteggiamento, e quale no.

E noi donne saremmo in grado di sostenerlo un corteggiamento vecchio stile? Un messaggio a settimana, un invito a cena, e niente notizie tra l'una e l'altra cosa? O ormai siamo troppo abituate a seguire,fb, twitter (per altro demoniaco), eventuali blog, per aver notizie dello psuedo corteggiatore?

Forse vorrei ricevere una di quelle letterine, col profumo di carta e biro, un francobollo, e dei pensieri, privati, solo miei, da leggere e rileggere, anche quando la connessione non c'è, tirarli fuori da un comodino e leggerli.

Un giorno questa principessa, riceverà un fiore a casa o un semplice twitt???

Notte blogghettari, con sto freddo i miei piedi nudi sentono freddo, meglio stare sotto le coperte.
Goodnight

Chiaruzza

martedì 29 novembre 2011

The Long Long road to...

I viaggi in auto, o in modo, per autostrade o strade di campagna, sono spesso, motivo di riflessioni, di fantasie, speranze e molto altro ed è per questo motivo, che consiglio la lettura di questo blog, introspettivo e scritto con il cuore a più mani... Del resto se "una principessa a piedi nudi" esiste, è anche merito di questo blog.
http://thelonglongroadto.blogspot.com/

ps. Al momento ho censurato molti post, e sto un po' in crisi,....ma torno presto, magari con qualche bella notizia ;)

giovedì 17 novembre 2011

Bugia

Una bugia, quello che è successo,è stata una bugia. Tanti momenti, parole, emozioni, forse però sono bugie?
Come bugiarda, credo, fosse quell'acqua che scorreva sotto di noi nera, il buio, evidentemente, nascondeva tutto il suo essere torbida, acqua che scorrevi sotto di noi, io non ti conoscevo e mi sono fidata, bugiarda tu e stupida io, che avrei solo dovuto fidarmi della mia di acqua, del mio di mare. Luna anche tu eri bugiarda, tu che riflettevi due sorrisi, tu che mi dicevi di andare, da un'altra prospettiva avresti, sicuramente mostrato il tuo ghigno, e non ci si può fidare della luna, Lei cambia, oggi è piena, domani no.
Quei passi, un valzer, abbozzato e finto, proprio perchè incompleto, anche tu valzer eri bugiardo, e inebriavi la mia testa, ed il mio equilibrio, difficilmente ristabilito, i miei passi incerti su quel tacco, diventavano sicuri, e per quello bugiardi.
Una bugia quell'abbraccio, stretto e bugiardo, a legarti per non farti scoprire la tua bugia, e voi braccia che mi avete tradita e abbandonata, come quell'acqua, quella luna, quei passi, vi siete resi complici, e avete cinto quell'abbraccio.
Collo tu che reggevi quella testa, che aveva recuperato la ragione, perchè ti sei inclinato? Collo anche tu bugiardo, hai abbandonato la volontà della tua testa, e senza la testa saresti solo un collo, solo un collo bugiardo.
Bocca e tu, di nuovo, hai creduto a quella bugia, e ti sei poggiata, bagnandoti come se stessi toccando quell'acqua bugiarda, illuminandoti di un riflesso come quella luna bugiarda, accompagnando i passi, le braccia e il collo, tu bocca, avevi detto che non sarebbe successo mai più, tu bocca l'hai ripetuto, urlato, sei stata bugiarda, o inebriata dal vino che ti aveva bagnata poco prima?
E voi occhi, forse solo voi, non mi avete tradita, perchè vi siete chiusi? Per non guardare questa combriccola di bugiardi, per rifiutarvi, o forse perchè, avete colto la bugia e ve ne siete bagnati come la bocca, e tutto quello che c'era attorno non valeva la pena di essere visto? Bastava forse per voi solo quello che la bocca sentiva? Se è così bugiardi pure voi.
Ma voi appartenete a me, bugiardi occhi, bugiarda bocca, bugiardo collo, bugiarde braccia, e bugiardi passi, e forse, allora, bugiarda IO, che ho creduto, di nuovo, alla bugia di quella favola.
Sì bugiarda Io

giovedì 10 novembre 2011

Ogni parte di me

Ogni parte di me, ogni cellula, fibra, muscolo, vena è proiettata verso quello che ogni essere umano, per quanto lo rifiuti, desidera.
Amore, ma io adesso preferisco dire AMARE. L'amore non è una cosa, è un verbo, è un'azione, richiede sforzi, passione, lacrime, sudore.
Amare significa lasciar andare, ne sono sempre più convinta, amare a senso unico non è sbagliato, anzi è ancora più difficile, perchè quel qualcuno non dividerà con te gli sforzi, e tu avrai amato di più.
Lasciar andare, e non per il detto "se torna sarà tuo per sempre", ma perchè non ci devono essere costrizioni in amore, e nell'amare la forza più grande è comprendere. Troppe finzioni ci circondano, per prescindere da ciò. Troppi amori facili, coppie di abitudine, convenzioni sociali.
Amare non è sempre facile, ma è comunque sorprendente, anche quando quel colpetto che abbiamo preso ci fa un po' male, amare non stanca, se è amore vero.
E non credo si ami una volta sola, ma credo si ami in maniera diversa, chi passa dalla nostra vita, chi rimane per anni e anni, chi per pochi istanti.
So amare? Sì io so amare, e l'ho dimostrato, e per questo, credo, potrò non pentirmi mai. Per amore, sono stata capace di gioire per notizie che mi avrebbero dovuto fare odiare. Ho esitato, versato delle lacrime, non sempre sono stata in grado di sorridere, ma ho rispettato il mio amore, custodendolo.
Spesso ho protetto quello che non poteva essere protetto, ho difeso quello che non poteva essere difeso, ho baciato una fotografia che doveva essere strappata.
Amo, e adesso che lo so rido, sorrido di nuovo, perchè mentire, in amore, non serve, mai.
Arrivano le conclusioni, i titoli di coda, le pellicole verranno dimenticate, ma di amore ne è passato tanto

You can't hurry love...

mercoledì 9 novembre 2011

Da Roma Sud a Roma Nord... GUIDO IO

Niente navigatore, 4 strade copiate da GoogleMaps, e mi avventuro, per posti di Roma che sinceramente non conosco per nulla, ma che dovrò conoscere.
Non ho molto tempo per pensare, dovendo stare attenta alle strade, ma purtroppo il turbinio, volente o nolente inizia, e lo riesco a fermare solo per guardare che stia prendendo la strada giusta.
Sarà stato allora il turbinio a farmi saltare la traversa che mi avrebbe portata a 200mt dalla destinazione e a farmi perdere per circa 10Km dai Parioli a Tor di Quinto?
Riesco a pure a vedere un cartello con la scritta ROMA e la linea trasversale rossa che indica la fine della città. O mio dio! Avevo le lacrime agli occhi, considerato che i cartelli dopo erano Cassia ss2, e A1 Firenze. Mi salva una pompa di benzina, con un figo in motorino che mi scorta fino a farmi ritrovare il percorso segnato, e poi un tassinaro eccezionale, che mi ha accompagnato fino al ponte Duca D'Aosta, perchè chissà dove ero altrimenti...
Il ritorno, coi mezzi, nell'ordine Tram, Metro, e Bus, della durata di 1h e 15 minuti, invece mi permette di fermarmi a pensare, ma sto agendo nel modo giusto?
C'è un modo giusto per affrontare questa cosa? Credo di no, non esiste, ma io? 
Io credo che questo sia l'unico modo, per finirla questa storia qui, per evitare di continuare ad abusare di questa droga, e quindi questa è l'overdose finale. E' un paradosso lo so bene, è  un paradosso grandissimo, e nessun essere umano con un normale cervello, l'avrebbe pensata, ma a mali estremi.
Un giorno, "Dio solo sa quando", finiremo, e la distanza avrà assolto il suo compito ingrato o forse questa volta grato. La cosa bella è che tra il turbinio, c'era anche quella promessa di una visita, e questo sì che mi fa sorridere tanto!
Perdersi, serve? Oggi forse no perchè mi ha fatto pranzare alle 4, ma in genere, si bisogna sempre perdersi per ritrovarsi.

martedì 8 novembre 2011

Nuova stanza...

Pensavo non sarei riuscita a chiudere occhio ieri sera.
Pensavo che un altro trasferimento, un'altra destabilizzazione mi avrebbe procurato pensieri.
Ero convinta, che l'idea di trovarmi un una nuova casa mi avrebbe comunque turbata, almeno la prima notte, mentre mi preparavo, pensavo a tutto quello che mi destabilizza per adesso, ad una partenza che vorrei arrivasse domani stesso, a che fare con l'Università, a gelosie sedate, al trasferimento del piccolo uomo di casa, pensavo ad una persona che vorrei vedere subito, a mia madre e mio padre tornati sposini, e potrei andare avanti per molto, invece, sotto le coperte, con la tv accesa,  mi sono sentita rilassata. Dopo tanto tempo!
Certo ho pensato, e le immagini che mi accompagnano, prima di prender sonno, sono passate, però velocemente, e tinte di rosa.
Una bella sensazione che mi ha accompagnata tutto il giorno, voglia di fare, di migliorare in tante cose, e nonostante, la pioggia battesse, sempre più forte, oggi era tutto soleggiato e ridente per me.
Mi sono svegliata bene, molto bene, adoro questa casa, mi rispecchia, sento di aver scelto bene.
Chiaruzza, Roma per questi ultimi giorni sarà ai tuoi piedi, sento che questa città mi darà quello che ancora non mi ha dato, sento che, questa volta, stare qui sarà il posto giusto, anche se mi mancano tante persone. Penso ai fine settimana di questo mese, che saranno costellati dalle persone che amo, o quanto meno da quello che amo fare, Leo, weekend relax in toscana con i miei, e la visita sperata delle mie gioie, e magari un'altra...
Esaltazione della Serenità o forse è questa la Felicità? Andare a dormire, e pensare che tutto è bello così, fare solo bei pensieri, guardare una foto e sorridere, e aver voglia di vedere subito una persona, ma gustare il sapore dell'attesa, il dolce sapore dell'attesa.
E adesso tra le miei coperte colorate, e la mia stanza rossa, con accanto un vocabolario che amo, mi addormento.

venerdì 4 novembre 2011

Una passione...

Nella mia petulanza, una cosa ho sempre amato, il palcoscenico, all'età di 6 anni, in primina, inscenai la soap opera "Topazio", facendo "partorire" un palloncino alla malcapitata compagnetta. Decantavo le favole a cena, in piedi sopra la panca, imitando toni di voce, e facendo più parti. Così forse era iniziata, quella passione. Recite alle scuole elementari, e quando capitava che non ero la protagonista, succedeva la tragedia, cosa che forse è successa solo una volta.
Poi in terza liceo la svolta, Edipo Re, ed una persona mi aprì gli occhi sul magico mondo del teatro, per la prima volta non vedevo soltanto una tragedia, ma ne facevo parte. Corifea, martoriata dalla peste, era quello il mio ruolo, tragico drammatico, dove mi "abbandonavo" a terra strisciando ed esprimendo il mio dolore. Le prove, le ore passate a preparare i costumi, il trucco, lo ricordo come uno dei periodi più belli, dove anche l'esame di maturità passava in secondo piano, quando c'erano le prove. Tutto girava intorno a quello spettacolo,a quelle lacrime di disperazione che dovevano uscire. E ricordo come uscirono bene, e come sembravano talmente reali che il nostro regista mi abbraccio, dicendo che c'ero riuscita. Poi iniziò l'università, e ricordo quel gennaio, il tentativo abortito di quel provino, quegli appunti di dizione, e continuare con le Nuvole, con il mio vecchio liceo, e la nostalgia avanzava, era tanta, troppa forse, per non aver fatto quello per il quale avrei dovuto combattere.
Poi ricordo, quell'estate una proposta, Tournè? Sì, sì e ancora sì! Pirandello in giro per la Sicilia, "Così è se vi Pare", dove il ruolo della petulante Dina, mi calzava a pennello. In giro per la Sicilia, alla scoperta delle Madonie, e di agriturismi a dirla tutta ;), con il mio vestito a fiori e quelle scarpette bianche, con l'insolenza di chi pensa di stare recitando nei migliori palchi del mondo.
Poi arrivo quel periodo, quello buio, quei tre anni che preferisco non ricordare, e di cui per fortuna, oggi ho pochi ricordi, dove abbandonai tutto, dove avere interessi e passioni non era ammesso.
Ricordo quel ruolo, Medea, che studiai a memoria, ricordo i copioni di tragedie greche, che leggevo ad alta voce, e sentivo, parola per parola dentro di me. Ricordo, un tentativo di mettere su una commediola moderna, con una compagnia di giovani, ma ricordo che l'inerzia ebbe il sopravvento.
Ricordo adesso, dopo qualche anno, di come provare, studiare mi animava, di come sentivo dentro qualcosa, e magari non ero così brava, come ho sempre pensato, ma mi sentivo viva. E come mi disse quella persona, che il teatro me l'ha fatto sentire, amare, e sperimentare, quella persona che non ti obbligava a recitare come voleva lui, ma che cercava di trovare quello che più calzasse a ciascuno di noi, lasciandoci scegliere, "perchè non ritorni, tu sapevi osare".
E mi passano i flash, di quelle decine di recital, che insieme abbiamo fatto, di quelle poesie decantate.
Non ha più senso ritornare adesso, ma è giusto ricordarti mia cara passione, perchè forse, è anche merito di questo fuoco, se sono come sono, e sinceramente non penso poi così male.
E allora ricorderò quella tebe insanguinata, dove strisciavo urlando, dove esisteva un mondo e un modo, per scacciare e vivere le paure diversamente. Dove Dina, poteva avere le guance rosse ed il vestito a fiori, e ridere spettegolando. Dove le poesie di Quasimodo, erano accompagnate da tristi note di una chitarra acustica.
Quel periodo è parte di me, ed anche una delle migliori...

