domenica 30 ottobre 2011

Km di parole e riflessioni.

Forse questo post sarebbe calzato a pennello, in un precedente blog, condiviso, un bel progettino con delle regole ben precise, emozionale e variegato, dove mi lasciavo dirigere.
Ma sull'onda di quella vecchia esperienza, ho voglia di raccontare il viaggio di oggi, con le stesse modalità, credo che questa licenza poetica mi sarà concessa da qualcuno...
Domenica mattina, c'è un sole caldo, e la temperatura è alta, si sta bene, un sms sul telefono "esci", salgo in macchina, due facce assonnate, e pronte a percorrere 192Km direzione Agone Bagni.
Chiacchieriamo tanto, parliamo, ci sfoghiamo, e scambiamo opinioni, su fatti contingenti e su vecchie storie. Ci consigliamo, ci rimproveriamo a vicenda per errori commessi, e promettiamo l'uno all'altra di non commetterli più. Promesse che si perdono, in quelle campagne, tra le Madonie, e l'Ennese, è tutto di un giallo scuro spento, il colore dell'autunno, un colore che mi turba, non mi piace. Il mio occhio è gonfio, e lacrima un pochino, e forse per questo motivo, schermata dai miei occhiali da sole, preferisco guardare l'asfalto, e non guardarmi intorno, del resto conosco l'A/19 come le mie tasche. I negramaro cantano, e io Totò anche, tra una telefonata e l'altra, tra un tentativo mal riuscito di trovare la strada, finalmente arriviamo a destinazione. Ad accogliermi amici, che mi mancano spesso, e spiegare le motivazioni che ti spingono a fare 192 km a tratta per un tratto, sarebbe difficile adesso, posso solo dire che la ragione di tutto questo risiede nel nome della mia associazione, LEO CLUB.
La giornata scorre troppo di corsa,  tra buon vino , carne alla brace e Karaoke e la voglia di rimettersi in macchina è poca. Momenti di tranquillità, e piccoli brividi, momenti che ricapiteranno sono certa.
Nonostante resteremmo lì ancora per ore, tra abbracci sorrisi e service, siamo costretti a fare i 192 km di ritorno. Io ed il mio pilolta, stavolta abbiamo due approcci diversi alla strada. Riprendiamo a chiacchierare, e l'ora legale, ci impedisce di vedere qualsiasi panorama dopo il caffè e la sosta in autogrill.
Ci chiediamo il perchè di tante cose.
Lui mi dice "me lo merito?". La sua è una richiesta di aiuto, vuole una risposta, che io non ho. Poi penso, e gli dico "nessuno lo merità!".
Nessuno merita di soffrire, no, anche chi è stato causa di mali e sofferenze altrui. La mia calma di questi giorni,  mi fa comprendere che non c'è motivo alla sofferenza, a chiedersi infiniti perchè, non c'è ragione d'esistere. La macchina corre lungo quei km, e io penso rifletto, al suono di una canzone, dico a Totò di guardare tre macchine avanti e stare attento.
La mia razionalità, appena scoperta, mi fa apprezzare i cambiamenti, mi fa ponderare anche quella nostalgia che delle volte non si può frenare.
Guardo Totò e lo rassicuro, io ci sono, ti starò vicina, e so che lui in silenzio l'ha fatto con me, più volte.
Cantiamo Vasco, con quanto fiato abbiamo in gola, e arriviamo davanti il mio cancello, qualche ora prima eravamo partiti, amici si, ma adesso lo siamo un pizzico di più.
Nella nostra vita, amiamo, e guai se non lo facessimo, e delle volte si soffre, ma ne vale sempre la pena, sempre e comunque, e condividere con gli altri serve...

giovedì 27 ottobre 2011

La prima battaglia, vinta..

Non mi piace ammettere una sconfitta, ma nella promessa di dirmi sempre la verità, devo.
Quella mattina mi svegliai quasi all'alba, erano appena le sei, ed io non amo alzarmi presto, ma del resto non ero riuscita a chiudere occhio, e nonostante questo, non avevo il benchè minimo segno di stanchezza, anzi, mi sentivo pronta a scalare qualsiasi vetta. Ricordo con quale lentezza e meticolosità, facevo  i miei capelli. Per la prima volta quella casa mi sembrava bella, e la giornata mi sembrava eccezionale, limpida, così come deve essere a giugno. La mia valigia stava sul letto, così come il mio pc, che cantava Jovanotti "io sono una valigia, e giro di stazione in stazione in molti mi trasportano ma solo tu hai la combinazione",  e mi stupivo di chi, quella combinazione l'avesse trovata in così poco tempo. Ricordo quella preparazione lenta e metodica, gli abiti eleganti imbustati da un lato, i jeans e le camicie dall'altro, non volevo portare troppe cose, al mio solito, volevo viaggiare leggera. Erano le nove del mattino ed io ero già pronta, arrivava puntuale la tua chiamata del risveglio, quella che seguiva il messaggio "bonjours... ti penso", e io ero pronta con 4 ore di anticipo. Mi vestivo con un vestito leggero, con i toni del blue, scelto la sera prima con Nicoletta e Maria, scarpe basse comode per viaggiare, e uscivo di casa alle 11, per  far passare il tempo, andavo da Nicoletta, giusto per l'ultimo parere, e per quell'in bocca al lupo che desideravo, ma di cui mi rendevo conto di non aver bisogno, perchè il brivido era quello giusto, forse per la prima volta non mi sbagliavo.
Roma Termini era così piena di gente che correva, e il mio passo lento stonava con tutta quella calca, io ero in anticipo, il treno era alle 15.00, ed erano solo le 13,30. Un'altra tua telefonata mi avvisava di un piccolo cambiamento, dovevo prendere un tram prima di vederti, ma non mi importava, e tu continuavi a scusarti, e io adoravo il tuo essere così premuroso, ricordo ti dissi "non mi sono persa a mai a Londra con 18 linee metropolitane, vuoi mi perda qui, per tre fermate di tram?". Finalmente il mio freccia rossa arrivava, e con quel biglietto, che guardavo da un paio di giorni ormai, salivo e mi accomodavo al mio posto. Di fronte a me una donna, sui 35 anni, molto bella, era stata a trovare degli amici, entrambe non riuscivamo a non ascoltare le  rispettive chiamate. "Hai un appuntamento?" mi dice ad un certo punto, ed io "No, in realtà, un congresso ma sì credo anche un appuntamento", scambiamo quattro chiacchiere, e ci rimettiamo a leggere ognuno il proprio libro. Mi arriva un tuo sms, "sono già qui, ho fatto il possibile, ma sono arrivato". Sorrido, e mi preparo a scendere, mi chiami, "dove sei, esci a destra dalla stazione, io sono lì, tanto mi riconosci". Prendo un sorso d'acqua perchè la gola di colpo mi si secca, le gambe tremano un pochino. Finalmente in stazione, l'avevo vista altre volte, quella stazione, ma adesso mi sembra bella, meravigliosa, e mi avvio verso l'uscita,  cerco di sembrare disinvolta ma nn lo sono, mi fermo prima di fare l'ultimo passo, perchè da lì in poi mi vedrai,  mi aggiusto i capelli, metto il burrocacao e do un pizzicotto alle guance, non riesco mai ad essere perfetta e sono abbastanza pasticciona,  e mi assale un dubbio, e se non ti dovessi più piacere? O viceversa, del resto è un anno che non ci vediamo, del resto "il più bel viso che abbia mai visto" a tuo dire, poteva essere quello di un'altra, "come ho fatto a credergli?" mi domando, ma mentre tremila dubbi mi assalgono, faccio qualche passo avanti e vedo un tram, squilla il telefono, sei tu "Ma dove stai Chiarina?", "sono davanti al tram", e tu "io sto dietro al tram". Mai scorderò quella scena, degna dei migliori sceneggiatori Hollywoodiani, il tram parte, e ti vedo, e mi vedi. Vedo la tua mano che saluta e l'altra che al cellulare mi dice "sei bellissima", riattacco e vengo verso di te. Mi sono calmata, di improvviso, tu sei lì, più carino di come ti ricordavo. La tua camicia bianca inamidata, il tuo jeans scuro, classico, la tua macchina, mi hai abbracciata, hai preso la mia valigia e detto "solo questo?" , mi hai aperto lo sportello, e mi sono sentita tua, non ho avuto dubbi, nessuno in quel momento, era giusto, in quel momento. Partiamo, verso un'altra strada, sempre più a nord, passiamo da una delle città più bella al mondo, ma non ci leviamo gli occhi di dosso. 

