mercoledì 17 ottobre 2012

Delusioni...

Delusione, cocente, esasperata, a tratti annebbiante.
A 28 anni certe cose non le fai più, a 28 certe cose sono già fisse, impostate e anche piacevoli nella tua vita, e non senti il bisogno di cambiarle perchè sono perfette così.
Non senti bisogno di avere amicizie nuove, di quelle intime e viscerali, soprattutto se hai alla spalle più di un amico, che ci sarà "nella buona e nella cattiva sorte". Ma capita, si capita che circostanze, ti portino ad incontrare qualcuno, e quel qualcuno, assuma la stessa importanza delle amicizie secolari.
Ci si fida di quel qualcuno, non si nutrono dubbi, sulla sua persona, sulla sua integrità, viene giudicato al pari degli amici secolari...
Quel qualcuno, senti che è giusto proteggerlo, quel qualcuno senti che è giusto volergli bene e prendertene cura. Pensi sia il caso di mostrargli tutta te stessa, senza filtri, la te stessa allegra, gioiosa, ma anche quella cupa, quella lunatica, pensi che mostrargli il peggio di te possa significare essere sincera, e non mentirgli, mai, anche quando sarebbe il caso di farlo.
14 anni fa avevo trovato un amico così, ed adesso ne ricordo solo il profumo... a tratti neanche il viso, se non fosse per sporadiche fotografie, che decidono di apparire sulla pagina di un social network.
A 28 anni, un altro è entrato così, nella mia vita.
Il mio giudizio era, e sottolineo, era, "la persona più buona, semplice, e strana" conosciuta di recente, una persona aperta al confronto, sulla quale potevo puntare il dito, ma alla quale nel 99% dei casi non avrei potuto negare niente.
Mi sono presa cura di te, forse troppa, ho sofferto di quei "piccoli" drammi. Ho condiviso il motivo della "mia peggiore parte di me". E adesso?
Bene solo un'altra persona mi aveva abbandonato... Sei la prima persona che mi abbandona di "colpo".
Lasciandomi impietrita, facendomi ricredere, non su te, ma su me, su quella che non devo essere. Perchè ci si apre interamente a 14 anni, a 28 si prende quello che si ha, e non ci si fida più ciecamente.
Ho sbagliato, e mi sento sola adesso, per questo, per colpa mia, ma anche per colpa tua.
Se le parole ti voglio bene, e amicizia valgono, le spiegazioni si danno, se sono parole in molteplici lingue, come tante altre no...e tu non ne dai.
Mi sono pure chiesta se la colpa non fosse stata mia, ma sai che c'è? Come ben sai di colpe me ne sono attribuita tantissime, nella mia vita, ma non stavolta.
Sai quale è la novità? Divento egoista, la stronza che facevo finta di essere, e sparisci, sparisci nei meandri più bui, della mia memoria.
Una rabbia così non l'ho mai provata, neanche quando lui mi ha abbandonata, perchè lui non sapeva quello che tu sai, perchè io non mi ero presa cura di lui. Speravo arrivassi con un sorriso, ci ho creduto fino all'ultimo, ma no...
Senza giri di parole, con parole che non si addicono ad una principessa volante ti dico una cosa, STRONZO, si perchè lo STRONZO, stavolta sei tu!
E senza se e senza ma, sono arrabbiata, furibonda, picchierei, e altro che nostalgia, ti darei pugni fino a farti sanguinare. Perchè all'amore che mi delude c'ero abituata...all'amicizia.. NO


sabato 6 ottobre 2012

quella che non sei...