giovedì 3 novembre 2011

Jane Austen

Dopo le favole, cosa ho amato di più da leggere? Cosa tengo da quando ne ho memoria sul mio comodino? Quale libro leggo una volta all'anno forse più?
Il mio vero manuale d'amore, Orgoglio e Pregiudizio, e con lui tutte le opere della mia adorata Jane. Troppo romantica?
Forse si, ma anche pragmatica, decisa, civettuola quanto basta. Come ci permettiamo di definire fiction, di adesso innovative, se conosciamo Jane? 
La mia idea di paradiso, è poter essere stesa su un prato inglese, leggermente bagnato, con una scatola di ciambelle, un Frappuccino, ed Orgoglio e Pregiudizio tra le mani, e leggere, leggere e leggere!!!
Il mio uomo ideale? Mr Darcy, che domande, uguale, deciso, forte, orgoglioso ma umile, che si sa abbandonare all'amore, per quanto io sia molto diversa da Lizzy, nel carattere, ma uguali nelle idee. Visitando l'Inghilterra, quello che mi emoziona di più, dopo Londra, è vedere quei posti che Jane descrive. 
Jane, la chiamo per nome, perchè sento di sentire quello che sentiva, quella che è la sua storia.
E' strano come un libro racchiuda in sé tutte le risposte. 
"Mai aveva sentito così chiaramente di poterlo amare, come ora che tutto l'amore era vano"

L'ultima volta che ho riflettuto seriamente su questa frase era il 2008, ricordo bene quel giorno, il giorno della consapevolezza. E tutto quello che seguì, adesso che lo vedo in maniera diversa, mi do della matura, penso di aver agito bene, come Lei, come avrebbe fatto Jane, come lei avrebbe raccontato nella lettere alla sorella.
Lei, che decantava l'amore, non si sposò mai, rinunciò al suo amore, e in una scena finale di un film, che parla della sua vita, lei saluta il suo amore, gli sa dire addio, e sa vivere.
Amare non significa smettere di vivere, per soffrire, non significa accontentarsi di sopravvivere. Amare è sublime, significa anche odiare non tollerare, non è l'ipocrisia di un sorriso perpetuo. Amare significa porre l'altro sopra ogni altra cosa, e prendersene cura, amare significa anche avere il coraggio di evidenziare sbagli.
Amare come ha fatto lei, è questa tutta la differenza, tra l'amore adolescenziale, quello senza il quale si soffre, il cuore sembra preso a morsi, e quello maturo, che continua a vivere, e  a godere di ogni profumo e ricordo.
Differenza tra Giulietta, e Lizzy ( o qualsiasi personaggio di Jane), mai e poi mai rinuncerebbero alla loro vita, per amore.
Mi sento strana con queste nuove consapevolezze, ma credo di essere cresciuta, e non mi sembra quasi vero, ma so che sto meglio, e che anche tornare a Roma, mi pesa meno del solito, forse perchè vedo la fine, forse perchè so che non è per sempre, forse perchè so che c'è uno obbiettivo dopo, c'è una soddisfazione, qualcosa in cui l'amore è solo un dolce contorno, e non il punto focale...

Jane, alla fine grazie, per aver fatto sì che nella mia vita, grazie a quel romanzo che mia madre mi mise in mano, non so quanto tempo addietro, e a tutti quelli che seguirono, che i miei sogni non finissero, mai...


martedì 1 novembre 2011

La notte dei fantasmi...scacciamoli con un mojito.

Notte di Halloween, festa che non ci appartiene per cultura e tradizione, ma che diventa occasione di festeggiamenti, valvola per dare sfogo alle nostre fantasie macabre, per prendere in giro, forse, quello che ci fa più paura.
Io sono una principessa, questo dovreste saperlo se seguite questo blog, ma vestirsi da tale, in questa occasione, poteva risultare fuori luogo e tema. E così ho pensato, ma cosa è che fa "svestire" noi principesse, cosa è che delle volte ci porta a gettare la spugna? L'arrivo del tanto atteso Principe Azzurro!
L'arrivo del suddetto Principe, è costellato, spesso, anzi sempre, da una fonte inesauribile di situazioni tragicomiche, isterismi, e nervosismi. I finti Principe, che spesso per quanto carini non sono altro che ranocchie o rospi, delle volte ci portano a perdite di peso, o a ingerire compulsivamente tutto quello che capita a tiro, perdita di capelli e diottrie, pruriti ed eczemi vari, lacrime di gioia e risa snervanti, alterando completamente il nostro equilibrio psicofisico.
Per questo motivo, ho deciso di vestirmi da PRINCIPESSA ZOMBIE, che a forza di aspettare il principe azzurro crepa e diventa putrefatta...
Nel mio periodo di serenità, dove l'approccio ai ricordi è differente rispetto a prima, dove non li vivo con nostalgia, ma prendo solo il buono di questi, dove ho liberato quello che sento, senza paura di ammetterlo, c'è ancora un ricordo, del quale,spesso, mi vergogno, una sera che faccio spesso finta, che non sia mai esistita.
E' Halloween, e i fantasmi a mezzanotte appaiono, mentre ridi, vestita in maniera ridicola, ma fiera come chi, se ne frega, perchè l'IRONIA è stata, l'arma più preziosa che abbia mai posseduto, arrivano con giacca blue e pochette, e ti riportano indietro di qualche anno.
Che stranezza, mi ha solo fatto un po' di tristezza, forse neanche quello, avrei voluto parlare, magari dire qualcosa, dire che sono cresciuta, invece ho evitato, ho continuato la mia serata, come?
Di corsa al bar, "Un Mojito grazie", e sì menta e lime, e quella sera ritorna dove è, dove è giusto che sia, nel cassetto degli sbagli, proprio sul fondo. Una persona mi ha detto "ha comunque contribuito a renderti la meraviglia che sei", l'affetto detta questa frase, io è una delle pochissime cose che non rifarei, che se tornassi indietro eviterei come la peste. Ma c'è quel mojito, la musica italiana, e le persone che per me contano di più, ed è questo che per conta, sopra ogni cosa.
Continua la mia serenità, la leggerezza di spirito che da un pò mi caratterizza, e rivedo lo sguardo fiero dei miei amici, finalmente, che non devono tirarmi sù da niente.
Forse non sono proprio una Principessa Zombie, forse anche se quel principe mi ha fatto diventare verde, in realtà resto la solita, fiera Chiaruzza, quella che ride, quella che da il meglio di sé agli altri, ed è così che voglio restare, per molto, molto molto tempo ancora.
Halloween è finito i fantasmi sono ritornati al loro posto, e l'anatema è stato... UN FANTASTICO MOJITO!

domenica 30 ottobre 2011

Km di parole e riflessioni.

Forse questo post sarebbe calzato a pennello, in un precedente blog, condiviso, un bel progettino con delle regole ben precise, emozionale e variegato, dove mi lasciavo dirigere.
Ma sull'onda di quella vecchia esperienza, ho voglia di raccontare il viaggio di oggi, con le stesse modalità, credo che questa licenza poetica mi sarà concessa da qualcuno...
Domenica mattina, c'è un sole caldo, e la temperatura è alta, si sta bene, un sms sul telefono "esci", salgo in macchina, due facce assonnate, e pronte a percorrere 192Km direzione Agone Bagni.
Chiacchieriamo tanto, parliamo, ci sfoghiamo, e scambiamo opinioni, su fatti contingenti e su vecchie storie. Ci consigliamo, ci rimproveriamo a vicenda per errori commessi, e promettiamo l'uno all'altra di non commetterli più. Promesse che si perdono, in quelle campagne, tra le Madonie, e l'Ennese, è tutto di un giallo scuro spento, il colore dell'autunno, un colore che mi turba, non mi piace. Il mio occhio è gonfio, e lacrima un pochino, e forse per questo motivo, schermata dai miei occhiali da sole, preferisco guardare l'asfalto, e non guardarmi intorno, del resto conosco l'A/19 come le mie tasche. I negramaro cantano, e io Totò anche, tra una telefonata e l'altra, tra un tentativo mal riuscito di trovare la strada, finalmente arriviamo a destinazione. Ad accogliermi amici, che mi mancano spesso, e spiegare le motivazioni che ti spingono a fare 192 km a tratta per un tratto, sarebbe difficile adesso, posso solo dire che la ragione di tutto questo risiede nel nome della mia associazione, LEO CLUB.
La giornata scorre troppo di corsa,  tra buon vino , carne alla brace e Karaoke e la voglia di rimettersi in macchina è poca. Momenti di tranquillità, e piccoli brividi, momenti che ricapiteranno sono certa.
Nonostante resteremmo lì ancora per ore, tra abbracci sorrisi e service, siamo costretti a fare i 192 km di ritorno. Io ed il mio pilolta, stavolta abbiamo due approcci diversi alla strada. Riprendiamo a chiacchierare, e l'ora legale, ci impedisce di vedere qualsiasi panorama dopo il caffè e la sosta in autogrill.
Ci chiediamo il perchè di tante cose.
Lui mi dice "me lo merito?". La sua è una richiesta di aiuto, vuole una risposta, che io non ho. Poi penso, e gli dico "nessuno lo merità!".
Nessuno merita di soffrire, no, anche chi è stato causa di mali e sofferenze altrui. La mia calma di questi giorni,  mi fa comprendere che non c'è motivo alla sofferenza, a chiedersi infiniti perchè, non c'è ragione d'esistere. La macchina corre lungo quei km, e io penso rifletto, al suono di una canzone, dico a Totò di guardare tre macchine avanti e stare attento.
La mia razionalità, appena scoperta, mi fa apprezzare i cambiamenti, mi fa ponderare anche quella nostalgia che delle volte non si può frenare.
Guardo Totò e lo rassicuro, io ci sono, ti starò vicina, e so che lui in silenzio l'ha fatto con me, più volte.
Cantiamo Vasco, con quanto fiato abbiamo in gola, e arriviamo davanti il mio cancello, qualche ora prima eravamo partiti, amici si, ma adesso lo siamo un pizzico di più.
Nella nostra vita, amiamo, e guai se non lo facessimo, e delle volte si soffre, ma ne vale sempre la pena, sempre e comunque, e condividere con gli altri serve...

giovedì 27 ottobre 2011

La prima battaglia, vinta..