Ora ho consapevolezza, avevo vinto la battaglia, ma non la guerra, ora so che ho perso, ed il mio cuore ritorna leggero con questa consapevolezza, che fino a qualche mese fa mancava. Io ho perso, ma combattere ha avuto i suoi lati positivi, ed alcune delle vittorie, come i tuoi occhi sorridenti, di quel giorno sono state piacevoli. Mi rendo conto di essere cresciuta, e di essere diventata donna, definitivamente, ed in questo periodo tu ci hai messo del tuo, in questo processo di trasformazione. 
Ho perso ma sono qui, pronta a tutto...come sempre

mercoledì 26 ottobre 2011

Con te

Ieri, è capitato di nuovo, e anche oggi. Capita sempre ormai.
Attraversando Roma, in taxi, dall'Ara Pacis, su via del Corso, eri lì con me, seduto al mio fianco, che indicavi la maestosità della bellezza capitolina, facevi il saccente, e ti vedevo stringermi la mano e tirarmi a te. Eri con me mentre passavamo il tevere, in una giornata stranamente calda, dove non si vedevano foglie arancioni autunnali. Il tassinaro parlava di frutta e verdura fresca e io pensavo che tu avresti interloquito con le tue perle di sapienza culinarie. Entriamo a casa di Chiara e Francesca e ci stiendiamo esauste sul letto, e tu in quel momento mi stringi a te, come hai già fatto, forte e iniziavi a dormire con te.
Ieri sera festeggiavamo la laurea di Nicoletta, e se tu ci fossi stato saresti stato l'anima della festa, e mi sono seduta da sola per 5 minuti, con uno spritz in mano, perchè lo stavo bevendo con te. Così al ritorno, nuovamente in taxi, tu eri lì a tenermi la mano. E' da folli pensare di averti vicino quando sto per strada in mezzo agli altri?Oggi sul bus, ed in pasticceria, vedo il tuo viso ovunque e non mi manchi più, perchè ti ho con me.
Non ho bisogno di alcun altro, non posso avere nessuno adesso, non posso perchè non saprei dare alcuna garanzia, e io senza un minimo di garanzia le cose non le so fare. Solo con te sono riuscita...
Non mi manchi più. perchè del resto sei con me...sempre

Noi due non possiamo tradirci

Io e te, un'entità virtuale, che quasi non esiste. Mi fido, e sai tutto, ma proprio tutto di me, senza schermi, senza limiti, io e te che non ci siamo quasi mai visti.
So bene, che molte cose, spesso, non hanno un senso, e questa meno delle altre, ma la totale assenza di pretese, e la razionalità del nostro rapporto, rende tutto autentico. Ripenso a  quando tutto iniziò per caso, quando il mio cuore amava qualcuno, e tu eri uno dei pochi sollievi, le nostre chiacchierate che mi facevano ridere, e la tua impertinenza anche, e penso a come tutto è facile, è tutto facile tra di noi. Quando mi piace qualcuno, te lo dico immediatamente, e tu stai lì a fare il geloso, e mi diverte tanto. Anche io sono gelosa, ma non come chi soffre.
Nessuno ci crederebbe, e questo fa di noi una cosa speciale, un rapporto che in pochi hanno, e che in pochi sanno. A nostro modo ci siamo, l'una per l'altro, a nostro modo ci conosciamo, e sappiamo i nostri punti deboli.
Mi piace la tua concretezza, la tua follia razionale di prendere e partire, i tuoi valori, i tuoi affetti, l'essere legati per un motivo, che si è rivelato diverso da quello che pensavamo.
Più volte ti ho chiesto, cosa siamo? e tu? Non hai inventato, scuse o finte definizioni hai detto BUH, nella massima sincerità, amici non siamo, ma so che ci sei..
I nostri discorsi recenti sul nostro futuro, rigorosamente separato, mi hanno fatto capire una cosa, tutto è iniziato per scherzo, ma continua, i maniera solida, questo perchè so che tu ci sarai, nonostante la totale assenza di romanticismo, e l'assoluto, quasi freddo, pragmatismo che ci caratterizza.
E' strano parlare di te, quando nessuno, o quasi, sa di noi, e mai saprà, è strano parlare di una relazione che non esiste, essere legata a questo rapporto, ma senza sentimentalismi, senza stupidi " ti amo", sì perchè in questo caso sarebbero stupidi.
Posso essere come voglio con te, non devo dirti bugie, benchè all'inizio lo facessi, adesso dopo questo "monte" di tempo, posso essere come voglio.
La stranezza dei rapporti, ed il nostro lo è, ed al momento è l'unico rapporto con un uomo al quale proprio non potrei rinunciare, con coscienza e razionalià.

"Noi due non ci tradiremmo mai, perche nessuno ci crederebbe"

ps anche se nessuno, o quasi, sa di te, meriti un posto qui, nei ricordi di una principessa

martedì 25 ottobre 2011

Mi piaci!