Capita, per qualche ora di essere diversa, ma come dice una famosa "quella che non sei non sarai..." , ma quelle poche ore di "diversità" delle volte possono essere un semplice diversivo. Causerò gelosie forse scrivendo di ciò, ma chiedo scusa.
Era una giornata normale, sveglia alle 3,30, soliti gesti ormai routinari, cappotto dei puffi messo su. Entro in crew room, dopo aver saltato il caffè, perchè il bar era chiuso per ristrutturazione, nervosetta a dire il vero, firmo, cerco la stazione, cerco un PC per fare Ceck in, e inizia il briefing...
Eccomi, al solito sorridente, e felice, per qualche arcano motivo, di volare, di stare lì, sopra tutto e tutti. Questa euforia mi da carattere, e ne sono consapevole. Non posso dire dove andavo, nè con chi stavo. Posso dire solo che quelle ore sono state strane, dove c'era la Chiara che sa flirtare, quella che appare poche, pochissime volte. Quella che abbandona i panni di amicona e diventa ammiccante. Una complicità durata qualche ore, da far pensare ai pax in prima fila che fossimo una coppia, ma è stato bello.
E' stato strano, pensare di aver cambiato, quella che infondo è la mia riservatezza,aver abbattuto per qualche ora, quelli che sono i miei preconcetti sugli uomini in genere.
Fare di tutto per sfiorarsi, ammiccare, dire le "cose giuste". Guardarsi da un lato all'altro, della cabina, essere donna, quella che spesso non voglio essere.
Tutto sembra perfetto, e scambiarsi i numeri è quasi logico e spontaneo...ma...
Si perchè poi con me c'è sempre un MA, qualcuno lo sa bene. Appena sono sicura, fiera e contenta di me, ecco... "U're treating me like a child" e anche se questa frase, in questa circostanza, è uno scherzo, è detta col sorriso, tutto si spegne, si atterra, si apre la L1, e una volta scesa dalle nuvole, torno quella che sono davvero, quella che mt su mt di altezza non cambieranno mai.
L'aria gelida in pista mi risveglia, io non sono così, non posso flirtare e basta, non posso avere un rapporto "per gioco". Io sono una maniaca del controllo, nella coppia, tutto deve essere come voglio io, senza compromessi, è finito il tempo di scherzare, e credo nn ci sia mai stato, preferisco, di gran lunga, lasciarti un buon ricordo, piuttosto che sentirti urlare, tra qualche tempo quella frase, e quella volta sarebbe sul serio.

Ps grazie al cielo ci sono le differenze linguistiche!

Chiaruzza

mercoledì 29 agosto 2012

Così tanto...

Così tanto da far tremare il pavimento, quando quel pensiero mi sfiora; così tanto da essere felice di svegliarmi dopo quel sogno.
Così tanto che quando cammino per questo parco, umido, bagnato, vado piano piano, facendo in modo che l'acqua che sta su quei fili d'erba possa solleticare i miei piedi scoperti dalle ballerine.
Così tanto che sotto un temporale ci resterei, fradicia lì a danzare.
Così tanto che quando i motori iniziano a girare forte, poggio la testa sul mio sedile, e faccio girare i pensieri alla stessa velocità, e vorrei che quel rumore, quel getto di potenza non finisse mai.
Così tanto che vedendo centinaia e centinaia di persone, per una strada, mi chiedo se sappiano.
Così tanto che davanti al mio quadro preferito, ammutolisco, e guardo Venere e Amore, tradirsi e rubarsi tutto ciò che hanno.
Così tanto che tutto quello che facevo fino a pochissimo tempo fa, non lo faccio più, è sparito. Così tanto che il cambiamento di priorità sembra così ovvio.
Così tanto che quel mare quasi non lo riconosco, e che quel tremore mi ha spaventato.
Così tanto che quando guardo da quella finestrella, il mondo sotto di me, so di essere sopra le nuvole, lontano...

venerdì 10 agosto 2012

un post soltanto????