Non mi piace ammettere una sconfitta, ma nella promessa di dirmi sempre la verità, devo.
Quella mattina mi svegliai quasi all'alba, erano appena le sei, ed io non amo alzarmi presto, ma del resto non ero riuscita a chiudere occhio, e nonostante questo, non avevo il benchè minimo segno di stanchezza, anzi, mi sentivo pronta a scalare qualsiasi vetta. Ricordo con quale lentezza e meticolosità, facevo  i miei capelli. Per la prima volta quella casa mi sembrava bella, e la giornata mi sembrava eccezionale, limpida, così come deve essere a giugno. La mia valigia stava sul letto, così come il mio pc, che cantava Jovanotti "io sono una valigia, e giro di stazione in stazione in molti mi trasportano ma solo tu hai la combinazione",  e mi stupivo di chi, quella combinazione l'avesse trovata in così poco tempo. Ricordo quella preparazione lenta e metodica, gli abiti eleganti imbustati da un lato, i jeans e le camicie dall'altro, non volevo portare troppe cose, al mio solito, volevo viaggiare leggera. Erano le nove del mattino ed io ero già pronta, arrivava puntuale la tua chiamata del risveglio, quella che seguiva il messaggio "bonjours... ti penso", e io ero pronta con 4 ore di anticipo. Mi vestivo con un vestito leggero, con i toni del blue, scelto la sera prima con Nicoletta e Maria, scarpe basse comode per viaggiare, e uscivo di casa alle 11, per  far passare il tempo, andavo da Nicoletta, giusto per l'ultimo parere, e per quell'in bocca al lupo che desideravo, ma di cui mi rendevo conto di non aver bisogno, perchè il brivido era quello giusto, forse per la prima volta non mi sbagliavo.
Roma Termini era così piena di gente che correva, e il mio passo lento stonava con tutta quella calca, io ero in anticipo, il treno era alle 15.00, ed erano solo le 13,30. Un'altra tua telefonata mi avvisava di un piccolo cambiamento, dovevo prendere un tram prima di vederti, ma non mi importava, e tu continuavi a scusarti, e io adoravo il tuo essere così premuroso, ricordo ti dissi "non mi sono persa a mai a Londra con 18 linee metropolitane, vuoi mi perda qui, per tre fermate di tram?". Finalmente il mio freccia rossa arrivava, e con quel biglietto, che guardavo da un paio di giorni ormai, salivo e mi accomodavo al mio posto. Di fronte a me una donna, sui 35 anni, molto bella, era stata a trovare degli amici, entrambe non riuscivamo a non ascoltare le  rispettive chiamate. "Hai un appuntamento?" mi dice ad un certo punto, ed io "No, in realtà, un congresso ma sì credo anche un appuntamento", scambiamo quattro chiacchiere, e ci rimettiamo a leggere ognuno il proprio libro. Mi arriva un tuo sms, "sono già qui, ho fatto il possibile, ma sono arrivato". Sorrido, e mi preparo a scendere, mi chiami, "dove sei, esci a destra dalla stazione, io sono lì, tanto mi riconosci". Prendo un sorso d'acqua perchè la gola di colpo mi si secca, le gambe tremano un pochino. Finalmente in stazione, l'avevo vista altre volte, quella stazione, ma adesso mi sembra bella, meravigliosa, e mi avvio verso l'uscita,  cerco di sembrare disinvolta ma nn lo sono, mi fermo prima di fare l'ultimo passo, perchè da lì in poi mi vedrai,  mi aggiusto i capelli, metto il burrocacao e do un pizzicotto alle guance, non riesco mai ad essere perfetta e sono abbastanza pasticciona,  e mi assale un dubbio, e se non ti dovessi più piacere? O viceversa, del resto è un anno che non ci vediamo, del resto "il più bel viso che abbia mai visto" a tuo dire, poteva essere quello di un'altra, "come ho fatto a credergli?" mi domando, ma mentre tremila dubbi mi assalgono, faccio qualche passo avanti e vedo un tram, squilla il telefono, sei tu "Ma dove stai Chiarina?", "sono davanti al tram", e tu "io sto dietro al tram". Mai scorderò quella scena, degna dei migliori sceneggiatori Hollywoodiani, il tram parte, e ti vedo, e mi vedi. Vedo la tua mano che saluta e l'altra che al cellulare mi dice "sei bellissima", riattacco e vengo verso di te. Mi sono calmata, di improvviso, tu sei lì, più carino di come ti ricordavo. La tua camicia bianca inamidata, il tuo jeans scuro, classico, la tua macchina, mi hai abbracciata, hai preso la mia valigia e detto "solo questo?" , mi hai aperto lo sportello, e mi sono sentita tua, non ho avuto dubbi, nessuno in quel momento, era giusto, in quel momento. Partiamo, verso un'altra strada, sempre più a nord, passiamo da una delle città più bella al mondo, ma non ci leviamo gli occhi di dosso. 

Ora ho consapevolezza, avevo vinto la battaglia, ma non la guerra, ora so che ho perso, ed il mio cuore ritorna leggero con questa consapevolezza, che fino a qualche mese fa mancava. Io ho perso, ma combattere ha avuto i suoi lati positivi, ed alcune delle vittorie, come i tuoi occhi sorridenti, di quel giorno sono state piacevoli. Mi rendo conto di essere cresciuta, e di essere diventata donna, definitivamente, ed in questo periodo tu ci hai messo del tuo, in questo processo di trasformazione. 
Ho perso ma sono qui, pronta a tutto...come sempre

mercoledì 26 ottobre 2011

Con te

Ieri, è capitato di nuovo, e anche oggi. Capita sempre ormai.
Attraversando Roma, in taxi, dall'Ara Pacis, su via del Corso, eri lì con me, seduto al mio fianco, che indicavi la maestosità della bellezza capitolina, facevi il saccente, e ti vedevo stringermi la mano e tirarmi a te. Eri con me mentre passavamo il tevere, in una giornata stranamente calda, dove non si vedevano foglie arancioni autunnali. Il tassinaro parlava di frutta e verdura fresca e io pensavo che tu avresti interloquito con le tue perle di sapienza culinarie. Entriamo a casa di Chiara e Francesca e ci stiendiamo esauste sul letto, e tu in quel momento mi stringi a te, come hai già fatto, forte e iniziavi a dormire con te.
Ieri sera festeggiavamo la laurea di Nicoletta, e se tu ci fossi stato saresti stato l'anima della festa, e mi sono seduta da sola per 5 minuti, con uno spritz in mano, perchè lo stavo bevendo con te. Così al ritorno, nuovamente in taxi, tu eri lì a tenermi la mano. E' da folli pensare di averti vicino quando sto per strada in mezzo agli altri?Oggi sul bus, ed in pasticceria, vedo il tuo viso ovunque e non mi manchi più, perchè ti ho con me.
Non ho bisogno di alcun altro, non posso avere nessuno adesso, non posso perchè non saprei dare alcuna garanzia, e io senza un minimo di garanzia le cose non le so fare. Solo con te sono riuscita...
Non mi manchi più. perchè del resto sei con me...sempre

Noi due non possiamo tradirci

Io e te, un'entità virtuale, che quasi non esiste. Mi fido, e sai tutto, ma proprio tutto di me, senza schermi, senza limiti, io e te che non ci siamo quasi mai visti.
So bene, che molte cose, spesso, non hanno un senso, e questa meno delle altre, ma la totale assenza di pretese, e la razionalità del nostro rapporto, rende tutto autentico. Ripenso a  quando tutto iniziò per caso, quando il mio cuore amava qualcuno, e tu eri uno dei pochi sollievi, le nostre chiacchierate che mi facevano ridere, e la tua impertinenza anche, e penso a come tutto è facile, è tutto facile tra di noi. Quando mi piace qualcuno, te lo dico immediatamente, e tu stai lì a fare il geloso, e mi diverte tanto. Anche io sono gelosa, ma non come chi soffre.
Nessuno ci crederebbe, e questo fa di noi una cosa speciale, un rapporto che in pochi hanno, e che in pochi sanno. A nostro modo ci siamo, l'una per l'altro, a nostro modo ci conosciamo, e sappiamo i nostri punti deboli.
Mi piace la tua concretezza, la tua follia razionale di prendere e partire, i tuoi valori, i tuoi affetti, l'essere legati per un motivo, che si è rivelato diverso da quello che pensavamo.
Più volte ti ho chiesto, cosa siamo? e tu? Non hai inventato, scuse o finte definizioni hai detto BUH, nella massima sincerità, amici non siamo, ma so che ci sei..
I nostri discorsi recenti sul nostro futuro, rigorosamente separato, mi hanno fatto capire una cosa, tutto è iniziato per scherzo, ma continua, i maniera solida, questo perchè so che tu ci sarai, nonostante la totale assenza di romanticismo, e l'assoluto, quasi freddo, pragmatismo che ci caratterizza.
E' strano parlare di te, quando nessuno, o quasi, sa di noi, e mai saprà, è strano parlare di una relazione che non esiste, essere legata a questo rapporto, ma senza sentimentalismi, senza stupidi " ti amo", sì perchè in questo caso sarebbero stupidi.
Posso essere come voglio con te, non devo dirti bugie, benchè all'inizio lo facessi, adesso dopo questo "monte" di tempo, posso essere come voglio.
La stranezza dei rapporti, ed il nostro lo è, ed al momento è l'unico rapporto con un uomo al quale proprio non potrei rinunciare, con coscienza e razionalià.

"Noi due non ci tradiremmo mai, perche nessuno ci crederebbe"

ps anche se nessuno, o quasi, sa di te, meriti un posto qui, nei ricordi di una principessa

martedì 25 ottobre 2011

Mi piaci!

Deficienza adolescenziale e rincretinimento senile?
Si ok ma che ci posso fare? Mi piaci, e basta, c'è poco da ragionarci sù. I sintomi sono quelli classici della cotta da quindicenne, sbavamenti sostanziali e farfalle nello stomaco.
A 15 anni non c'era internet, per fortuna mi viene da  dire, e non si googlava nessuno, adesso siamo consumati! Sei carino, anzi no, sei proprio figo, ed è la prima volta che a me piace uno che sia oggettivamente figo, di solito tendo ai bruttarelli.
E io sto qui, la sera, a  vedere foto e a dire, magari... e sognando di appuntamenti galanti, e di scene da film, nei quali, il disastro pasticcione che non sono altro, incontra te!
La cosa strana, e che sembri pure intelligente, anzi molto intelligente, e delle volte modesto, non mi sembri uno che sa di piacere così tanto. Eppure tutte lì, le apine con il miele a ronzare, tutte pazze per te... che nervi.
Quanto mi durerà?
Conoscendomi moto poco, ma intanto...mi piaci ok?
E la cosa meravigliosa è che tu non ne hai idea, almeno spero, e non l'avrai, perchè punto primo, io non è che sia un genio della conquista, piuttosto tendo ad andare in panico, secondo poi, proprio adesso non ne ho il tempo... e forse neanche l'intenzione... però mi piaci!

domenica 23 ottobre 2011

Fontana di Trevi

Un freddo sabato della capitale, una passeggiata tra le splendide vie del centro, ed un giro per negozi, riempono la tranquillità di queste giornate, fredde ma serene. Una pizza tra amici, chiacchiere maliziose e una lunga passeggiata, per continuare a scambiarsi chiacchiere, pareri, raccontare impressione e parlare con entusiasmo di gente sconosciuta.
I nostri piedi ci portano a Fontana di Trevi, e nonostante in un anno l'avrò vista cento volte, forse più, ci sediamo sui gradini, e approfittiamo della pseudo tranquillità, per ammirarla particolare, per particolare, e mentre cerchiamo qualche notizia in più su google, per dare senso a quelle statue, a quei pezzi di roccia, sento tanto freddo.
Fisso la cascata centrale dell'acqua vergine, che scroscia sulla vasca risuonando quasi sempre uguale, e il rumore e lo scroscio mi ipnotizza, e non posso fare a meno di immaginare una situazione, anzi sembra quasi un ricordo.
Sono con qualcuno, ed il suo viso è molto nitido, so chi sei, arriviamo dal vicoletto e la maestosità, della fontana si erge di fronte a noi, tu sai la sua storia, e non avremmo avuto bisogno di google, sono certa che tu avresti saputo tutto sul Bernini, e su quella storia... Sono certa che di fronte all'acqua vergine mi avresti proposto la scenda de "la dolce vita", e avremmo riso abbracciati,  ci saremmo fatti una foto col tuo cellulare, e mi avresti detto che in quel momento non mancava nulla. E' incredibile, come la scena mi sembri reale, e incredibile come immagini te al mio fianco a passeggiare per le vie di questa Capitale, che mi apparterrà per ancora poco tempo, e come con questo freddo i miei pensieri siano nitidi e felici.
Ma questa felicità, tu non l'hai voluta acchiappare, e io ormai ci rido su e mi resta la felicità della consapevolezza, del resto non leggerai nemmeno, e tutte le mie fantasie mi faranno compagnia, per le strade di questa città che dovevano unirci, e che, adesso dico per fortuna, ci hanno separato.
Mi vanto, di una cosa, gli unici sorrisi sinceri e reali, quantomeno i tuoi ultimi, sono stati dedicati a me, e sono merito mio, si sono presuntuosa, io sono giusta.
Ci alziamo da quella panchina, e facciamo strada verso casa, e io cammino sicura dopo un anno per questa città, continuo ad immaginare, ma stavolta ci sono io...tra le nuvole!

sabato 22 ottobre 2011

Ruoli che non mi appartengono

Delle volte l'ostinazione a non far cambiare le cose, ci limita, e ci racchiude in dei ruoli che non sono i nostri.
Ruoli non nostri, che vorremmo, o che odiamo, nel risultato cambia poco, ci snaturano e non ci appartengono, e alla lunga ci logorano.
Ruoli che usiamo per non scontentare gli altri, o meglio questo è l'alibi che ci diamo, in realtà, così, evitiamo di aprire gli occhi e di scontentare noi stessi, che altrimenti saremmo catapultati in realtà che non ci piacciono, e che preferiamo far finta che non esistono.