Deficienza adolescenziale e rincretinimento senile?
Si ok ma che ci posso fare? Mi piaci, e basta, c'è poco da ragionarci sù. I sintomi sono quelli classici della cotta da quindicenne, sbavamenti sostanziali e farfalle nello stomaco.
A 15 anni non c'era internet, per fortuna mi viene da  dire, e non si googlava nessuno, adesso siamo consumati! Sei carino, anzi no, sei proprio figo, ed è la prima volta che a me piace uno che sia oggettivamente figo, di solito tendo ai bruttarelli.
E io sto qui, la sera, a  vedere foto e a dire, magari... e sognando di appuntamenti galanti, e di scene da film, nei quali, il disastro pasticcione che non sono altro, incontra te!
La cosa strana, e che sembri pure intelligente, anzi molto intelligente, e delle volte modesto, non mi sembri uno che sa di piacere così tanto. Eppure tutte lì, le apine con il miele a ronzare, tutte pazze per te... che nervi.
Quanto mi durerà?
Conoscendomi moto poco, ma intanto...mi piaci ok?
E la cosa meravigliosa è che tu non ne hai idea, almeno spero, e non l'avrai, perchè punto primo, io non è che sia un genio della conquista, piuttosto tendo ad andare in panico, secondo poi, proprio adesso non ne ho il tempo... e forse neanche l'intenzione... però mi piaci!

domenica 23 ottobre 2011

Fontana di Trevi

Un freddo sabato della capitale, una passeggiata tra le splendide vie del centro, ed un giro per negozi, riempono la tranquillità di queste giornate, fredde ma serene. Una pizza tra amici, chiacchiere maliziose e una lunga passeggiata, per continuare a scambiarsi chiacchiere, pareri, raccontare impressione e parlare con entusiasmo di gente sconosciuta.
I nostri piedi ci portano a Fontana di Trevi, e nonostante in un anno l'avrò vista cento volte, forse più, ci sediamo sui gradini, e approfittiamo della pseudo tranquillità, per ammirarla particolare, per particolare, e mentre cerchiamo qualche notizia in più su google, per dare senso a quelle statue, a quei pezzi di roccia, sento tanto freddo.
Fisso la cascata centrale dell'acqua vergine, che scroscia sulla vasca risuonando quasi sempre uguale, e il rumore e lo scroscio mi ipnotizza, e non posso fare a meno di immaginare una situazione, anzi sembra quasi un ricordo.
Sono con qualcuno, ed il suo viso è molto nitido, so chi sei, arriviamo dal vicoletto e la maestosità, della fontana si erge di fronte a noi, tu sai la sua storia, e non avremmo avuto bisogno di google, sono certa che tu avresti saputo tutto sul Bernini, e su quella storia... Sono certa che di fronte all'acqua vergine mi avresti proposto la scenda de "la dolce vita", e avremmo riso abbracciati,  ci saremmo fatti una foto col tuo cellulare, e mi avresti detto che in quel momento non mancava nulla. E' incredibile, come la scena mi sembri reale, e incredibile come immagini te al mio fianco a passeggiare per le vie di questa Capitale, che mi apparterrà per ancora poco tempo, e come con questo freddo i miei pensieri siano nitidi e felici.
Ma questa felicità, tu non l'hai voluta acchiappare, e io ormai ci rido su e mi resta la felicità della consapevolezza, del resto non leggerai nemmeno, e tutte le mie fantasie mi faranno compagnia, per le strade di questa città che dovevano unirci, e che, adesso dico per fortuna, ci hanno separato.
Mi vanto, di una cosa, gli unici sorrisi sinceri e reali, quantomeno i tuoi ultimi, sono stati dedicati a me, e sono merito mio, si sono presuntuosa, io sono giusta.
Ci alziamo da quella panchina, e facciamo strada verso casa, e io cammino sicura dopo un anno per questa città, continuo ad immaginare, ma stavolta ci sono io...tra le nuvole!

sabato 22 ottobre 2011

Ruoli che non mi appartengono

Delle volte l'ostinazione a non far cambiare le cose, ci limita, e ci racchiude in dei ruoli che non sono i nostri.
Ruoli non nostri, che vorremmo, o che odiamo, nel risultato cambia poco, ci snaturano e non ci appartengono, e alla lunga ci logorano.
Ruoli che usiamo per non scontentare gli altri, o meglio questo è l'alibi che ci diamo, in realtà, così, evitiamo di aprire gli occhi e di scontentare noi stessi, che altrimenti saremmo catapultati in realtà che non ci piacciono, e che preferiamo far finta che non esistono.

Non mi appartiene preoccuparmi di qualcuno, che non è di mia competenza, avere paura, essere quasi "mamma". Piangerò, e so bene che lo farò, ma preoccuparsi adesso non serve, le mie preoccupazioni non cambiaranno lo stato delle cose, serviranno solo a farmi svegliare nel cuore della notte, controllando un cellulare, per vedere se è tutto al posto giusto. Non posso, e non voglio neanche più.
Questo ruolo non è mio, ed una briciola, la briciola del mio segreto, e forse non voglio più segreti, perchè non aiutano e non mantengono alcun alone di fascino, come fino a poco tempo fa credevo.

E' incredibile come in poche ore, tutta una matassa si sciolga, e veda tutto con chiarezza, è incredibile avere coscienza di me, e sapere passo dopo passo, tutto, nel bene e nel male.

venerdì 21 ottobre 2011

Fredda?

Le temperature calano, arrivano i freddi, e iniziamo a proteggerci dalle intemperie...
E' l'autunno, non è la primavera, nè tanto meno l'inizio di un'estate che sembra essere la più piacevole di sempre. Il nostro animo cambia in base alle stagioni?
Casualmente, forse il mio sì, arriva l'inverno e divento diffidente, arriva l'inverno e vado in letargo, divento pigra, divento maliziosa, e non pretendo...
Iniziava, una stagione bella, e iniziava una speranza bella, qualcosa di naturale,forse, qualcosa di inaspettato, come quei fiori che spuntano selvaggi, sul ciglio di una strada, nonostante tutto nascono, perchè sono scaldati dal sole. A stagione inoltrata quella speranza si infiammava e prendeva fuoco, il caldo scioglieva quel poco che restava, lasciandomi tiepida, all'inizio dell'autunno. Ma adesso l'autunno,è inoltrato, il cielo è nuvoloso, ed io forse sono fredda...
Fredda ma felice, perchè capisco per la prima volta, che la mia felicità, dipende da me, e non dai contorni esterni, che comunque possono rendere piacevoli le giornate,  come quelle giornate terse, fredde ma limpide, dove arriva un raggio di sole, a scaldarti, e a farti spalancare un sorriso.
Adesso volo, mi sveglio felice, e guardo ad un futuro, concreto, e reale.

giovedì 20 ottobre 2011

Felicità

E arriva così, in una fredda mattina di ottobre dove, la pioggia invade la Capitale, dove tutto il mondo sembra bloccarsi, e le tecnologie inventate dall' uomo, di fronte alla furia dell'acqua devono arrendersi. In una mattina in cui, una paura folle mi ha assalita, una mattina in cui, penso ad altro, sto su internet a guardare stanze e case,  riaggiorno per caso la mail, quando ormai quella speranza, quella convinzione di essere stata la migliore, stava affievolendosi, leggo quel nome, clicco sulla mail, e la prima parola CONGRATULATIONS, e si apre il cuore, come non succedeva, da mesi, ma che dico da anni!
Tutto prende forma, il futuro, le speranze, le aspettative quello scossone che aspetto da un pò.
L'ho sempre voluto se ci penso, sempre detto, ma mai realizzato, una delle due cose che mi sarebbe piaciuto fare DA GRANDE.
E adesso? Sono grande??? Si adesso sono grande, che strano, è finita quell'epoca, bellissima adesso che ci penso, adesso che prende il volo da me, è finita l'adolescenza prolungata.
Oggi so cosa è, oggi come anni fà, ho capito come è la felicità, cosa è. Sentirsi sicuri di se, invincibili, analizzo tutto quello che ho.
Ho tantissimo, ho la famiglia migliore del mondo, una mamma sempre presente, con cui litigo ma che sa tutto di me, con cui ho spesso avuto il coraggio di confidarsi, un padre che è un uomo stimato, e che, nonostante il suo freddo carattere,mi ama, un fratello che è l'orgoglio più grande.
Ho delle amiche, che sono parti del mio cuore, parti imprescindibili della mia vita, e non sono poche, molti non contano gli amici sulle dita di una mano, io? IO NO, io ho una schiera di amiche vicino, e di amici che mi amano, e amano me e quella che sono, non una fotocopia.
Un'associazione che mi appaga, per la quale lavoro senza fatica, dove scopro persone straordinarie, persone che sia affacciano nella mia vita, arricchendola, e non passa esperienza che io non porti nel cuore, almeno un socio in  più!
Adesso ho anche tra le mani il mio futuro, lo tengo ben stretto e ci volo insieme.
E non mi manca niente, ed è rispuntato il sole, su Roma.
E adesso, vedo di nuovo quel campo di girasoli, nitido coi fiori che guardano verso il Sole, ma quel campo adesso sono io... io con la mia Felicità!