Mesi e mesi, di parole, taciute, archiviate in bozze mai pubblicate, mesi e mesi di cambiamento, dove, forse, il bisogno di scrivere è stato scavalcato dal bisogno di vivere.
Narrativo? No, sarebbe un romanzo, perchè negli ultimi 4 mesi la mia vita è cambiata giorno per giorno, sotto qualsiasi punto di vista, anche quelli che pensavo inaccessibili.
Ho incontrato persone, che sono entrate nella mia vita, rendendomi fiera del mio carattere, come non succedeva da forse troppo tempo. Due sorelle, una minore, rompiscatole, e una maggiore, che RYR mi ha portato via, ma che è stata una benedizione, non pensavo potessero esistere ancora persone così, eppure Miky lo è. Un altra persona importante, non definita, della quale mi sento orgogliosa, e con la quale posso essere "annoying" quanto mi pare, perchè tanto lui mi adora. Anche tu mi manchi tanto, e non vedo l'ora di poter indossare la felpa che ti sei portato via.
Ho cambiato due città, e vivo in quella città che fin da bambina, mi ha vista crescere, che ha rappresentato, tutti i cambiamenti, tutte le sfide, perse e vinte, che mi si sono presentate.
Un lavoro, che mi rende indietro tutto il sonno che avevo accumulato in questi diversi anni. Ho dovuto abbandonare quello che ho di più caro, i miei affetti, la mia famiglia, e miei amici, il mio Leo.
Ma mi piace, mi appaga, non mi pesa. Non mi pesa svegliarmi alle 3 del mattino, per avere un grooming perfetto, volare avanti e indietro, e tornare a casa, esausta, ma con una strana smorfia che somiglia ad un sorriso, perennemente stampato in viso.
Torno a casa e ripercorro i volti che ho visto, le persone con cui ho parlato. Alcuni di loro ti raccontano la loro vita, in pochi attimi, qualche altro è eccitato perchè è in vacanza, e vuole condividere con te.
C'era uno svedese, qualche giorno fa che mi sorrideva dalla poltrona del suo reserved seat 1/alpha, leggeva un libro vecchio, "i lupi mannari", era riccio, biondino, con un viso smagrito, e qualche graffio, ricambiavo lo sguardo, chiedendomi se non fosse lui stesso un lupo.
Una cinese, di ritorno da Murcia, sempre all uno alpha, la fila era vuota, prima del decollo, aveva iniziato a piangere, chiedendogli se stava bene, e portandole un fazzoletto, riesce solo a dire, mi ha lasciata l'ho trovato con un'altra.
Una signora francese, da Lourdes, con il marito, non credevano avremmo suonato la Fanfara, e chiedendole del libro che sta leggendo, rido, lei mi suggerisce di comprarlo "io sono troppo vecchia ma a te serve". Ho comprato Fifty Shades, non è stato un gran consiglio, ma credo, da come stringeva la mano a suo marito, vividamente innamorati, e dipendenti, anche se avevano passato la sessantina, cosa volesse dirmi. I bambini che riesco a calmare dandogli un bicchiere di plastica per giocare, e le mamme che mi ringraziano, e la mia profonda invidia per la maternità.
Il bambino che sapeva a memoria la Safety Demo, e che mi dice, "I wanna be a CCM".
I ragazzi in vacanza, che vedendo una crew tutta al femminile ci propongono di sposarci, e noi sorridendo, riusciamo a vendergli tutto il contenuto del bar e molto altro, e correndo nella back galley, ci sganasciamo dalle risate per la loro stupidità.
Lo scherzo fatto a quel passeggero che si è rivelato irriverente, e non ha voluto mettere la valigia sotto il sedile, ed essendo seduto inboard, ha la stupidissima idea di addormentarsi, e arrivando lì col trolley "ANY DRINKS!", e poverino si sveglia, ti guarda, e tu gli sorridi dicendo, "oh, I'm sorry about that"...
Il N.1 che si incazza perchè tutti si alzano nonostante il segnale della cintura sia ancora on, e siamo ancora nella taxyway, e dice "Passengers SIT"...manco ai cani.
Il lavoro che c'è dietro, per fare in modo che quel volo sia sicuro, e la gente che vede solo trolley bar. Lo sforzo di lavorare con persone conosciute, e di renderle parte della tua vita per quel giorno, per creare un team work. Ogni CCM che sale a bordo coi suoi pensieri, e gioco forza li lascia a terra, perchè altrimenti la giornata non finirebbe. Un Capitano che per "alleviare" il lavoro del velocissimo 25minutes tournaround mette la musica dalla Flight Deck.
Ogni giorno è diverso, ogni giorno incontro volti, che per qualche minuto entrano a far parte della mia vita, per poi sparire per sempre dietro la L1 o la L2.
Mi ha cambiata questo? Sì... Ma ha fatto ritornare anche quella che ero... Facendomi capire che ho trovato quello che voglio fare, anche se è dura, soprattutto quando scopri il "Secure the Toilet"! Ma sono brava, lo sono davvero, e porto a bordo la migliore parte di me, quella di cui tutti sono fieri, quella che ha fatto innamorare le persone di me. La parte che mi permette di scherzare con i colleghi, che a fine settore mi dicono "oggi è stato bello sentire la tua allegria ci hai contagiato". La mia tristezza la lascio a casa, la riprendo quando entro in questa stanza, orrenda, che spero di cambiare, nella "casa degli orrori"!
Ogni tanto penso al passato, ogni tanto rido di quel passato, e ringrazio tanto Micheal O'leary di non darmi troppo tempo per pensare, perchè mi sta rendendo una persona migliore...e come potrete notare sempre più modesta ;)
La principessa ha messo le ali al posto delle scarpe...
Spero di esservi mancata
C.