Non mi appartiene preoccuparmi di qualcuno, che non è di mia competenza, avere paura, essere quasi "mamma". Piangerò, e so bene che lo farò, ma preoccuparsi adesso non serve, le mie preoccupazioni non cambiaranno lo stato delle cose, serviranno solo a farmi svegliare nel cuore della notte, controllando un cellulare, per vedere se è tutto al posto giusto. Non posso, e non voglio neanche più.
Questo ruolo non è mio, ed una briciola, la briciola del mio segreto, e forse non voglio più segreti, perchè non aiutano e non mantengono alcun alone di fascino, come fino a poco tempo fa credevo.

E' incredibile come in poche ore, tutta una matassa si sciolga, e veda tutto con chiarezza, è incredibile avere coscienza di me, e sapere passo dopo passo, tutto, nel bene e nel male.

venerdì 21 ottobre 2011

Fredda?

Le temperature calano, arrivano i freddi, e iniziamo a proteggerci dalle intemperie...
E' l'autunno, non è la primavera, nè tanto meno l'inizio di un'estate che sembra essere la più piacevole di sempre. Il nostro animo cambia in base alle stagioni?
Casualmente, forse il mio sì, arriva l'inverno e divento diffidente, arriva l'inverno e vado in letargo, divento pigra, divento maliziosa, e non pretendo...
Iniziava, una stagione bella, e iniziava una speranza bella, qualcosa di naturale,forse, qualcosa di inaspettato, come quei fiori che spuntano selvaggi, sul ciglio di una strada, nonostante tutto nascono, perchè sono scaldati dal sole. A stagione inoltrata quella speranza si infiammava e prendeva fuoco, il caldo scioglieva quel poco che restava, lasciandomi tiepida, all'inizio dell'autunno. Ma adesso l'autunno,è inoltrato, il cielo è nuvoloso, ed io forse sono fredda...
Fredda ma felice, perchè capisco per la prima volta, che la mia felicità, dipende da me, e non dai contorni esterni, che comunque possono rendere piacevoli le giornate,  come quelle giornate terse, fredde ma limpide, dove arriva un raggio di sole, a scaldarti, e a farti spalancare un sorriso.
Adesso volo, mi sveglio felice, e guardo ad un futuro, concreto, e reale.

giovedì 20 ottobre 2011

Felicità

E arriva così, in una fredda mattina di ottobre dove, la pioggia invade la Capitale, dove tutto il mondo sembra bloccarsi, e le tecnologie inventate dall' uomo, di fronte alla furia dell'acqua devono arrendersi. In una mattina in cui, una paura folle mi ha assalita, una mattina in cui, penso ad altro, sto su internet a guardare stanze e case,  riaggiorno per caso la mail, quando ormai quella speranza, quella convinzione di essere stata la migliore, stava affievolendosi, leggo quel nome, clicco sulla mail, e la prima parola CONGRATULATIONS, e si apre il cuore, come non succedeva, da mesi, ma che dico da anni!
Tutto prende forma, il futuro, le speranze, le aspettative quello scossone che aspetto da un pò.
L'ho sempre voluto se ci penso, sempre detto, ma mai realizzato, una delle due cose che mi sarebbe piaciuto fare DA GRANDE.
E adesso? Sono grande??? Si adesso sono grande, che strano, è finita quell'epoca, bellissima adesso che ci penso, adesso che prende il volo da me, è finita l'adolescenza prolungata.
Oggi so cosa è, oggi come anni fà, ho capito come è la felicità, cosa è. Sentirsi sicuri di se, invincibili, analizzo tutto quello che ho.
Ho tantissimo, ho la famiglia migliore del mondo, una mamma sempre presente, con cui litigo ma che sa tutto di me, con cui ho spesso avuto il coraggio di confidarsi, un padre che è un uomo stimato, e che, nonostante il suo freddo carattere,mi ama, un fratello che è l'orgoglio più grande.
Ho delle amiche, che sono parti del mio cuore, parti imprescindibili della mia vita, e non sono poche, molti non contano gli amici sulle dita di una mano, io? IO NO, io ho una schiera di amiche vicino, e di amici che mi amano, e amano me e quella che sono, non una fotocopia.
Un'associazione che mi appaga, per la quale lavoro senza fatica, dove scopro persone straordinarie, persone che sia affacciano nella mia vita, arricchendola, e non passa esperienza che io non porti nel cuore, almeno un socio in  più!
Adesso ho anche tra le mani il mio futuro, lo tengo ben stretto e ci volo insieme.
E non mi manca niente, ed è rispuntato il sole, su Roma.
E adesso, vedo di nuovo quel campo di girasoli, nitido coi fiori che guardano verso il Sole, ma quel campo adesso sono io... io con la mia Felicità!

lunedì 17 ottobre 2011

Non potrà succedere

Non potrà succedere, che quando e se , sarò nella mia nuova casa, una sera per caso, mi veda spuntare le persone a cui tengo di più.
Non potrà succedere  sentir squillare il telefono e sapere che qualcuno sta arrivando per te.
Non potrà succedere sentirmi come mi sento qui, appagata, anche quando sono triste e disillusa, appagata dai loro sguardi, dalle loro parole.
Non potrà succedere trovare soluzioni alle nostre vite, davanti ad una cena rimediata da poco.
Non potrà succedere trovare motti, o frasi in codice, e condividerle.
Non potrà succedere appoggiare la testa su una di voi e trovare il conforto di mille parole.
Non potrà succedere fare finta di essere gelosi, per un qualcosa di molto bello.
Non potrà succedere che nella prima giornata di inverno, voi sarete lì a riscaldare il mio cuore.

Per questo io torno e ritorno, perchè la mia CASA è dove è il mio CUORE, e adesso lo costudite voi.

A presto

domenica 16 ottobre 2011

Una cosa bella

Quando una cosa ci piace tanto, perchè è troppo bella, spesso, ci si accorge di non volerla veramente.
Piccoli segnali, visi, oggetti, e situazioni, ultimamente mi hanno fatto riflettere su ciò.
Esempio semplicissimo, per una donna; siamo davanti ad una vetrina, un abito favoloso, caro, ma abbiamo anche risparmiato abbastanza per potercerlo permettere. Siamo nel camerino e ci calza a pennello, abbiamo una gioia diversa negli occhi perchè ci sentiamo belle, e quello specchio ci fa ammirare, ma...
Arriva ad un certo punto, in quel camerino, la consapevolezza che quel vestito lo metterai una volta sola, e non potrai godertelo, sfruttarlo, non racconterà niente di te, e molto altro, allora si opta per un paio di Jeans, comodi e affascinanti, pratici, che ti seguiranno sempre. Che non avrai paura di sporcare, di portare con te, di scucire e rattoppare.

Certe volte le cose belle mettono, paura, certe altre imbarazzo, certe altre ancora rimangono belle e basta.
Davanti ad una cosa ci si pongono dei limiti, ci si domanda se "sono all'altezza?" o "è troppo per me".
Certe volte però la cosa bella, ci affascina talmente tanto, che finiamo per comprarla, indossarla quella volta, e poi guardarla, da quell'armadio, magari desideriamo indossarla di nuovo, ma non possiamo, perchè non c'è occasione.

Altre volte, invece, la cosa bella ci abbaglia, non riusciamo a levarle gli occhi di dosso, ma poi, ci guardiamo e nemmeno ci avviciniamo.

Io cosa amo? Il bello o il pratico? Forse entrambi, forse per un periodo ho creduto di amare il bello, l'eccitante, l'impossibile, adesso? Adesso cresco, e forse inizio ad imparare e  a capire, che forse, non voglio una cosa che mi sia invidiata, che qualcuno tenti di portarmi via, non voglio niente che si indossi una volta sola, e poi resti in un armadio, voglio qualcosa di pratico, da godere, che mi accompagni ovunque, che con una piccola innovazione sembri diverso, cambi ma rimanga uguale, solido, che sappia tutto di me.

Alle cose belle, impossibili, invidiate, desiderate anche da altri, sbrilluccicose ma troppo leggere, che non ti riparano dal freddo, io rinuncio...
Adesso so anche cosa non voglio...

giovedì 13 ottobre 2011

Forse non voglio ma è giusto... addio

Forse sono arrivata a quella conclusione del problema, forse ho capito, quello che qualcuno da tempo non si stanca di ripetermi.
Devo staccare questo cordone, questa cima che ci lega, perchè non mi fa più bene. Perchè il tempo che abbiamo passato insieme è stato troppo poco per potersi permettere di essere così legata e non disposta a nessun tipo di apertura.
4 giorni soltanto, sommati, che te ne do atto, rientrano nella classifica dei più belli della mia vita, dove ancora oggi cerco una falla, una crepa che, però, non trovo.
Avevo creduto di farti felice, di poterti fare stare bene, ci ho creduto con tutta me stessa. Per la prima volta, credo, ho anche sacrificato il mio egoismo ed il mio egocentrismo, ma non mi è pesato.
Il ricordo di una traversata in auto, di abbracci e risa sfrenate, di una rotonda sul mare e le nostre mani che si intrecciano, in parole povere, di qualcosa di bello che non era fatto per durare, il ricordo di te che mi guardi, di un semaforo, e una finta corsa con l'auto accanto.
Ci ho provato a metterlo in un cassetto, ci ho provato a farti rimanere nella mia vita, sotto un'altra forma, con tutta me stessa, ci riesco anche, ma non è giusto non mi fa bene. Noi ci vogliamo bene, ma non mi fa bene.
Ho indossato la mia maschera da amica, ho provato a far finta di non morire dentro, quando mi racconti di altri baci, ho provato a non essere gelosa di un qualcosa che non era mio, e che forse non lo è mai stato nemmeno per quei 4 giorni.
Ascolto Adele, che urla nella mia stanza "sometimes it lasts in love, sometimes it hurts instead", e io mi chiedo è stato Amore? Me l'hai chiesto anche tu, tante volte, ma ti prego di credermi, non so dare alcuna risposta, è stata passione, speranza, serenità, felicità, stima, sono state tante cose belle insieme, e se queste sono amore, forse allora anche quello.
Ho la presunzione di dire, che qualcosa di buono per te l'ho fatta, che ho smosso, almeno per qualche tempo, il torpore nero, che ti ho iniettato un pò di fiducia in te.
E credimi, quello che voglio oggi, è che tu riesca ad essere felice, e non per finta con sorrisi e falsa allegria, per davvero.
Oggi sono 4 mesi esatti, da quando ti sei "scagliato" nella mia vita, e non mi pento, anche se sono stata male, non mi pento, di averti vissuto come meglio ho creduto.
Analizzo però, e credo di non aver sbagliato nulla, e adesso devo, per me stessa, defilarmi dalla tua vita.
Non posso, per quello che ho provato, e sono sicura anche tu, mangiucchiare delle briciole, qualche battuta, o il racconto di una tua giornata, non credo di meritarlo.
Tu non hai colpe, di questo rimango convinta, e ti voglio bene, un bene grande come quel campo di girasoli, un bene allegro, non so come spiegarlo, ma so che c'è.
Adesso ho un pò di forza per fare questo gesto, che rimando da giorni, "I wish nothing but the best for you".