lunedì 17 ottobre 2011

Non potrà succedere

Non potrà succedere, che quando e se , sarò nella mia nuova casa, una sera per caso, mi veda spuntare le persone a cui tengo di più.
Non potrà succedere  sentir squillare il telefono e sapere che qualcuno sta arrivando per te.
Non potrà succedere sentirmi come mi sento qui, appagata, anche quando sono triste e disillusa, appagata dai loro sguardi, dalle loro parole.
Non potrà succedere trovare soluzioni alle nostre vite, davanti ad una cena rimediata da poco.
Non potrà succedere trovare motti, o frasi in codice, e condividerle.
Non potrà succedere appoggiare la testa su una di voi e trovare il conforto di mille parole.
Non potrà succedere fare finta di essere gelosi, per un qualcosa di molto bello.
Non potrà succedere che nella prima giornata di inverno, voi sarete lì a riscaldare il mio cuore.

Per questo io torno e ritorno, perchè la mia CASA è dove è il mio CUORE, e adesso lo costudite voi.

A presto

domenica 16 ottobre 2011

Una cosa bella

Quando una cosa ci piace tanto, perchè è troppo bella, spesso, ci si accorge di non volerla veramente.
Piccoli segnali, visi, oggetti, e situazioni, ultimamente mi hanno fatto riflettere su ciò.
Esempio semplicissimo, per una donna; siamo davanti ad una vetrina, un abito favoloso, caro, ma abbiamo anche risparmiato abbastanza per potercerlo permettere. Siamo nel camerino e ci calza a pennello, abbiamo una gioia diversa negli occhi perchè ci sentiamo belle, e quello specchio ci fa ammirare, ma...
Arriva ad un certo punto, in quel camerino, la consapevolezza che quel vestito lo metterai una volta sola, e non potrai godertelo, sfruttarlo, non racconterà niente di te, e molto altro, allora si opta per un paio di Jeans, comodi e affascinanti, pratici, che ti seguiranno sempre. Che non avrai paura di sporcare, di portare con te, di scucire e rattoppare.

Certe volte le cose belle mettono, paura, certe altre imbarazzo, certe altre ancora rimangono belle e basta.
Davanti ad una cosa ci si pongono dei limiti, ci si domanda se "sono all'altezza?" o "è troppo per me".
Certe volte però la cosa bella, ci affascina talmente tanto, che finiamo per comprarla, indossarla quella volta, e poi guardarla, da quell'armadio, magari desideriamo indossarla di nuovo, ma non possiamo, perchè non c'è occasione.

Altre volte, invece, la cosa bella ci abbaglia, non riusciamo a levarle gli occhi di dosso, ma poi, ci guardiamo e nemmeno ci avviciniamo.

Io cosa amo? Il bello o il pratico? Forse entrambi, forse per un periodo ho creduto di amare il bello, l'eccitante, l'impossibile, adesso? Adesso cresco, e forse inizio ad imparare e  a capire, che forse, non voglio una cosa che mi sia invidiata, che qualcuno tenti di portarmi via, non voglio niente che si indossi una volta sola, e poi resti in un armadio, voglio qualcosa di pratico, da godere, che mi accompagni ovunque, che con una piccola innovazione sembri diverso, cambi ma rimanga uguale, solido, che sappia tutto di me.

Alle cose belle, impossibili, invidiate, desiderate anche da altri, sbrilluccicose ma troppo leggere, che non ti riparano dal freddo, io rinuncio...
Adesso so anche cosa non voglio...

giovedì 13 ottobre 2011

Forse non voglio ma è giusto... addio

Forse sono arrivata a quella conclusione del problema, forse ho capito, quello che qualcuno da tempo non si stanca di ripetermi.
Devo staccare questo cordone, questa cima che ci lega, perchè non mi fa più bene. Perchè il tempo che abbiamo passato insieme è stato troppo poco per potersi permettere di essere così legata e non disposta a nessun tipo di apertura.
4 giorni soltanto, sommati, che te ne do atto, rientrano nella classifica dei più belli della mia vita, dove ancora oggi cerco una falla, una crepa che, però, non trovo.
Avevo creduto di farti felice, di poterti fare stare bene, ci ho creduto con tutta me stessa. Per la prima volta, credo, ho anche sacrificato il mio egoismo ed il mio egocentrismo, ma non mi è pesato.
Il ricordo di una traversata in auto, di abbracci e risa sfrenate, di una rotonda sul mare e le nostre mani che si intrecciano, in parole povere, di qualcosa di bello che non era fatto per durare, il ricordo di te che mi guardi, di un semaforo, e una finta corsa con l'auto accanto.
Ci ho provato a metterlo in un cassetto, ci ho provato a farti rimanere nella mia vita, sotto un'altra forma, con tutta me stessa, ci riesco anche, ma non è giusto non mi fa bene. Noi ci vogliamo bene, ma non mi fa bene.
Ho indossato la mia maschera da amica, ho provato a far finta di non morire dentro, quando mi racconti di altri baci, ho provato a non essere gelosa di un qualcosa che non era mio, e che forse non lo è mai stato nemmeno per quei 4 giorni.
Ascolto Adele, che urla nella mia stanza "sometimes it lasts in love, sometimes it hurts instead", e io mi chiedo è stato Amore? Me l'hai chiesto anche tu, tante volte, ma ti prego di credermi, non so dare alcuna risposta, è stata passione, speranza, serenità, felicità, stima, sono state tante cose belle insieme, e se queste sono amore, forse allora anche quello.
Ho la presunzione di dire, che qualcosa di buono per te l'ho fatta, che ho smosso, almeno per qualche tempo, il torpore nero, che ti ho iniettato un pò di fiducia in te.
E credimi, quello che voglio oggi, è che tu riesca ad essere felice, e non per finta con sorrisi e falsa allegria, per davvero.
Oggi sono 4 mesi esatti, da quando ti sei "scagliato" nella mia vita, e non mi pento, anche se sono stata male, non mi pento, di averti vissuto come meglio ho creduto.
Analizzo però, e credo di non aver sbagliato nulla, e adesso devo, per me stessa, defilarmi dalla tua vita.
Non posso, per quello che ho provato, e sono sicura anche tu, mangiucchiare delle briciole, qualche battuta, o il racconto di una tua giornata, non credo di meritarlo.
Tu non hai colpe, di questo rimango convinta, e ti voglio bene, un bene grande come quel campo di girasoli, un bene allegro, non so come spiegarlo, ma so che c'è.
Adesso ho un pò di forza per fare questo gesto, che rimando da giorni, "I wish nothing but the best for you".