giovedì 17 maggio 2012

Avevo un piano...

La dura verità, che nego, continuo a negare, e se Dio vuole, continuerò.
Avevo un piano, perfetto nella mia mente, potevo cambiare tutto, sogni aspirazioni, tutto.
Fallimentare forse? Fallimentare adesso sicuramente.
Ci sarei riuscita, a farlo funzionare, a renderlo credibile, sarei riuscita a reprimere i miei istinti capricciosi, ed ad accettare di essere tollerante, avrei imparato a non avere, a tutti i costi, la situazione sotto controllo, piano, piano, una volta che mi sarei fidata al 100%. "Che farai quando il peggio di me uscirà fuori?", "tu non hai un peggio.." Ed infatti...
Forse ammettere la verità la farebbe superare prima?
Mi manca, quello squillare del telefono, mi manca avere una sveglia personale, mi manca non voler scappare di casa, mi manca preoccuparmi di non avere il telefono carico. Mi manca non leggere frasi a me dedicate, mi manca fare la voce da imbecille solo per essere coccolata, mi manca essere rilassata, mi manca essere adorabile, mi mancano i lividi, mi manca il mio tatuaggio, i soprannomi, le schifezze. Mi mancano le critiche, i pizzicotti, la tua risata del tutto stupida, mi manca interessarmi a qualcosa che non mi appartiene, mi manca quell'odore così forte, che la prima volta rimase un'ora sotto il mio naso. Mi manca essere morbida, mi manca incastarmi, mi manca un bacio in fronte.
La verità, è, credo, che tu mi manchi tanto... La verità è, che un'ennesima volta non ho detto in tempo quello che avrei dovuto, e non ho fatto quello che avrei voluto...
La verità è che avevo un piano, e adesso un altro....

martedì 1 maggio 2012

Fotografie

Quando la tua vita sta per cambiare, quando le certezze sono in realtà un punto interrogativo grande come un Boing 737-800, non puoi fare a meno di non pensare, di non ricordare tante cose.
Ricordi di bambina, di adolescente, più o meno recenti, istantanee fotografiche, archiviate in cartelle separate, con nomi e soprannomi, nel nostro cervello e non solo. Ce n'è una spesso aperta, sul pc, dove guardo foto solo mie adesso. Un'altra in testa, solo mia, che si apre se mi fermo a pensare qualche minuto. Istantanee, non momenti, solo fotografie. Fotografie di un mare calmo, con un vento che mi scompiglia i capelli, in un abbraccio quasi soffocante, con occhiali da sole che schermano il volto "io mi perdo guardando il mare, mi perdo ancora di più stringendoti mentre lo faccio", e io sorrido, e click, eccone una. Il vento è più forte, c'è una panchina, un paesaggio completo, una promessa, "qualsiasi cosa accada ci sarà questa data", e click un'altra ancora. Un teatro alle nostre spalle, io in punta di piedi "tutto questo è incredibile", e click. Stretti, forte, con due occhi che si guardano, e "ma è davvero così speciale stare con me?" "Sì", e click. Uno sguardo da lontano "finalmente riscuotiamo" click. Una tavola, io non mangio quasi nulla, bevo del vino "certo è strano" e click. Tanta gente, tutti per me, delle foto reali, e io che guardo uno sguardo che non conosco, che non sono abituata a ricevere, e di nuovo click. Tanta gente di nuovo, sempre per me, e tu che mi stringi, e sparisce tutto per trenta secondi, l'ultimo click sincero forse.