Chiara

mercoledì 12 ottobre 2011

Nonna Nunzia

Un ricordo per adesso mi torna ,spesso in mente, e riguarda una delle persone che ha formato il mio carattere, la parte migliore del mio carattere per essere precisi.
Mia nonna Nunzia, è venuta a mancare più di 11 anni fà, ma in quei 16 anni di convivenza, credo mi abbia dato di più di qualsiasi essere umano al mondo.
L'ho sognata di recente, il suo viso piccolino e magro, con i grandi occhiali, il biondo chiaro dei suoi capelli chiusi , perennemente, nelle sue retine, le sue gambe magrissime, che ho ereditato, il suo naso piccolino e leggermente aquilino, i suoi occhi chiari, e quel sorriso.
Il ricordo che affiora alla mia mente, molto spesso in questi giorni, è lei, seduta sul divano del salotto, con la TV accesa, che mi parla della sua grande delusione d'amore.
Ricordo la sua espressione, nel raccontarmi la lettura di quella lettera, dove il suo amato la lasciava, si era sposata poi, con un uomo fantastico, il più umile della storia, mio nonno Totò.
Nonno e nonna, avevano 14 anni di differenza, sono state le seconde nozze per nonno, che però l'amava tanto, e sono sicura anche lei lo amava, perchè era un uomo tutto di un pezzo stabile, e lavorava tanto.
Nonna Nunzia, era la persona più allegra che abbia mai conosciuto, rideva sempre, ed era appassionata di Cabaret, la sua risata è qualcosa che non scorderò, mai. I suoi aneddoti li porto con me, ogni giorno, ed ho la presunzione di dire, che 27 anni fà, quando sono nata, lei mi abbia scelto, come detentrice di tutti i racconti di famiglia, una famiglia numerosa, intricata, con storie inusuali per l'epoca, e me li raccontava, quasi fossero delle puntate di una di quelle soap opera che lei amava tanto.
Vorrei essere stata come lei, vorrei riuscire ad esserlo veramente, perchè mai al mondo, ho conosciuto una persona che parlasse male di mia nonna.
E' stata la madre ideale, orgogliosa e premurosa con i suoi figli, grata a loro per l'amore che sapevano darle.
Oggi quando combino qualcosa, o quando faccio qualcosa, mi chiedo cosa sta pensando, mi chiedo se mi guarda, e la brutta risposta che mi do, è che non le piace.
Ancora oggi, tutte le volte che mi reco al cimitero, non riesco a non frenare le lacrime davanti alla sua lapide, di anni ne sono passati, ma sono convinta che se lei fosse rimasta qui, tante cose non sarebbero successe.
L'affetto dei nonni, è una cosa importante, ma l'affetto suo nei miei confronti, è qualcosa di molto più grande.
"ChiaraCaraCaraChiara", e scoppiava in quella risata sonora, a tratti acuta, per poi perderci il fiato, il suo viso si incupiva solo quando parlava di "quella storia là".
Mi manca, oggi giorno di più, ogni giorno che passa, farei di tutto per godermi un giorno soltanto con lei, perchè sono sicura che mi darebbe la serenità che mi ha sempre dato.
Come quando da piccola, per costringermi a finire il pranzo, mi prometteva "la madonnina, se lo finisci, ti manda un cioccolatino", e io mangiavo, tutto, mi inginocchiavo di fronte la Statua della Madonna del Mese di Maggio, che lei custodiva per la chiesa del paese 11 mesi l'anno, e ancora oggi non ho capito e non capisco come, scendevano dal cielo questi magici cioccolatini. Poi ci mettevamo sedute nella stessa poltrona di pelle marrone, e mi raccontava, mi raccontava di Peppina, la ragazza disabile che viveva nella stessa strada, mi raccontava di quando mia madre aveva conosciuto mio padre, mi raccontava di mio zio che troppo discolo, era stato mandato in collegio, e che era tornato buono e con l'intenzione di farsi prete, mi raccontava tante tante storie.
Mi raccontava di quella madre che lei ha amato, ma dalla quale viveva lontana, e che la domenica insieme ai suoi figli, prendeva la il treno fino a palermo, e poi anzicchè il bus, la carrozza coi cavalli, per andarla a trovare, in una grande casa, nella quale viveva col resto dei figli, scapoloni, vedove e signorine e nipoti.

In non lo so se il paradiso esiste, ma so che tu ci sei, lì da qualche parte, che mi guardi, perchè io lo sento, e vorrei che un giorno mia madre mi guardasse come tu guardavi lei, e spero che mai e poi mai, i miei occhi smetteranno di luccicare e riempirsi di commozione al tuo pensiero.

lunedì 10 ottobre 2011

Chi sono?

Quale sono tra le tante sfaccettature che mostro, che vivo, che amo e che odio?

Me lo chiedo, e me lo richiedo, più spesso del solito anche, ultimamente. Non so perchè ma quando devo descrivere queste situazioni, mi viene in mente, sempre e con poca fatica, qualche aneddoto, della Chiara bambina, che ricordo io stessa o che mi è stato raccontato.
Ricordo a scuola di danza, avevo 8 anni, e nel periodo antecedente al saggio, la più grande del gruppo, che era stata nominata capo gruppo, ancora oggi affermo che fosse per l'età e non per la bravura ;) , diventò, investita del suo ruolo, un tantino odiosa, chi armò la rivolta e la spedizione punitiva? Ovviamente la sottoscritta.
Scrissimo una lettera "minatoria" dove, l'orrenda minaccia delle bimbette in tutù e punte era "Da quando sei il capo FAI SCHIFO". Morale della favola? L'insegnante mi beccò, io dissi tutta la verità, e fui punita, retrocessa dal centro della fila, al laterale, e ritornai la bimba incantevole che sorride adesso dalle mura della mia stanza.
C'era da fare la rivolta ed io insorgevo, c'era da essere la bimbetta perfetta che sorride a tutti e io sorridevo, c'era da essere la secchiona della classe ed io studiavo, c'era da fare sport ed io nuotavo.
Io cambiavo, cambiavo e mi adattavo, e così sono cresciuta. Ma avere un carattere così versatile è sintomo di forza, o di troppa fragilità perchè è più comodo?

Per la maggiore sono la Chiara, che ride, che scherza, che è un animale da gruppo, ma anche io ho i miei segreti...
Mi domando se le persone che dicono di amarmi e volermi bene, amano anche quella parte, la mia parte oscura.
Già perchè tutti hanno una parte oscura, una parte che soffre, che è bugiarda, con sè e con gli altri. La sento forte da qualche giorno a questa parte, io che ho sempre raccontato tutto, non ci riesco, non riesco più. Non voglio più condividere, non voglio essere la prima della classe, o quella che quando non lo è la prende con ironia. Voglio meditare sui miei errori, voglio non vergognarmi di soffrire...
Forse avere troppe personalità è sintomo di non averne una forte? Inizio a pensare di sì.
Inizio a pensare che essere simpatica e adorabile con tutti, fa allontanare chi magari è speciale.
Mi sento così, in un equilibrio precario, e per la prima volta con la paura di non piacere...
Per la prima volta nella mia vita... ho paura di non piacermi e non piacere

sabato 8 ottobre 2011

Fiducia

Quanto è difficile fidarsi?
Non parlo di una fiducia particolare, ma di tutti i tipi di fiducia in genere.
Fidarsi degli altri, è semplice? No.
La fiducia ci mette alla prova fin da piccoli, fin da quando i genitori ci portano in quell'asilo, che i nostri occhi da bambini vedono con paura, e ci dicono "tranquillo poi vengo a prenderti all'uscita", e lì i nostri occhi lacrimosi, decidono di avere fiducia, così perchè mamma e papà ci vogliono bene e non ci tradirebbero mai.
Ricordo che io, anomala al mio solito, non piansi per nulla il primo giorno di asilo, ed avevo solo 2anni e mezzo, mia madre mi portò lì, io vidi gli altri bambini, e corsi a giocare. Mia madre mi guardava, aspettava una mia reazione lacrimevole, e io le dissi "Ci vediamo dopo", bene chi pianse fù mia madre, pensando che l'avessi dimenticata per balocchi e nuovi amici! 
Alle elementari, io parlavo tantissimo, raccontavo sempre tutto di me, all'esame di idoneità per la seconda elementare, la maestra disse a mia madre "signora, conosco la storia di tutta la sua famiglia", mi ero fidata di lei e le avevo raccontato tante cose. Ero una bambina buona, mi fidavo di tutti, sono sempre stata di compagnia, e dispensavo consigli pittoreschi a chiunque volesse sentire la mia eloquenza di bambina cresciuta con "favole in cassette", usavo termini aulici. "Questa è una casa di ricchi mercanti", dissi all'età di 5 anni, alla vista di alcuni bastoni da passeggio col pomello in argento, in casa di una mia amichetta, e poi "Io il panino col prosciutto lo mangio solo se è senza polifosfati", causando lo sconcerto della mamma che organizzava la festa, che forse nemmeno sapeva cosa fosse. Da piccola mi fidavo di tutti, ed ero convinta di poter dire tutto senza filtri. Mi analizzo adesso e... Anche adesso delle volte, mi mancano i filtri!
Cmq il succo è che da piccoli, si pensa di potersi fidare di tutto, e ci si abbandona ad essere come si vuole, da grandi? La fiducia diventa un discorso più lato, ci fidiamo poco degli altri e ancor meno di noi.

Perchè non riusciamo a fidarci di chi ci guarda, e ci dice "tu vali qualcosa, tu vali tanto", perchè è così difficile?
Rileggo il pezzo che ho appena scritto ed è venuto fuori completamente diverso da come lo avevo pensato, quello che volevo esprimere,però, è che , come i bambini, dovremmo essere liberi di fidarci, di tutti, di noi stessi, e di ascoltare quello che ci viene detto. 
Vorrei che le mie parole fossero prese per sincere, e vorrei che ci si riflettesse sù, facciamo finta che chi parla è la Chiara bambina che dice teneramente quello che pensa e sente, perchè forse io non dovrei esprimere 
alcun parere, perchè forse per prima io non dovrei fidarmi, ma come quel pomeriggio di settembre con la maestra appena conosciuta, dove non sono riuscita a non dirle "Io ero la più brava della classe, so leggere benissimo, e le tabelline le conosco fino a quella del 7", anche stavolta non riesco a non dire che 
"La tua speranza sei tu, solo tu, guardati in quello specchio magico, guardati e vedi quello che ho visto io, quello che ho visto io è bello, molto bello, bello come quel prato di girasoli".


venerdì 7 ottobre 2011

Un campo di girasoli

Una strada di campagna scorre veloce, curve e tornanti ci avvolgono, io guardoquesto  paesaggio visto poche altre volte, ed un infinito campo di girasoli rapisce la mia attenzione. Parcheggi e scendiamo, ci facciamo cullare da una leggere brezza e passeggiamo, lungo quei girasoli che guardano, imperturbabili tutti da una parte sola, mi prendi in giro e mi dici "sono alti quanto te", io sorrido, perchè ti sorrido sempre, le nostre mani stanno sempre intrecciate, non ci riescono a stare separate. Vediamo una casa in lontananza, e tu mi dici "la compriamo", io sorrido, anche sta volta, mi chiedi perchè lo faccio, e io ti rispondo che mi rendi felice. Dopo tanto camminare, e discutere di noi, di come stiamo bene, arriviamo ad un prato. Apro la mia coperta a scacchi, esci le cose da bere e da mangiare dal cestino, ieri mi avevi chiamato con questa idea. Sopra di noi c'è un cielo limpido, celeste chiaro, alle nostre spalle una bellissima montagna, e ai nostri piedi un campo di girasoli. "Cosa ti manca?" "il mare" rispondo io" ma con te vicino posso anche farne a meno". Finalmente mi baci, ed il tuo bacio è esattamente come lo ricordo, morbido, avvolgente, colmo di desiderio. Ci stendiamo l'uno vicina all'altra, e guardiamo quello spettacolo della natura. Ancora una volta siamo io e te, fuori dal mondo, lontani da tutto e da tutti, dai nostri ingombranti passati, che diventano presenti quando non ce lo aspettiamo.
Io sorrido, e tu sei li, come ti ho sempre voluto. Stanno passando ore, forse minuti, il tempo non esiste quando sto con te, come smettono di esistere le convenzioni sociali e le definizioni, "noi cosa siamo?", "noi siamo noi", è la tua pronta risposta, e continuiamo a baciarci.
Noi insieme stiamo bene, ed il sole inizia a calare, ci affrettiamo alla macchina, e mi baci ancora, e ancora e ancora. Non ho parlato tanto oggi, quando sto con te mi piace più ascoltare,  ed è strano, perchè tutti sanno quanto io parli, e forse lo sanno tutti tranne te. La tua solita domanda "ma non si sta proprio bene insieme io e te?", e la mia solita risposta "sì, stiamo bene". La statale corre veloce, ti chiedo di andare piano, e lo fai, mi guardi e dici "non avere paura", la nostra canzone suona, e io ti arruffo i capelli.