Chiara

mercoledì 12 ottobre 2011

Nonna Nunzia

Un ricordo per adesso mi torna ,spesso in mente, e riguarda una delle persone che ha formato il mio carattere, la parte migliore del mio carattere per essere precisi.
Mia nonna Nunzia, è venuta a mancare più di 11 anni fà, ma in quei 16 anni di convivenza, credo mi abbia dato di più di qualsiasi essere umano al mondo.
L'ho sognata di recente, il suo viso piccolino e magro, con i grandi occhiali, il biondo chiaro dei suoi capelli chiusi , perennemente, nelle sue retine, le sue gambe magrissime, che ho ereditato, il suo naso piccolino e leggermente aquilino, i suoi occhi chiari, e quel sorriso.
Il ricordo che affiora alla mia mente, molto spesso in questi giorni, è lei, seduta sul divano del salotto, con la TV accesa, che mi parla della sua grande delusione d'amore.
Ricordo la sua espressione, nel raccontarmi la lettura di quella lettera, dove il suo amato la lasciava, si era sposata poi, con un uomo fantastico, il più umile della storia, mio nonno Totò.
Nonno e nonna, avevano 14 anni di differenza, sono state le seconde nozze per nonno, che però l'amava tanto, e sono sicura anche lei lo amava, perchè era un uomo tutto di un pezzo stabile, e lavorava tanto.
Nonna Nunzia, era la persona più allegra che abbia mai conosciuto, rideva sempre, ed era appassionata di Cabaret, la sua risata è qualcosa che non scorderò, mai. I suoi aneddoti li porto con me, ogni giorno, ed ho la presunzione di dire, che 27 anni fà, quando sono nata, lei mi abbia scelto, come detentrice di tutti i racconti di famiglia, una famiglia numerosa, intricata, con storie inusuali per l'epoca, e me li raccontava, quasi fossero delle puntate di una di quelle soap opera che lei amava tanto.
Vorrei essere stata come lei, vorrei riuscire ad esserlo veramente, perchè mai al mondo, ho conosciuto una persona che parlasse male di mia nonna.
E' stata la madre ideale, orgogliosa e premurosa con i suoi figli, grata a loro per l'amore che sapevano darle.
Oggi quando combino qualcosa, o quando faccio qualcosa, mi chiedo cosa sta pensando, mi chiedo se mi guarda, e la brutta risposta che mi do, è che non le piace.
Ancora oggi, tutte le volte che mi reco al cimitero, non riesco a non frenare le lacrime davanti alla sua lapide, di anni ne sono passati, ma sono convinta che se lei fosse rimasta qui, tante cose non sarebbero successe.
L'affetto dei nonni, è una cosa importante, ma l'affetto suo nei miei confronti, è qualcosa di molto più grande.
"ChiaraCaraCaraChiara", e scoppiava in quella risata sonora, a tratti acuta, per poi perderci il fiato, il suo viso si incupiva solo quando parlava di "quella storia là".
Mi manca, oggi giorno di più, ogni giorno che passa, farei di tutto per godermi un giorno soltanto con lei, perchè sono sicura che mi darebbe la serenità che mi ha sempre dato.
Come quando da piccola, per costringermi a finire il pranzo, mi prometteva "la madonnina, se lo finisci, ti manda un cioccolatino", e io mangiavo, tutto, mi inginocchiavo di fronte la Statua della Madonna del Mese di Maggio, che lei custodiva per la chiesa del paese 11 mesi l'anno, e ancora oggi non ho capito e non capisco come, scendevano dal cielo questi magici cioccolatini. Poi ci mettevamo sedute nella stessa poltrona di pelle marrone, e mi raccontava, mi raccontava di Peppina, la ragazza disabile che viveva nella stessa strada, mi raccontava di quando mia madre aveva conosciuto mio padre, mi raccontava di mio zio che troppo discolo, era stato mandato in collegio, e che era tornato buono e con l'intenzione di farsi prete, mi raccontava tante tante storie.
Mi raccontava di quella madre che lei ha amato, ma dalla quale viveva lontana, e che la domenica insieme ai suoi figli, prendeva la il treno fino a palermo, e poi anzicchè il bus, la carrozza coi cavalli, per andarla a trovare, in una grande casa, nella quale viveva col resto dei figli, scapoloni, vedove e signorine e nipoti.

In non lo so se il paradiso esiste, ma so che tu ci sei, lì da qualche parte, che mi guardi, perchè io lo sento, e vorrei che un giorno mia madre mi guardasse come tu guardavi lei, e spero che mai e poi mai, i miei occhi smetteranno di luccicare e riempirsi di commozione al tuo pensiero.

lunedì 10 ottobre 2011

Chi sono?

Quale sono tra le tante sfaccettature che mostro, che vivo, che amo e che odio?

Me lo chiedo, e me lo richiedo, più spesso del solito anche, ultimamente. Non so perchè ma quando devo descrivere queste situazioni, mi viene in mente, sempre e con poca fatica, qualche aneddoto, della Chiara bambina, che ricordo io stessa o che mi è stato raccontato.
Ricordo a scuola di danza, avevo 8 anni, e nel periodo antecedente al saggio, la più grande del gruppo, che era stata nominata capo gruppo, ancora oggi affermo che fosse per l'età e non per la bravura ;) , diventò, investita del suo ruolo, un tantino odiosa, chi armò la rivolta e la spedizione punitiva? Ovviamente la sottoscritta.
Scrissimo una lettera "minatoria" dove, l'orrenda minaccia delle bimbette in tutù e punte era "Da quando sei il capo FAI SCHIFO". Morale della favola? L'insegnante mi beccò, io dissi tutta la verità, e fui punita, retrocessa dal centro della fila, al laterale, e ritornai la bimba incantevole che sorride adesso dalle mura della mia stanza.
C'era da fare la rivolta ed io insorgevo, c'era da essere la bimbetta perfetta che sorride a tutti e io sorridevo, c'era da essere la secchiona della classe ed io studiavo, c'era da fare sport ed io nuotavo.
Io cambiavo, cambiavo e mi adattavo, e così sono cresciuta. Ma avere un carattere così versatile è sintomo di forza, o di troppa fragilità perchè è più comodo?