Fuori, lontano, più lontano che non si può, tra le nuvole, a stringere l'ebbrezza di una vita che ho sempre voluto, sognato, e per qualcuno forse rimandato. Nella città che sento più mia,  il segno che se mi hanno spedita, tra 100 basi giusto lì, è il segno che la mia vita inizia, dal punto migliore!
Non vedo l'ora di poter stare nella mia casetta, svegliarmi al mattino prestissimo, e volare...
Tra le nuvole farò nuove istantanee, e sarò lì con me stessa, ristabilendo l'ordine naturale delle cose, e forse chiudendo quella cartella privata che è nominata con due buffi, adesso quasi stupidi soprannomi.

lunedì 16 aprile 2012

Che favola è se non finisce?

Una telefonata breve "Sono arrivato, sto di fronte la stazione", e avevo preso quell'ascensore, di un palazzo a me sconosciuto, felice. Era stata una giornata fortunata, splendida dalle prime luci dell'alba, avevo conquistato il mio futuro e anche se consapevole ne ero ancora ignara. Indosso un vestito troppo leggero per quella notte di fine estate, e i tacchi vertiginosi, che non sono abituata a portare, mi sembrano stranamente comodi.
C'è sempre una stazione nei nostri incontri, dove aspettiamo palpitanti di rivederci. C'eravamo lasciati con una promessa che non avevamo rispettato, un arrivederci mai riscattato.Ho  in mano un libro, e tento di nasconderlo dietro la schiena, mostrandomi sicura, ma tu corri   verso di me, mi sollevi senza guardarmi nemmeno negli occhi. "Sei il solito.." e "Come sei bella Chiarina" e saliamo in macchina. Quella strada sconosciuta corre, anche troppo, ma non mi fermi a pensare, so di essere lì con te, al sicuro.
"Mia madre non lo deve sapere, non lo deve sapere..." cantiamo ridendo come due matti senza un motivo.
Il ristorante lo troviamo quasi subito, ed il "aspettavamo Lei e La Sua Signora" ci fa morir dal ridere. Ordini tu, come se sapessi quello che mi piace, a proposito come lo sapevi? Parliamo della mia giornata, per una volta riesci a stare zitto, ed ad ascoltare, riesci a metterti in secondo piano, siamo uno di fronte all'altra e più volte tenti con indifferenza di prendermi la mano, ma non lo fai, hai paura che possa scostarla, al quarto timido tentativo la prendo io... Colpa del vino sardo? A proposito buono, te l'avevo detto?
Fai violenza su me stessa ordinando, quel caffè, "bevilo d'un sorso Chiarina che scalda". Io ti ascolto, mi fido e... Effettivamente mi ha scaldata, peccato aver tralasciato il particolare che fosse corretto, specialità delle casa.
Usciamo, non ho voglia di salire in macchina, ciondolo sul marciapiede e tu provi ad abbracciarmi "Non ci provare", "certo certo" dici, ma pensi tutt'altro, mi distraggo un attimo e mi prendi in braccio, a tradimento direi, e mi porti fino alla macchina.
Facciamo qualche Km, e quella Terrazza si para davanti a noi. Scendiamo, tenendoci per mano, non ce la fai più, anzi non ce la facciamo più e ci baciamo. Che ci importa? In quel momento cosa ci importa della nostra promessa fatta? E' tutto giusto in quel momento, l'attimo, il posto, noi due. Solo in quei momenti siamo giusti, e solo in quei momenti lo siamo stati. Mi allontano ridendo e mi tiri a te, balliamo, sembra un film, felliniano anche questo, felliniano come al solito, come ricordavo, da oscar. Siamo complici di quel momento, di quel momento e basta, dove tutte le cose brutte che abbiamo vissuto, sembrano sparire. Camminiamo come se l'avessimo sempre fatto, ci guardiamo come se non avessimo mai guardato altro. Due vecchietti sulla settantina,   sono anche loro mano nella mano, su una panchina vicina a noi, ci guardano, ci fanno cenno col capo. Hanno immaginato che un giorno saremmo stati come loro, ma loro sono la realtà, noi siamo solo la favola.
Io rido, e ti prendo in giro, ti dico che non ci casco, forse ci credo forse no, tu senti un treno in lontananza, io non sento rumori eccetto i nostri e la risacca. Ti spingo a vedere il mare da vicino. Non porto l'orologio, non guardo il telefono, non c'è nulla oltre quella Terrazza, in un posto che non mi appartiene, con una persona che per quel momento è mia. "Perchè è tutto bellissimo?" "Perchè siamo noi, perfetti sulla carta, imperfetti nella realtà", è questa la risposta.