Adesso sento un rumore, il mio cane che gioca con la scodella di acciaio ed io sono ancora qui, sotto le coperte con un'influenza che non passa e quel prato, quella montagna, quei girasoli, erano solo un sogno, come noi del resto.

giovedì 6 ottobre 2011

Tra i fumi dello sciroppo, e l'ebbrezza dell'areosol!

Perchè quando ho la febbre, ho la tendenza a piagnucolare?
Innanzitutto si inizia dal dire "perchè sempre a me?", poi la presa di coscienza arriva col pallore spettrale, e le occhiaie violacee, ma poi, prestando la giusta attenzione, vedi delle guance rosse, e due secondi dopo, ti pulsa la testa. La stranezza della mia influenza è sempre la fame. 
Agli individui comuni, la febbre e l'influenza causano, in genere, inappetenza e incapacità di sentire sapori e odori, ecco, alla Principessa scalza, tutto questo non accade, piuttosto, mi viene una fame assassina. E i cibi da malati, "pastina", mele cotte, pesce bollito o simili, diventano per me la cosa più disgustosa di tutte! Devo mangiare con gusto e saporito, se vi elenco il menù della giornata rischiate di sentirvi male, ed avere, al posto mio, un'indigestione.
Per esempio mi sono alzata da tavola, pochi minuti fa, e riprenderei a mangiare subito. Fortuna che l'influenza non mi venga così spesso, altrimenti sarebbe un grave problema da aggiungere alla dieta perennemente incompiuta. 
Mentre sto nel mio letto, col pc tra le gambe, pensando a qualcosa per impegnare la giornata, qualcuno mi dice "non ho mai visto una malata al computer",e può darsi ma che altro c'è da fare? 
Leggere? già fatto
Guardare un film? già fatto, e poi sembra una legge universale, che nel momento in cui stai male, ed hai tutto il tempo del mondo, non fanno un cacchio nè su Sky, nè ovunque.

Cmq l'influenza ti fa riflettere, anche se mette un tocco troppo nostalgico, a codeste riflessioni. Pensi di tutto, dallo sbaglio fatto in 2' elementare, a quello fatto l'altro ieri. Cerchi di capire se ce ne sia uno in particolare, io ne ho selezionati tre nella mia TOP Hundred (ten è troppo riduttivo), ma dei quali non mi azzardo a parlare.
Le pareti celestine a righe della mia stanza mi sorridono, e quel cassetto è troppo vicino per non aprirlo, il cassetto delle lettere, però faccio una cosa inaspettata, lo apro, prendo l'involucro di plastica trasparente, che contiene lettere di amici e amiche, ti fidanzati, di mia madre e mie, e dopo 10 secondi lo rimetto al suo posto.

Non si vive di passato, e delle volte (udite udite) non si vive neanche di presente, delle volte quelle emozioni presenti ( e per questo reali) non meritano credito, ma se ci ponessimo questo interrogativo smetteremmo di vivere, e quindi meglio evitare. Penso, delirio da temperatura troppo alta che domani passerà, che dovremmo vivere di noi prima di tutto, delle emozioni che noi stessi sappiamo darci, non contare sul prossimo troppo. 

Continuerei a scrivere e a straparlare ma mi è venuta fame, e quindi vi lascio, sperando che la febbre, e tutto quello che l'ha scatenata passi presto.

mercoledì 5 ottobre 2011

Regole Universali

E' scientificamente provato, e stabilito che nel momento in cui ti senti il più grande cesso del mondo, alzi gli occhi e incontri l'uomo perfetto.

Seduta nel salotto all'aperto di Palermo, per chi non lo sa è Spinnato in via Principe, sorseggiando un caffè freddo, e parlando delle prodezze dell'esame di Franceschina, ho un certo mal di testa. E' tutta la mattinata che ho dolori, mal di testa, un leggero senso di nausea, e mal di gola, chiari sintomi di influenza, che decido stoicamente di ignorare. Col sorriso inebetito, di chi ha appena giunto un traguardo, e nel migliore dei modi anche, Francesca parla, e io l'ascolto e mi guardo intorno, uomini d'affari prendono un caffè per la loro pausa, donne con buste di shopping, gruppetti più o meno etereogenei che passano e spassano nel cuore liberty di Palermo.

Come detto precedentemente, oggi non ho una bella cera, i capelli non sono in piega, ho messo la prima cosa che ho trovato, e mi sono truccata piuttosto di fretta, data la sveglia alle 7,00 del mattino, ho le mie scarpe rasoterra e sembro una nana, gli occhi lucidi dei sintomi influenzali e la schiena curva perchè mi fa male, insomma sono un CESSO ambulante, ma...arriva Mr X!
Francesca parla e non si accorge del mio sguardo "alloccuto" (questa proprio non saprei come tradurla, è lui, il mio futuro marito), ne sono certa.
Ricci corti castano chiaro, Rayban, giacca marroncina jeansata con toppe di camoscio più scure, pantalone color nocciola, mocassino di camoscio marrone, 24h, alto alto, non troppo magro, anzi, con un pò di pancetta, alza gli occhiali e non mostra segni di frocismo acuto (tipo sopracciglia ultradepilate), barbetta da intellettuale.  In poche parole l'uomo dei mie sogni!

Si siede due tavoli avanti a noi, ma uno sguardo riflesso agli occhiali di Franceschina, mi fa ricordare la mia indecente condizione di cesso ambulante, e mi nascondo quasi. A questo punto resta solo da ascoltare e carpire qualcosa. Parla al cellulare e dice "ho finito l'udienza, prendo un caffè e torno in studio", CACCHIO è avvocato, prima nota di demerito! Perchè una la prima volta ci casca, la seconda pure , la terza non sei stronzo tu ma sono cretina io! Demoralizzata, e facendo parte della categoria che è stata esclusa dalla mia rosa di pretendenti, cerco di carpire qualche altro particolare che possa portarlo in alto di nuovo.

Mr X ordina, una brioches e udite udite UN CAFFè RISTRETTO! A questo punto è chiaro che sia il mio uomo, in quanti siamo che ordiniamo il caffè ristretto? Stava leggendo un libro, non so quale non l'ho visto, purtroppo, che mi abbia guardata è sicuro, perchè io mi sono inforcata gli occhiali da sole, quantomeno per nascondere le occhiaie invadenti (brutte stronze), ma io ti ribecco!

Al costo di appostarmi lì dalle 11,15, alle 13 di ogni giorno io ti ritrovo!
Ed altro che Nana, depressa, influenzata in jeans e camicia  anonima, troverai la superdonna della tua vita!

Ora se questo cacchio di mezzo mediatico servisse a qualcosa, o se fossimo in una commedia americana, lui, per un caso fortuito, leggerebbe il blog, risalirebbe al mio nick, mi contatterebbe, mi inviterebbe a cena, poi ad un aperitivo, poi cinema, poi di nuovo cena, poi non si puòò dire, e poi (sottofondo di musichetta nuziale ) convoleremmo a giuste e rispettose nozze, e VISSERO FELICI E CONTENTI.

Ma questa è la realtà, io sono la frana che sono, e ad ammiccare non sono capace, tantomeno abbordare in un Bar, e quello che resterà è che lì da qualche parte c'è il mio tipo ideale!
tutto il resto...??? Non c'è resto!

martedì 4 ottobre 2011

capitolo 15

"Il mio compleanno si trasformò in una nuit blanche che non voleva finire. Molto dopo mezzanotte Andrè mi aiutò a infilarmi il cappotto rosso e camminammo per le strade silenziose come sonnambuli, abbracciati stretti e sognanti. ongi pochi metrei ci fermavamo per baciarci, e ci mettemmo un'eternità ad arrivarre a casa mia. Ma, in quella notte che non conosceva limiti, il tempo non aveva alcuna importanza.
Quando mi chinai per aprire la porta, Andrè mi baciò la nuca. Mentre lo tiravo lungo il corridoio, mi circondò con un braccio e posò la mano sul mio seno. In camera fece scivolare le spalline del mio vestito , poi mi prese il viso fra le amni con una dolcezza infinita. "Aurèlie", disse, e all'improvviso mi baciò con tanta passione da farmi girare la testa. "La mia bella bellissima fata". Quella notte non ci staccammo un attimo. Esisteva solo la nostra voglia di toccarci, la nostra voglia di soprirci. Non lasciammo inesplorato, neanche un centimetro di pelle, ogni singolo punto dei nostri corpi fu contemplato con tenerezza, conquistato con desiderio. I vestiti caddero con un fruscio sul parquet, e quando ci buttammo sul letto dove ci perdemmo per ore il mio ultimo pensiero fu che, di tutti gli uomini sbagliati, Andrè Chabanais era quello giusto"

Il capitolo che mi ha fatto riflettere e ragionare, proprio perchè uguali


....da "Gli Ingredienti Segreti dell'Amore" di Nicolas Barreau

Lo consiglio vivamente a chi vuole leggere una storia originale, scritta bene, molto semplice. Sfondo di  Parigi, ricette e sapori francesi che stuzzicano oltre che la mente il palato.

"Cacchio potresti avere una reazione?"

Siamo lì, tutte insieme, "gli specchi dai quali non posso sottrarmi", e la domanda è solo una,  "ma non hai una reazione?".
Questa volta, come mesi addietro, non ho avuto voglia di prendere il discorso, ho aspettato che fossero loro ad iniziare, non avrei saputo davvero da dove iniziare.
Una verità la continuano a dire, "come fai ad essere così ?" e non trovano nemmeno la parola giusta per definire questo "così". Si chiedono come io non provi rabbia, e provo a spiegare che, ciò che provo in realtà, è peggio della rabbia, è pena.
Rientrata a casa riesco a prendere sonno molto tardi, e nonostante siano ancora le 2 i miei occhi sono sbarrati. Tento di arrabbiarmi, tra le coperte immagino una scena e provo ad arrabbiarmi. Forse ha ragione Stefania, "sembri morta", anche piangere sembra essere diventata una cosa impossibile, vorrei reagire come loro, che da brave amiche si incazzano e odiano come se fossero le dirette interessate. Ma su quel divano riesco a fumare, solo una sigaretta dietro l'altra, provo a spiegare, ma non capiscono, forse perchè da capire non c'è nulla.
Stamani, intorpidita dal sonno, dopo aver studiacchiato un pochino, dopo aver deciso di riprendere in mano il mio francese troppo arrugginito, dopo aver controllato la mail, in attesa della risposta che mi permetterebbe di volare, e questa parola ha tanti significati, mi sono seduta in salotto con il libro in mano, quel libro che tanto mi è piaciuto, ma del quale mi mancavano 12 pagine, che non leggevo per la consapevolezza del finale.

Il libro inizia con la storia di una ragazza, che compra un libro in una libreria, lo legge e si accorge che si sta parlando di lei, che i posti descritti, sono i suoi posti etc etc...  Ironia della sorte, quella pagina che non avevo iniziato a leggere, descrive me, e anche te. Parola per parola quello che succedeva, quando per poche ore, siamo stati insieme, ogni parola era uguale. Quella pagina che rimandavo a leggere da mercoledì scorso, vedi tu il destino, di quel libro che avevo comprato il mercoledì prima, il giorno dopo che pensavo di essere "viva" e pensavo di averti fatto sentire "vivo", ha prodotto in me l'effetto che cercavo!