Per la maggiore sono la Chiara, che ride, che scherza, che è un animale da gruppo, ma anche io ho i miei segreti...
Mi domando se le persone che dicono di amarmi e volermi bene, amano anche quella parte, la mia parte oscura.
Già perchè tutti hanno una parte oscura, una parte che soffre, che è bugiarda, con sè e con gli altri. La sento forte da qualche giorno a questa parte, io che ho sempre raccontato tutto, non ci riesco, non riesco più. Non voglio più condividere, non voglio essere la prima della classe, o quella che quando non lo è la prende con ironia. Voglio meditare sui miei errori, voglio non vergognarmi di soffrire...
Forse avere troppe personalità è sintomo di non averne una forte? Inizio a pensare di sì.
Inizio a pensare che essere simpatica e adorabile con tutti, fa allontanare chi magari è speciale.
Mi sento così, in un equilibrio precario, e per la prima volta con la paura di non piacere...
Per la prima volta nella mia vita... ho paura di non piacermi e non piacere

sabato 8 ottobre 2011

Fiducia

Quanto è difficile fidarsi?
Non parlo di una fiducia particolare, ma di tutti i tipi di fiducia in genere.
Fidarsi degli altri, è semplice? No.
La fiducia ci mette alla prova fin da piccoli, fin da quando i genitori ci portano in quell'asilo, che i nostri occhi da bambini vedono con paura, e ci dicono "tranquillo poi vengo a prenderti all'uscita", e lì i nostri occhi lacrimosi, decidono di avere fiducia, così perchè mamma e papà ci vogliono bene e non ci tradirebbero mai.
Ricordo che io, anomala al mio solito, non piansi per nulla il primo giorno di asilo, ed avevo solo 2anni e mezzo, mia madre mi portò lì, io vidi gli altri bambini, e corsi a giocare. Mia madre mi guardava, aspettava una mia reazione lacrimevole, e io le dissi "Ci vediamo dopo", bene chi pianse fù mia madre, pensando che l'avessi dimenticata per balocchi e nuovi amici! 
Alle elementari, io parlavo tantissimo, raccontavo sempre tutto di me, all'esame di idoneità per la seconda elementare, la maestra disse a mia madre "signora, conosco la storia di tutta la sua famiglia", mi ero fidata di lei e le avevo raccontato tante cose. Ero una bambina buona, mi fidavo di tutti, sono sempre stata di compagnia, e dispensavo consigli pittoreschi a chiunque volesse sentire la mia eloquenza di bambina cresciuta con "favole in cassette", usavo termini aulici. "Questa è una casa di ricchi mercanti", dissi all'età di 5 anni, alla vista di alcuni bastoni da passeggio col pomello in argento, in casa di una mia amichetta, e poi "Io il panino col prosciutto lo mangio solo se è senza polifosfati", causando lo sconcerto della mamma che organizzava la festa, che forse nemmeno sapeva cosa fosse. Da piccola mi fidavo di tutti, ed ero convinta di poter dire tutto senza filtri. Mi analizzo adesso e... Anche adesso delle volte, mi mancano i filtri!
Cmq il succo è che da piccoli, si pensa di potersi fidare di tutto, e ci si abbandona ad essere come si vuole, da grandi? La fiducia diventa un discorso più lato, ci fidiamo poco degli altri e ancor meno di noi.

Perchè non riusciamo a fidarci di chi ci guarda, e ci dice "tu vali qualcosa, tu vali tanto", perchè è così difficile?
Rileggo il pezzo che ho appena scritto ed è venuto fuori completamente diverso da come lo avevo pensato, quello che volevo esprimere,però, è che , come i bambini, dovremmo essere liberi di fidarci, di tutti, di noi stessi, e di ascoltare quello che ci viene detto. 
Vorrei che le mie parole fossero prese per sincere, e vorrei che ci si riflettesse sù, facciamo finta che chi parla è la Chiara bambina che dice teneramente quello che pensa e sente, perchè forse io non dovrei esprimere 
alcun parere, perchè forse per prima io non dovrei fidarmi, ma come quel pomeriggio di settembre con la maestra appena conosciuta, dove non sono riuscita a non dirle "Io ero la più brava della classe, so leggere benissimo, e le tabelline le conosco fino a quella del 7", anche stavolta non riesco a non dire che 
"La tua speranza sei tu, solo tu, guardati in quello specchio magico, guardati e vedi quello che ho visto io, quello che ho visto io è bello, molto bello, bello come quel prato di girasoli".


venerdì 7 ottobre 2011

Un campo di girasoli

Una strada di campagna scorre veloce, curve e tornanti ci avvolgono, io guardoquesto  paesaggio visto poche altre volte, ed un infinito campo di girasoli rapisce la mia attenzione. Parcheggi e scendiamo, ci facciamo cullare da una leggere brezza e passeggiamo, lungo quei girasoli che guardano, imperturbabili tutti da una parte sola, mi prendi in giro e mi dici "sono alti quanto te", io sorrido, perchè ti sorrido sempre, le nostre mani stanno sempre intrecciate, non ci riescono a stare separate. Vediamo una casa in lontananza, e tu mi dici "la compriamo", io sorrido, anche sta volta, mi chiedi perchè lo faccio, e io ti rispondo che mi rendi felice. Dopo tanto camminare, e discutere di noi, di come stiamo bene, arriviamo ad un prato. Apro la mia coperta a scacchi, esci le cose da bere e da mangiare dal cestino, ieri mi avevi chiamato con questa idea. Sopra di noi c'è un cielo limpido, celeste chiaro, alle nostre spalle una bellissima montagna, e ai nostri piedi un campo di girasoli. "Cosa ti manca?" "il mare" rispondo io" ma con te vicino posso anche farne a meno". Finalmente mi baci, ed il tuo bacio è esattamente come lo ricordo, morbido, avvolgente, colmo di desiderio. Ci stendiamo l'uno vicina all'altra, e guardiamo quello spettacolo della natura. Ancora una volta siamo io e te, fuori dal mondo, lontani da tutto e da tutti, dai nostri ingombranti passati, che diventano presenti quando non ce lo aspettiamo.
Io sorrido, e tu sei li, come ti ho sempre voluto. Stanno passando ore, forse minuti, il tempo non esiste quando sto con te, come smettono di esistere le convenzioni sociali e le definizioni, "noi cosa siamo?", "noi siamo noi", è la tua pronta risposta, e continuiamo a baciarci.
Noi insieme stiamo bene, ed il sole inizia a calare, ci affrettiamo alla macchina, e mi baci ancora, e ancora e ancora. Non ho parlato tanto oggi, quando sto con te mi piace più ascoltare,  ed è strano, perchè tutti sanno quanto io parli, e forse lo sanno tutti tranne te. La tua solita domanda "ma non si sta proprio bene insieme io e te?", e la mia solita risposta "sì, stiamo bene". La statale corre veloce, ti chiedo di andare piano, e lo fai, mi guardi e dici "non avere paura", la nostra canzone suona, e io ti arruffo i capelli.

Adesso sento un rumore, il mio cane che gioca con la scodella di acciaio ed io sono ancora qui, sotto le coperte con un'influenza che non passa e quel prato, quella montagna, quei girasoli, erano solo un sogno, come noi del resto.

giovedì 6 ottobre 2011

Tra i fumi dello sciroppo, e l'ebbrezza dell'areosol!