Avevo bisogno oggi di questo ricordo, in questo momento di estremo cambiamento, avevo bisogno di sapere da dove era partito tutto, da cosa era venuta quella decisione. Tu oggi hai pensato alla nostra, solo mia e tua, Terrazza, in un momento di paura, e io oggi avevo bisogno di ricordarlo, di ammettere che ho paura.
Finchè vivremo, e lo faremo per tanto tempo, finchè vivremo racconteremo questa storia a noi stessi, sapendo di poter contare, nonostante le maledizioni e il male che ci siamo fatti, l'uno dell'altra.
Inconsapevolmente oggi mi hai donato quel sorriso, il nostro, silenzioso, complice sorriso.
All'epoca della Terrazza eri tu che non avevi fiducia in te stesso, di quello che realmente puoi essere, oggi, nel giorno del ricordo, sono io che ho poca fiducia in me, ed il recupero avviene grazie a te.
Non eravamo pronti, e mai lo saremo, due persone imperfette che diventano perfette, per dei momenti, che non possono essere il pane quotidiano, e se lo fossero, smetterebbero di essere speciali.
Non è una storia lunga, ma un racconto breve, un racconto a 4 mani forse.

martedì 3 aprile 2012

Ciclicamente

Riaffiori, a cadenza regolare. Ormai le conto, le volte che succede, come se dovessi annotare la frequenza di un battito.
Io con la mia vita che è distante, anzi di più, dalla tua. Rido sempre pensando, ho pure trovato, in questi anni, ogni aspetto comico di Noi. Non mi importa sinceramente sapere cosa fai, come vivi, e quando per caso lo so, non sussulto neanche più.
Era Gennaio, me lo ricordo, ti ho incrociato, nel mio giorno, quello in cui alla fine partivi sempre. Ti ho avvertito, un attimo, e come avevo preventivato a luglio, niente, sono guarita forse. Oggi è stata una canzone, di quelle nostre, che gli altri non ascoltavano, ma che tu ci costringevi a sentire, con la tua superba voglia di essere anticonformista, rendendoti il migliore dei conformisti.
Due letti, divisi da un separè e noi due, uno ai piedi e uno alla testa, e quella musicassetta, un colore, il blue, ovviamente discutiamo, e tu che mi dici che ho sbagliato, come sempre; forse da allora ho preso a dirlo anche io agli altri. Mentre lo dici, vedi i miei occhi, sono umidi, e allora ti avvicini, cambi discorso, come hai sempre fatto, e mi costringi ad alzarmi, e a leggere un articolo di giornale, mi porti i biscotti e ridiamo, io guardo le tue occhiaie, e ti prendo in giro, le ho anche io adesso sai?
Perchè eravamo legati? Eravamo troppo diversi! Ti ricordi? Io volevo fare l'ochetta, bella e alla moda, tu ti ostinavi a fare il Nerd! Quanto di quel tempo abbiamo passato distesi, sfiorando appena le dita? C'erano ore di silenzio, di odori, e di immagini, solo nostre, solo per sempre nostre.
Adesso che non è più un peso pensare a te, vorrei, forse, vederti, parlarti, cosa ti ricordi tu?
So perfettamente che mi rinfacceresti quella domenica di fine maggio, lo so ma è così, e mi rinfacceresti di essere "dietrologica", e i tuoi occhi diventerebbero piccoli e acquosi, dalla furia, e balbetteresti, come facevi solo con me, e per me saresti insicuro, l'unica al mondo che ti abbia mai visto insicuro, e ci prenderemmo un caffè questa volta, io accenderei la sigaretta, e tu credo un sigaro, ci starebbe nel tuo essere anticonformista snob, con mocassini di pelle rovinata, barbour puzzoso, e mont blanc al tuo seguito.
E sentire quell'odore di zagara, misto a pino, un odore acre ma tuo... e tu? Cosa sentiresti?

ciao pensiero ci rivediamo tra circa 3 mesi...

lunedì 2 aprile 2012

Tre macchine avanti... Una revisione di Priorità Sepolte-Stop alle Censure si riparte

Post censurato ai primi di Dicembre, ma adesso che tutto ritorno come deve essere, mi piace e condivido..