Ho pianto e mi sono incazzata, perchè a rileggersi quando non te lo aspetti, riesci a vedere con lucidità, quanto una cosa è perfetta, e se qualcuno l'ha voluta distruggere, per stupidi giochi, insicurezze, o semplicemente follia, allora puoi avere quel cacchio di REAZIONE.

"Elabora un lutto", mi dicono loro, e io 12 ore fa le guardavo interdetta e rispondevo "E' morto dentro di me", e adesso no, adesso è diverso.

Adesso vedo tutta la cattiveria, l'egoismo, di chi si nasconde dietro la maschera del TI VOGLIO BENE, che credendo nella tua immensa comprensione, pensa di poter fare qualsiasi cosa. Rabbia e pena per chi, non ha nemmeno la coerenza di mantenere quell'atteggiamento. 
Pena per chi, la sua vita non la vivrà mai, ma tenterà di affermare il proprio ego, e la propria frustrazione, con piccoli gesti, costruiti ad arte.
Rabbia invece perchè non ti lascia vivere, per chi, nel suo marciume ti ci trascina, e con la scusa del "tu mi fai stare bene", succhia la tua vitalità. 
E solo il cielo sa quanta vitalità avevo prima di allora, e solo il cielo sa, quanto adesso non ne ho più. Io non ho più richieste da fare a nessuno.
I miei desideri sono cambiati, grazie a te, e adesso si fa strada quel sentimento, il disprezzo, che raramente ho provato, e che, mi sono vergognata di provare.
Io penso di aver solo ed esclusivamente, fatto e dato del bene, e credo che in egual misura questo sentimento verrà trasposto col suo diretto opposto, il male.

Non vuole essere una minaccia, queste ancora non so farle. Ma, sono certa che tutte quelle parole, adesso sono in mano al vento, che l'autunno è iniziato, ed è iniziato pure quello tuo dentro di me. 
Se riuscirai e uscirne vincitore, se saprai un giorno rispondere alla tua fatidica domanda con un Sì, bene sarò contenta, almeno il mio sacrificio (perchè di questo si tratta), sarà servito a qualcosa, ma  sono certa, che questo non ti accadrà.

Sarete contente che la mia diplomazia, è andata a farsi fottere... E gli specchi saranno contenti

lunedì 3 ottobre 2011

Adempimenti

Ci sono riuscita, ci provavo da 3 giorni ma niente. E quello che doveva succedere è arrivato quando non me l'aspettavo.
Sto alla mia scrivania, guardo fuori, i faretti che illuminano il vialetto di casa. Guardo ma quello che vedo è altro, metto su una canzone, mi basta una parola o un cenno.

In un momento in cui tutto potrebbe cambiare per sempre, dove da un lato mi sento la persona più forte sulla faccia della terra, dall'altro, mi sento una nave in mezzo ad una tempesta.
Associo le idee, e la pioggia della tempesta mi fa compiere quello che volevo, per liberarmi. Vedo il mio volto alla finestra, e mi sembra perfetto in questa danza bagnata, un giorno, molto vicina, volando, sarò libera, da qualsiasi scena.

domenica 2 ottobre 2011

Cattiva? Io resto sempre e comunque una Principessa

Stanchezza, voci che risuonano, musica, risa, scene di una multi, appena finita, ma che già mi manca, ma questa è un'altra storia.
Mi chiedo, sono cattiva?
Delle volte la realtà supera di molto la fantasia, e, spesso, non è detto che sia migliore, ci sono cose che pensi di non vedere mai, facce che pensi di essere destinata a vedere sempre sorridenti, voci che cambiano il loro suono, orecchie che sentono cose che non dovrebbero, e corpi che non vogliono più essere toccati, e credo anche profumi che ti auguri di non sentire. E' essere cattivi questo?
Augurarsi di non vedere più un volto, sentire un profumo e tutto il resto?

Fare finta di dormire per riordinare le idee, e farsi questa domanda, perchè?
Non capisco la necessità di far parte della vita di qualcuno, ho molti amici, tanti davvero, e con ognuno di loro c'è un rapporto diverso, ciò non significa che io possa rimanere nella vita di tutti. E' essere cattivi questo?

Non faccio la finta moralista, non è mia consuetudine giudicare senza contestualizzare le situazioni, non faccio la santerellina, anche io ho fatto le mie "stronzate", però penso di essermi sempre posta un limite. Il rispetto, dell'altra/e persona/e. Non penso di aver mai mancato di rispetto a chi, per qualche motivo, si è avvicinato a me per conoscermi meglio, penso, anzi, di essermi sempre, fin troppo, calata nei panni della/e persona/e, tale da comprendere, e giustificare. Ma a tutto c'è un limite, e fissarlo è essere cattivi?

Quando qualcuno ti ferisce, intenzionalmente, nel pieno possesso delle sue facoltà, guardandoti negli occhi, e anche con molto cattivo gusto, si può ancora credere che quella persona ti vuole un mondo di bene? E dire di non crederci è essere pazzi, o cattivi?

C'è una canzone che mi risuona e risuona nella stessa, e non è più la stessa canzone di prima...
"ti ascolto e non rimane niente di queste parole"
Ho sempre preferito la sofferenza all'apatia dell'emozioni. Intanto sono qui , un pezzo di ghiaccio, e non è da me, e non mi piace cambiare me stessa.

Quando, in un qualsiasi tipo di rapporto , padri-figli, amici, d'amore, non c'è più fiducia, credibilità, non ci sono parole, si è svuotato cosa rimane?
Quando la voglia di condividere non c'è più? Quando analizzi tutto e vedi vacuità? Quando guardi una fotografia, e pensi che forse lo sguardo intenerito, è dato solo dalla stanchezza? Quando quelle emozioni sono dissolte?

Cosa resta? Cosa mi resta? Briciole che non fanno per me
Sono cattiva?
Non lo so, ma una principessa, anche se a piedi nudi, non mangia briciole.

giovedì 29 settembre 2011

Un'emozione chiamata AMARE!

Una macchina che si ferma di fronte ad una chiesa, con una sposa dentro. Scena comune penserete, ed in effetti quante volte è capitato di vedere una sposa arrivare in macchina davanti ad una chiesa, pensavo anche io di vedere la solita scena più volte vista.
Lei scende e vedo uno sguardo, un'espressione che ci illumina tutti, le lacrime di commozione arrivano, a distruggere il trucco, ma poi il sorriso prende il sopravvento. Sui gradini c'è lui, che trema e la guarda, innamorato fino all'ultimo dito del piede!
Inizia una celebrazione, che fa commuovere anche i più scettici, gli sposi si guardano e tra il "Sì" squillante di lei e il "Sì" timido ma sicuro di lui, siamo tutti lì, una chiesa piena di amici e di giovani, e viviamo minuto per minuto!
Bellissima e decisa, si aggiusta spesso il velo, lui le da una mano, il parroco chiede a tutti di AMARE, di cercare la pace, dentro di noi e con chi ci sta vicino, e io rifletto. La nuova famiglia appena formatasi, ama e con loro in quel momento in chiesa, amiamo tutti!
Adesso i due ballano, si tengono per mano, tutto il tempo, non guardano gli ospiti in una pantomima di sorrisi ed esposizioni quasi mediatica, come spesso succede, si guardano, si stringono.
Un amore così sincero, spontaneo, onesto, senza filtri io non l'ho mai visto. Ed io che ho visto nascere quell'amore, ne sono fiera ed orgogliosa.
Coronano il loro sogno di amarsi per sempre, e si vede, c'è purezza e naturalezza in tutto quello che fanno, e io sono incantata, estasiata, loro ballano ed il cuore di tutti noi balla con loro.

Succede, succede di amare senza riserve, essere ricambiati, accettare incondizionatamente tutto, l'uno dell'altra, sapendo che non c'è niente di meglio al mondo che stare vicini, stretti in un abbraccio. In questi casi capisco che l'amore, non è un obbligazione sociale, dove sento il matrimonio come un'istituzione morale e necessaria per il coronamento di questo, dove la festa non durerà solo un giorno ma sempre, anche quando gli ospiti saranno andati a casa, i regali saranno stati scartati, i confetti mangiati, la festa continuerà e sarà sempre più grande, più emozionante, con le sorprese che giorno per giorno la vita regalerà.

Oggi ho visto la felicità, quella vera, la felicità nonostante tutto, la felicità di chi non si piange addosso ma decide di vivere.

Da bambine sognamo quel vestito bianco, ma poi cresciamo, e delle volte non lo sognamo più, i fatti contingenti alla nostra vita, delle volte, non ce lo fanno più desiderare.Io non lo sogno più, non sogno più l'abito bianco, ed il pranzo a buffet, una cerimonia veloce, una macchina che guido io stessa, non sogno più quel matrimonio che tante volte avevo immaginato, e non perchè ci abbia perso le speranze, ma perchè non ne sento più l'esigenza, e forse, fino a stamani, non sentivo nemmeno l'esigenza di amare. Oggi queste due splendide persone, me l'hanno fatta tornare.
Voglia di essere amati, con una semplicità quasi disarmante, quando sai quello che dire, nonostante il cuore ti batta forte, guardare negli occhi la TUA persona, e non avere bisogno di altri contorni.

Non mi accontenterò, per niente di meno di quello che ho visto oggi, non mi basteranno le briciole, o i rapporti di facciata, o l'esigenza di una compagnia; i rapporti infiocchettati li lascio ad altri, le storie da film, i romanzi da soap opera, li lascio ad altri, il romanticismo, quello forzato e stucchevole, lo lascio ad altri... IO voglio solo un'emozione... QUELLA DI AMARE

martedì 27 settembre 2011

Una canzone...

Stavo seduta, guardavo un  paesaggio a me sconosciuto, e l'autostrada correva. Lottavo, a tutti i costi, con l'adrenalina, che faceva tremare il mio corpo, ma non tremavo di paura, parole e canzoni si alternavano, in una scena diversa da molte altre. Sguardi stranamente complici, c'è un'aria elettrica, due persone che si studiano.
Guardo fuori dal finestrino, per dissimulare ciò che mi passa per la testa, anche se non so ben decifrarlo, stupore,  allegria, paura. Vorrei prendere uno di quei dannati biscotti, che ho in borsa, ma non lo faccio, in effetti non ho fame. Parlo di me, tanto, ascolto a mia volta, ascolto ancora e non mi stanco. Mi sento denudata da alcuni sguardi, provo a non arrossire, ma mi piace, mi piace essere guardata in quel modo, mi piace.
Ad un tratto una canzone, esce dall'Mp3... e sento una voce che inizia a cantare, mi prende la mano, e canta, "Call me irresponsible..." , rido complice, rido complice a quella dedica,  a quella faccia da corteggiatore impenitente, metto subito gli occhiali da sole,  ma quello sguardo passa anche attraverso. Dopo quella canzone, è come se quelle strade le conoscessi, è come se quella macchina la conoscessi, mi oriento in posti mai visti prima. Può succedere?
Una canzone, una scena buffa, e il sole che filtra dal vetro, e mi batte sulle gambe, il mio cellulare che squilla in continuazione, fotografie fatte per immortalare qualcosa di bello.

Una canzone, che scopri in un CD in macchina di tuo padre, qualche mese dopo, e fai un salto indietro. Non c'è più niente adesso, ma questo si, è rimasto, un'emozione e uno sguardo impertinente, accompagnato da una canzone impertinente                                                    

lunedì 26 settembre 2011

una vecchia copia...

Sveglia dall'alba, e più tesa di una corda di violino, stamane, mi sono messa a rovistare vecchie cose, quaderni, diari, vecchie lettere. Delle volte fa bene rileggere il passato, delle altre meno.

Stava ancora lì quella lettera, che scrissi 6 anni fa, la brutta copia, piena di cancellature, e prove, Insieme a quella vecchia lettera giaceva la vecchia Chiara, e per la prima volta, da quando tutto questo è iniziato, non ho sentito nulla rileggendola, non ho sentito niente. Ricordo che ne ho scritte tante di lettere a quell'indirizzo, con carta da lettere rosa e verde chiara, le prime allegre, parlavano delle mie giornate, a cadenza settimanale, le ultime sempre più di rado, su fogli di quaderno appena imbustati, e non si parlava più di me, di come era andata la lezione di Storia Contemporanea, piuttosto che di Linguistica, si parlava di Te, si iniziava a parlare al passato.