Perchè quando ho la febbre, ho la tendenza a piagnucolare?
Innanzitutto si inizia dal dire "perchè sempre a me?", poi la presa di coscienza arriva col pallore spettrale, e le occhiaie violacee, ma poi, prestando la giusta attenzione, vedi delle guance rosse, e due secondi dopo, ti pulsa la testa. La stranezza della mia influenza è sempre la fame. 
Agli individui comuni, la febbre e l'influenza causano, in genere, inappetenza e incapacità di sentire sapori e odori, ecco, alla Principessa scalza, tutto questo non accade, piuttosto, mi viene una fame assassina. E i cibi da malati, "pastina", mele cotte, pesce bollito o simili, diventano per me la cosa più disgustosa di tutte! Devo mangiare con gusto e saporito, se vi elenco il menù della giornata rischiate di sentirvi male, ed avere, al posto mio, un'indigestione.
Per esempio mi sono alzata da tavola, pochi minuti fa, e riprenderei a mangiare subito. Fortuna che l'influenza non mi venga così spesso, altrimenti sarebbe un grave problema da aggiungere alla dieta perennemente incompiuta. 
Mentre sto nel mio letto, col pc tra le gambe, pensando a qualcosa per impegnare la giornata, qualcuno mi dice "non ho mai visto una malata al computer",e può darsi ma che altro c'è da fare? 
Leggere? già fatto
Guardare un film? già fatto, e poi sembra una legge universale, che nel momento in cui stai male, ed hai tutto il tempo del mondo, non fanno un cacchio nè su Sky, nè ovunque.

Cmq l'influenza ti fa riflettere, anche se mette un tocco troppo nostalgico, a codeste riflessioni. Pensi di tutto, dallo sbaglio fatto in 2' elementare, a quello fatto l'altro ieri. Cerchi di capire se ce ne sia uno in particolare, io ne ho selezionati tre nella mia TOP Hundred (ten è troppo riduttivo), ma dei quali non mi azzardo a parlare.
Le pareti celestine a righe della mia stanza mi sorridono, e quel cassetto è troppo vicino per non aprirlo, il cassetto delle lettere, però faccio una cosa inaspettata, lo apro, prendo l'involucro di plastica trasparente, che contiene lettere di amici e amiche, ti fidanzati, di mia madre e mie, e dopo 10 secondi lo rimetto al suo posto.

Non si vive di passato, e delle volte (udite udite) non si vive neanche di presente, delle volte quelle emozioni presenti ( e per questo reali) non meritano credito, ma se ci ponessimo questo interrogativo smetteremmo di vivere, e quindi meglio evitare. Penso, delirio da temperatura troppo alta che domani passerà, che dovremmo vivere di noi prima di tutto, delle emozioni che noi stessi sappiamo darci, non contare sul prossimo troppo. 

Continuerei a scrivere e a straparlare ma mi è venuta fame, e quindi vi lascio, sperando che la febbre, e tutto quello che l'ha scatenata passi presto.

mercoledì 5 ottobre 2011

Regole Universali

E' scientificamente provato, e stabilito che nel momento in cui ti senti il più grande cesso del mondo, alzi gli occhi e incontri l'uomo perfetto.

Seduta nel salotto all'aperto di Palermo, per chi non lo sa è Spinnato in via Principe, sorseggiando un caffè freddo, e parlando delle prodezze dell'esame di Franceschina, ho un certo mal di testa. E' tutta la mattinata che ho dolori, mal di testa, un leggero senso di nausea, e mal di gola, chiari sintomi di influenza, che decido stoicamente di ignorare. Col sorriso inebetito, di chi ha appena giunto un traguardo, e nel migliore dei modi anche, Francesca parla, e io l'ascolto e mi guardo intorno, uomini d'affari prendono un caffè per la loro pausa, donne con buste di shopping, gruppetti più o meno etereogenei che passano e spassano nel cuore liberty di Palermo.

Come detto precedentemente, oggi non ho una bella cera, i capelli non sono in piega, ho messo la prima cosa che ho trovato, e mi sono truccata piuttosto di fretta, data la sveglia alle 7,00 del mattino, ho le mie scarpe rasoterra e sembro una nana, gli occhi lucidi dei sintomi influenzali e la schiena curva perchè mi fa male, insomma sono un CESSO ambulante, ma...arriva Mr X!
Francesca parla e non si accorge del mio sguardo "alloccuto" (questa proprio non saprei come tradurla, è lui, il mio futuro marito), ne sono certa.
Ricci corti castano chiaro, Rayban, giacca marroncina jeansata con toppe di camoscio più scure, pantalone color nocciola, mocassino di camoscio marrone, 24h, alto alto, non troppo magro, anzi, con un pò di pancetta, alza gli occhiali e non mostra segni di frocismo acuto (tipo sopracciglia ultradepilate), barbetta da intellettuale.  In poche parole l'uomo dei mie sogni!

Si siede due tavoli avanti a noi, ma uno sguardo riflesso agli occhiali di Franceschina, mi fa ricordare la mia indecente condizione di cesso ambulante, e mi nascondo quasi. A questo punto resta solo da ascoltare e carpire qualcosa. Parla al cellulare e dice "ho finito l'udienza, prendo un caffè e torno in studio", CACCHIO è avvocato, prima nota di demerito! Perchè una la prima volta ci casca, la seconda pure , la terza non sei stronzo tu ma sono cretina io! Demoralizzata, e facendo parte della categoria che è stata esclusa dalla mia rosa di pretendenti, cerco di carpire qualche altro particolare che possa portarlo in alto di nuovo.

Mr X ordina, una brioches e udite udite UN CAFFè RISTRETTO! A questo punto è chiaro che sia il mio uomo, in quanti siamo che ordiniamo il caffè ristretto? Stava leggendo un libro, non so quale non l'ho visto, purtroppo, che mi abbia guardata è sicuro, perchè io mi sono inforcata gli occhiali da sole, quantomeno per nascondere le occhiaie invadenti (brutte stronze), ma io ti ribecco!

Al costo di appostarmi lì dalle 11,15, alle 13 di ogni giorno io ti ritrovo!
Ed altro che Nana, depressa, influenzata in jeans e camicia  anonima, troverai la superdonna della tua vita!

Ora se questo cacchio di mezzo mediatico servisse a qualcosa, o se fossimo in una commedia americana, lui, per un caso fortuito, leggerebbe il blog, risalirebbe al mio nick, mi contatterebbe, mi inviterebbe a cena, poi ad un aperitivo, poi cinema, poi di nuovo cena, poi non si puòò dire, e poi (sottofondo di musichetta nuziale ) convoleremmo a giuste e rispettose nozze, e VISSERO FELICI E CONTENTI.

Ma questa è la realtà, io sono la frana che sono, e ad ammiccare non sono capace, tantomeno abbordare in un Bar, e quello che resterà è che lì da qualche parte c'è il mio tipo ideale!
tutto il resto...??? Non c'è resto!

martedì 4 ottobre 2011

capitolo 15

"Il mio compleanno si trasformò in una nuit blanche che non voleva finire. Molto dopo mezzanotte Andrè mi aiutò a infilarmi il cappotto rosso e camminammo per le strade silenziose come sonnambuli, abbracciati stretti e sognanti. ongi pochi metrei ci fermavamo per baciarci, e ci mettemmo un'eternità ad arrivarre a casa mia. Ma, in quella notte che non conosceva limiti, il tempo non aveva alcuna importanza.
Quando mi chinai per aprire la porta, Andrè mi baciò la nuca. Mentre lo tiravo lungo il corridoio, mi circondò con un braccio e posò la mano sul mio seno. In camera fece scivolare le spalline del mio vestito , poi mi prese il viso fra le amni con una dolcezza infinita. "Aurèlie", disse, e all'improvviso mi baciò con tanta passione da farmi girare la testa. "La mia bella bellissima fata". Quella notte non ci staccammo un attimo. Esisteva solo la nostra voglia di toccarci, la nostra voglia di soprirci. Non lasciammo inesplorato, neanche un centimetro di pelle, ogni singolo punto dei nostri corpi fu contemplato con tenerezza, conquistato con desiderio. I vestiti caddero con un fruscio sul parquet, e quando ci buttammo sul letto dove ci perdemmo per ore il mio ultimo pensiero fu che, di tutti gli uomini sbagliati, Andrè Chabanais era quello giusto"

Il capitolo che mi ha fatto riflettere e ragionare, proprio perchè uguali


....da "Gli Ingredienti Segreti dell'Amore" di Nicolas Barreau

Lo consiglio vivamente a chi vuole leggere una storia originale, scritta bene, molto semplice. Sfondo di  Parigi, ricette e sapori francesi che stuzzicano oltre che la mente il palato.