Riprendere qualcosa che ci ha fatto stare bene, delle volte, vale la pena-
Una Spark, 1000 di cilindrata, GPL, per la Cassia, carica di bagagli, e di pezzi della mia famiglia, mia Madre, suo Fratello con sua Moglie, 50 Km da San Casciano Bagni, a San Quirico D'Orcia, e tra quelle curve e quei paesaggi a me poco familiari, i pensieri iniziano a scorrere, pensieri forse molto intimi, che pensavo aver sopito. Mia Madre e i miei Zii parlano, del weekend che volge al termine, e io, al volante con le mani a "9e 15", assaporando ogni curva, come se in quel momento rappresentasse quello che provo, mi isolo, e rivedo le priorità, le mie personalissime priorità.
Rivedo Chiara, che un anno fa era diversa, forse spaventata, con un obiettivo incerto e un trasferimento lontano da casa che pesava come un macigno. Che risparmiava sulle uscite, per comprare un biglietto aereo che ogni 15 giorni la riportasse nel posto da cui aveva fatto finto di fuggire.
Quella Chiara, che da quando aveva avuto memoria, aveva sempre avuto un solo grande sogno, una famiglia.
Un amore, una persona importante che avrebbe dovuto soddisfarla in tutto il suo bisogno di dare e ricevere amore. Una casa in campagna, un figlio, e quella sicurezza, che molte ragazze alla sua età hanno, e che lei desiderava da troppo tempo. Chiara un anno addietro sognava un matrimonio, felice, sereno, guardava abiti da sposa, e casali per il ricevimento. Studiava planimetrie di case e come arredarle, Chiara che comprava dei fiori, sognando che qualcuno glieli spedisse. Tra tante delusioni, quel sogno di un rapporto felice non era mai venuto meno, Chiara che la notte, si stringeva tra le coperte e sognava quell'abbraccio quasi a sentirlo fisicamente, avvolgente come queste curve immerso in questo verde che è ,a tratti, colorato di arancione.
Le voci continuano a parlare ed io a guidare, guardo i Cipressi, e mi rivedo adesso.
Chiara adesso sta per lasciare questa grande e caotica città, ha un futuro certo, un lavoro che sta per arrivare, con una data di scadenza, e cambia tutto.
Per la prima volta in vita mia, non cerco più l'amore, non provo a rimuovere qualcuno dal mio "martoriato" cuore, nè a farlo entrare. Non posso permettermelo adesso, non c'è tempo per questo, adesso.
Per la prima volta, le mie amiche non sentono lagne, sensi di colpa, o rimpianti, nè tanto meno rimorsi, e ritornano a stimarmi.
Per la prima volta, non sento l'esigenza di un rapporto serio, esclusivo, con tutte le formalità del caso. Inizio a vedere i rapporti, tra me e un'altra persona in maniera diversa. Quell'abbraccio, quel "Ti Amo", non ho bisogno di sentirli, non voglio sentirmi legata a qualcuno, come, purtroppo, ho fatto fino ad adesso ho fatto. A che serve?
Forse qualcuno bussa a questa porta, io rispondo, ma non con un avanti...Mi chiedo se si può vivere un rapporto senza pretese, senza un impegno, mi chiedo se si può scampare a quelle convenzioni, di cui fino a pochissimo tempo fa, ero attacata.
Non posso dare garanzie, non c'è tempo, voglio vivere momenti, attimi, intensi, ma non voglio essere rinchiusa in un rapporto, che sacrificherebbe il mio compagno, ad aspettare i miei ritorni. Potremmo vivere, giorno per giorno? Ci riusciresti? O sfaterei il mito, di ragazza seria e a modo? Quell'idea di serietà che ti sei fatto di me, adesso, e che forse, non mi appartiene più.
Un cartello, con scritto "strada del vino d'orcia", mi riporta alla realtà, ma per brevi istanti, ma ritorno a pensare, arrivata a Chianciano, il flusso di pensieri, continua, la macchina non va veloce, troppo carichi e troppo piccola, e sono abbastanza prudente da permettermi pensieri complicati.
Forse un desiderio non cambierà mai, la maternità, e quella paura di non riuscire a stringere un esserino, che viene da me. Mi sento Donna quando ci penso, e mi sento male, quando mi rendo conto che questo non accadrà facilmente. Ho giocato con mio cugino di un anno, ed ho pensato al mio bimbo, al mio futuro bimbo. Quello, dei sogni passati rimane, rimane perchè è il pensiero più intimo che una donna possa avere, più di qualsiasi uomo, più di qualsiasi dolore del cuore. Un essere al quale trasmettere, l'unica vera eredità che possediamo, l'amore, i ricordi, e il nostro vissuto. Paura di morire senza aver lasciato un ricordo di me a qualcuno, a mio figlio.
Guardo tre macchine avanti, che casualmente sono la carovana di parenti e amici, io chioccia piccolina, sono l'ultima, e guardando tre macchine avanti mi rendo conto che è ora di frenare, e con quella frenata si chiudono i miei pensieri. Forse troppo lunghi.