Oggi vorrei che la mia vita prendesse, questa piega che sogno, ed il mio sogno stavolta è tutto mio, non è accanto a nessuno. C'è stato un tempo in cui ero sempre la più brava, c'è stato un tempo in cui ero fastidiosamente felice, e in quel tempo ero concentrata su di me prima che sul resto. Una settimana fa partivo per Pisa, carica di speranze, per aver finalmente avuto il coraggio di realizzare una cosa, che avrei dovuto fare almeno 5 anni fa. Oggi sono nervosa, perchè forse si sta realizzando.
Il mare è nerissimo, sembra che l'estate sia scomparsa, c'è vento, mi vedo riflessa sul vetro della finestra, i miei occhiali scivolati, una coda alta e un'espressione strana.

Certe persone passano dalla tua vita, ci restano secoli, e poi vanno via, lasciano un solco incolmabile ma poi? Quando avrai il coraggio di guardare in te, quando avrai il coraggio di non abbandonarti alla sofferenza per comodità, quando avrai la lucidità necessaria per godere di altro, ti volterai indietro, guarderei il tuo cuore, e non troverai più quel solco.

Scrivere a mano, un'emozione desueta, che nessun BLOG, nessun testo di word potrà mai sostituire. Toccare quelle parole, rileggerle, sfiorare la carta, odorarla in cerca di una fragranza che indichi cosa si stava facendo in quel momento, nessun PC, potrà mai e poi mai sostituire, una lettera, nessuna mail, per quanto bellissima, può dare lo stesso brivido.

domenica 25 settembre 2011

Perchè continuiamo a fare capitomboli?

Serata magnifica, cena ottima, comitiva alternativa, la mia, che uscendo dal ristorante decide di entrare da..."tutto 1 euro", siamo molto originali, ma?
La sottoscritta, celebre per cadute, capitomboli, truppichii (inciampi), di ogni genere e sorta, riesce a cadere nel modo più bislacco, che esista... Un tombino, con due maniglie per apertura, e i miei delicati piedini da Principessa, inciampano non su una delle due maniglie, ma, su entrambe. Quante erano le probabilità che ciò accadesse? Meglio non dare una risposta, perchè non credo che ci sia. Risultato, escoriazioni sul lato sinistro, gomito, polso, ginocchio, caviglia, uno strano bubboncello nella caviglia destra, e dolore atroce alle ginocchia quando scendo le scale...

Perchè continuiamo a cadere? Nonostante le buone intenzioni, di stare attenti a dove si mettono i piedi. Perchè continuo a cadere, nonostante decida di stare scalza?
Non so se queste cadute siano una metafora della mia vita, non so se sono semplici risultati di una testa tra le nuvole, o del mio piedino 35/36 troppo delicato per supportare buche.

So solo che quando si cade fa male, tanto, che forse tutti dicono " è il colpo adesso ti passa", e te ne convinci, poi però ti svegli il giorno dopo, e il dolore c'è ancora, lieve ma continuo, non pulsa più ma c'è sempre...

Quante volte ancora cadrò?
Staremo a vedere...

Provo a non cadere, incam

venerdì 23 settembre 2011

A sorpresa... Gli specchi della mia anima

Avevo preannunciato altri post, ma circostanze contingenti, emozioni, parole, scontri, riflessioni, risate e tutto quello che c'è dietro, rendono questo post, necessario e non per questo meno piacevole da scrivere!
In un vecchio blog, avevo già parlato di loro... Gli anni passano, e le cose cambiano tanto, anche se spesso ai nostri occhi sembrano statiche, esaminandole ci si accorge di tante cose.

Nella mia vita, la cosa più bella che ho, è l'amicizia. Sono circondata da amici, alcuni più intimi e altri meno, ma mai, sono rimasta sola. Poi ci sono delle Sorelle, delle AMICHE delle quali proprio non posso fare a meno, alcune ci sono da tempo immemore, altre da poco, ma, oggi, immaginare la mia vita senza di loro significherebbe non immaginarla affatto.
E a ridosso dell'attesa di una notizia, che potrebbe davvero, e definitivamente, portarmi via, credo di dovergli qualche minuto  del mio tempo. 
Una per una, nella speranza di fare commuovere le più ciniche, fare ridere le più musone, e dirvi quello che già sapete.  SIETE GLI SPECCHI DELLA MIA ANIMA , QUELLI DAI QUALI NON POSSO SOTTRARMI.
Non inizierò con una classifica, l'ordine è casuale, ma la prima, non me ne voglia nessuno è lei.

Sono passati 11 anni e un mese da quando io e te, ci siamo guardate negli occhi e abbiamo detto silenziosamente che non ci saremmo mai lasciate. Quando sei entrata a far parte della mia vita tutto è andato al suo posto. Chissà se ti ricordi, che ero più ribelle, meno conformista. La scena più bella di quella Londra che ci ha unito per sempre, è un gradino di Candemn Town dove, dopo aver comprato uno zainetto orrendo di piumino, prendi il cellulare e mi fai leggere un messaggio, i tuoi occhi a mandarla obesa sono felici e sorridono, i tuoi capelli corti e con delle strane righe bionde/rossastre  incorniciano il tuo volto, e quei cacchio di pantaloni VIOLA che non ti levavi mai, rimangono con me. Ricordo dopo un mese che ci conoscevamo, che senza indugi mi hai cazziata al tuo solito! Adesso è un'abitudine, ma quella fu la prima volta "Scusami ma tu non avevi detto no? Adesso che ci piangi?" Per una volta un'amica che non mi assecondava e basta, per una volta un'amica che mi ha sempre detto tutto, nel bene e nel male, anche a rischio di perderci ci siamo detti la verità. Ricordo i tre mesi più brutti della mia vita, e li ricordi anche tu, i mesi senza te, quelli in cui avevo deciso di svoltare a modo mio. Sei tornata per fortuna, e ho smesso di rovinarmela la vita. Ti ho detto tante volte il bene che ti voglio, e non lo ripeto. In una lettera mi scrivesti una volta, "io so che un giorno andrai fuori, e forse il nostro desiderio di avere due case vicine con i nostri figli che giocano insieme non si realizzerà", forse non avremo figli che giocheranno insieme un giorno, ma mi auguro che un giorno mia figlia possa avere una persona come te al suo fianco.  L'altra cosa che amo di noi, è che io odio i tuoi ex e tu i miei, più di quanto noi stesse li odiamo, e il nostro istinto di protezione è simile a quello di una leonessa coi suoi cuccioli. Nella vita avrai il meglio, e io sarò sempre al tuo fianco.

L'altra è la persona che mi ha fatto ridere di più in vita mia, forse la più buona che io conosco, forse anche troppo. Mi rivedo in te, sempre e ogni giorno che passa, non riesci a portare rancore a nessuno tu, hai una dignità impareggiabile, e fai star bene chi ti sta vicino. Tu non giudichi, tu ironizzi. Eravamo in vacanza 2 anni fa, all'ora non eravamo amiche così, ti raccontai di una cosa che avevo saputo, e che mi aveva scombussolata l'esistenza, te lo raccontai di fronte ad un pezzo di rosticceria, e tu ascoltavi parola per parole, non hai giudicato nulla, non mi hai detto niente di particolare, ma poi quella sera facesti di tutto per farmi sorridere.
Sarai una grande donna, perchè hai il più alto senso di umorismo che conosco. Perchè quando stiamo parlando di una cosa triste, tu ci guardi e te ne esci con una delle tue imitazioni. Tu meriti tanto, e se eviti di fare i miei stessi errori, cortesemente, puoi riuscirci. Mia figlioccia, colei che sa essere sexy, ma anche zulù. Quando stavo a Roma e mi mancavi, dopo una telefonata su skype fatta con te, mi ritornava il sorriso. Non cambiare mai per chi te lo chiede, resta così, perchè non ce ne sono di uguali per fortuna.

E adesso a te signorina, la nostra amicizia è iniziata con un torto enorme, non sei venuta alla mia Laurea, ti vergognavi, e qualche mese dopo sei diventata indispensabile. Litighiamo spessissimo, e dall'esterno, sembriamo quasi che non ci tolleriamo, ma lo sai quale è la cosa bella? Anche se non tollero i tuoi giudizi perentori, non posso farne a meno, perchè non posso fare a meno di te. Più volte mia hai messo allegria addosso, e delle volte non mi aspettavo che tu fossi in grado di piangere. Ti vedevo spigliata, parlare di tutto senza rossori mai, e tu studiavo. Volevo capire se c'era qualcosa dentro quel tuo scudo, da ragazza cinica. 
Si c'è una donna in grado di amare, che sente il bisogno di farlo, ti ho sentita amare, ti ho sentita sperare in delle persone, che però non avevano il coraggio di scegliere. Ti ho visto prendere delusioni cocenti, e avrei tanto voluto proteggerti, vorrei stringerti e vorrei che credessi di più in te, vorrei rivedere quello sguardo scanzonato di quando ti ho conosciuta. Anche se dico di disdegnarlo, io voglio il tuo giudizio, voglio il tuo parere, perchè credo in te e nei tuoi pensieri. E poi voglio darti anche un morsetto posso???

I Club Service servono a prestare servizio alle nostre comunità, almeno così impariamo nei corsi di formazione o simili, ebbene i club service servono anche a farti conoscere persone meravigliose, che in pochi minuti diventano pezzi imprescindibili della nostra esistenza. Ci siamo conosciute con uno sguardo di fuoco, ci siamo viste rivale, e non tollerate per qualche settimana, poi? Poi una sera, in un pub, dove venivi ospite, ci siamo ritrovate a parlare, prima dell'associazione, poi delle nostre storie, di noi, e non ci siamo più separate. Quanto sei testarda e orgogliosa mia cara amica, quante volte mi sono appoggiata al tuo di orgoglio quando il mio era seppellito sotto terra? Mi hai vista piangere, e ridere di gusto. Ti ho dato le peggiori sveglie del mondo, saltandoti sul letto mentre ancora dormivi. Mi hai appoggiato in questi 10 mesi tremendi e di cambiamento. E potrò mai dimenticarlo? Mi hai sostenuta dove non pensavo di potermi sostenere io stessa. Mi hai coccolato più come una mamma che come una sorella. Tu sei quella che si preoccupa di "selezionare" ipotetici uomini o fidanzati che "niente chiarè è perfetto per te, è come X solo un'pò più alto.." etc etc.
Sono 6 anni che andiamo avanti, e mi auguro che tra di noi ci sia sempre quella condivisione, immutata di qualsiasi esperienza.

La volta invece che ho conosciuto lei, è irripetibile via blog, va censurata fin da subito! Ma quello sguardo di fuoco e quel suo accento, da allora me lo porto nel cuore. Mi porto nel cuore, la persona con degli ideali così forti e radicati da farmi fare degli interrogativi enormi. Porto nel cuore i tuoi ricordi di una sinistra giovanile, o di un PD che per pigrizia, o per inerzia non ho mai vissuto di persona. Il ricordo più forte che ho di te sono un pacco di merit, un pc, dei fogli sottolineati miliardi o triliardi di volte, e la tua tesi che hai ripetuto a tutta la casa.  Cosa non dici pur di non incoraggiarmi? "miiii un campanellinoooo come è che sai tutto?" In realtà mi chiedo che è che tu sappia tutto di tutto, come è che tu non ti stanchi mai di leggere, di credere nella gente, di ascoltare musica, di essere una professionista, ma al contempo di saperti comportare come una 16enne quando si tratta di andare a far baldoria. Sei eclettica, e sei forte, e le tue incazzatine con " tu e tutta la tua settima generazione"  sono tra le cose più caratteristiche della mia vita. Forse tra tutte sei quella che vedo di meno, ma forse anche quella cui un pò vorrei somigliare. Hai saputo fare le scelte giuste, e continuerai, e un giorno io e Stef staremo sotto un palco, ad acclamare il tuo nome, mentre tu gridi HASTA LA VICTORIA SIEMPRE. La tua integrità morale è quella che dovrebbero avere tutti i giovani e ancor più le donne. I tuoi sorrisi dopo un bicchiere di grillo, sono uno degli spettacoli più belli che abbia mai visto, altro che BIG BANG!!!

Molte cose le capiranno solo le dirette interessate, ma una cosa è chiara per tutte, Chiaruzza senza di voi, non sarebbe Chiaruzza, sono un'amica difficile, una di quella che perde le staffe nei momenti bui, sono egoista e delle volte lunatica, ma vi voglio bene