Note: Titolo Tributo al mio ex-Direttore, che ci ha caricati in questo viaggio, alla scoperta dei nostri pensieri, che scrivendo riusciamo ad esorcizzare.

lunedì 2 gennaio 2012

Conquiste e complicità

Cambia tutto intorno, passano gli anni, passano in un soffio i momenti che abbiamo tanto atteso, tutto corre inesorabile, e si trasforma.
Tutti si trasforma, anche quando vorremmo, restasse come è. Cambia nel momento in cui, non si ha la necessità di un cambiamento, cambia nel momento in cui non ti importa più.
Quanto tempo ho aspettato? Tantissimo, desiderando e non avendo.
Era arrivato il giorno della consapevolezza, della conquista della mia vita, con piena coscienza, che non avrei potuto nè voluto cedere a niente, non aspettavo più niente perchè non mi serviva, e non c'era tempo.
Ma il tempo si prende beffa delle nostre intenzione, e le sconvolge, e ci da "momenti" inaspettati, ci consegna persone che ci risollevano dal torpore, e dalla schiavitù emotiva che aveva cinto le nostre vite.
Vorrei, vorrei, vorrei...non posso scriverlo.
Paure ne ho, anzi ne abbiamo tantissime, ma ho, anzi abbiamo, deciso di metterle nel cassetto, perchè del resto è tutto adesso, il tempo che scorre inesorabile, è adesso.
E la malignità passa in secondo piano e diventa motivo di orgoglio reciproco, la lontananza, diventa un modo per costruire momenti unici, punto di forza di un'attesa, che poi finisce, e si conclude in una stretta.
Un gioco di complicità, che non c'era, da tanto da troppo tempo, senza vergogne, senza paura di mostrarsi per come si è, perchè voglio che tu conosca tutto, ma proprio tutto di me.
Non voglio avere segreti, non voglio dire un giorno "ah, se lo avessi detto", voglio essere me, con ogni fibra e molecola di questo corpo.
Perchè la razionalità, il "perdersi consapevolmente" esiste, e resta, le botte di testa no.
E noto adesso tutta la differenza del mondo, tutta la concretezza, che racchiude un bacio, un bacio sulla fronte, e un abbraccio, che si chiude nel freddo umido. Più di mille altre parole, di mille altre promesse (puntualmente non mantenute), si racchiude la cosa più bella...
Scoprirsi complici nel trovare attimi insieme, scoprirsi amici fedeli, scoprirsi "buffoni", scoprirsi pronti a sfidare le nuvole.
Conquistata? Sì con una voglia di sognare addosso che rende tutto più bello.
Ed ogni notte che è passata, e che passa mi lega di più, e tempo adesso puoi correre inesorabile, perchè non ho più paure.

PS Gli elfi sanno tenere i piedi caldi...