"Cacchio potresti avere una reazione?"

Siamo lì, tutte insieme, "gli specchi dai quali non posso sottrarmi", e la domanda è solo una,  "ma non hai una reazione?".
Questa volta, come mesi addietro, non ho avuto voglia di prendere il discorso, ho aspettato che fossero loro ad iniziare, non avrei saputo davvero da dove iniziare.
Una verità la continuano a dire, "come fai ad essere così ?" e non trovano nemmeno la parola giusta per definire questo "così". Si chiedono come io non provi rabbia, e provo a spiegare che, ciò che provo in realtà, è peggio della rabbia, è pena.
Rientrata a casa riesco a prendere sonno molto tardi, e nonostante siano ancora le 2 i miei occhi sono sbarrati. Tento di arrabbiarmi, tra le coperte immagino una scena e provo ad arrabbiarmi. Forse ha ragione Stefania, "sembri morta", anche piangere sembra essere diventata una cosa impossibile, vorrei reagire come loro, che da brave amiche si incazzano e odiano come se fossero le dirette interessate. Ma su quel divano riesco a fumare, solo una sigaretta dietro l'altra, provo a spiegare, ma non capiscono, forse perchè da capire non c'è nulla.
Stamani, intorpidita dal sonno, dopo aver studiacchiato un pochino, dopo aver deciso di riprendere in mano il mio francese troppo arrugginito, dopo aver controllato la mail, in attesa della risposta che mi permetterebbe di volare, e questa parola ha tanti significati, mi sono seduta in salotto con il libro in mano, quel libro che tanto mi è piaciuto, ma del quale mi mancavano 12 pagine, che non leggevo per la consapevolezza del finale.

Il libro inizia con la storia di una ragazza, che compra un libro in una libreria, lo legge e si accorge che si sta parlando di lei, che i posti descritti, sono i suoi posti etc etc...  Ironia della sorte, quella pagina che non avevo iniziato a leggere, descrive me, e anche te. Parola per parola quello che succedeva, quando per poche ore, siamo stati insieme, ogni parola era uguale. Quella pagina che rimandavo a leggere da mercoledì scorso, vedi tu il destino, di quel libro che avevo comprato il mercoledì prima, il giorno dopo che pensavo di essere "viva" e pensavo di averti fatto sentire "vivo", ha prodotto in me l'effetto che cercavo!

Ho pianto e mi sono incazzata, perchè a rileggersi quando non te lo aspetti, riesci a vedere con lucidità, quanto una cosa è perfetta, e se qualcuno l'ha voluta distruggere, per stupidi giochi, insicurezze, o semplicemente follia, allora puoi avere quel cacchio di REAZIONE.

"Elabora un lutto", mi dicono loro, e io 12 ore fa le guardavo interdetta e rispondevo "E' morto dentro di me", e adesso no, adesso è diverso.

Adesso vedo tutta la cattiveria, l'egoismo, di chi si nasconde dietro la maschera del TI VOGLIO BENE, che credendo nella tua immensa comprensione, pensa di poter fare qualsiasi cosa. Rabbia e pena per chi, non ha nemmeno la coerenza di mantenere quell'atteggiamento. 
Pena per chi, la sua vita non la vivrà mai, ma tenterà di affermare il proprio ego, e la propria frustrazione, con piccoli gesti, costruiti ad arte.
Rabbia invece perchè non ti lascia vivere, per chi, nel suo marciume ti ci trascina, e con la scusa del "tu mi fai stare bene", succhia la tua vitalità. 
E solo il cielo sa quanta vitalità avevo prima di allora, e solo il cielo sa, quanto adesso non ne ho più. Io non ho più richieste da fare a nessuno.
I miei desideri sono cambiati, grazie a te, e adesso si fa strada quel sentimento, il disprezzo, che raramente ho provato, e che, mi sono vergognata di provare.
Io penso di aver solo ed esclusivamente, fatto e dato del bene, e credo che in egual misura questo sentimento verrà trasposto col suo diretto opposto, il male.

Non vuole essere una minaccia, queste ancora non so farle. Ma, sono certa che tutte quelle parole, adesso sono in mano al vento, che l'autunno è iniziato, ed è iniziato pure quello tuo dentro di me. 
Se riuscirai e uscirne vincitore, se saprai un giorno rispondere alla tua fatidica domanda con un Sì, bene sarò contenta, almeno il mio sacrificio (perchè di questo si tratta), sarà servito a qualcosa, ma  sono certa, che questo non ti accadrà.

Sarete contente che la mia diplomazia, è andata a farsi fottere... E gli specchi saranno contenti

lunedì 3 ottobre 2011

Adempimenti

Ci sono riuscita, ci provavo da 3 giorni ma niente. E quello che doveva succedere è arrivato quando non me l'aspettavo.
Sto alla mia scrivania, guardo fuori, i faretti che illuminano il vialetto di casa. Guardo ma quello che vedo è altro, metto su una canzone, mi basta una parola o un cenno.

In un momento in cui tutto potrebbe cambiare per sempre, dove da un lato mi sento la persona più forte sulla faccia della terra, dall'altro, mi sento una nave in mezzo ad una tempesta.
Associo le idee, e la pioggia della tempesta mi fa compiere quello che volevo, per liberarmi. Vedo il mio volto alla finestra, e mi sembra perfetto in questa danza bagnata, un giorno, molto vicina, volando, sarò libera, da qualsiasi scena.

domenica 2 ottobre 2011

Cattiva? Io resto sempre e comunque una Principessa

Stanchezza, voci che risuonano, musica, risa, scene di una multi, appena finita, ma che già mi manca, ma questa è un'altra storia.
Mi chiedo, sono cattiva?
Delle volte la realtà supera di molto la fantasia, e, spesso, non è detto che sia migliore, ci sono cose che pensi di non vedere mai, facce che pensi di essere destinata a vedere sempre sorridenti, voci che cambiano il loro suono, orecchie che sentono cose che non dovrebbero, e corpi che non vogliono più essere toccati, e credo anche profumi che ti auguri di non sentire. E' essere cattivi questo?
Augurarsi di non vedere più un volto, sentire un profumo e tutto il resto?

Fare finta di dormire per riordinare le idee, e farsi questa domanda, perchè?
Non capisco la necessità di far parte della vita di qualcuno, ho molti amici, tanti davvero, e con ognuno di loro c'è un rapporto diverso, ciò non significa che io possa rimanere nella vita di tutti. E' essere cattivi questo?

Non faccio la finta moralista, non è mia consuetudine giudicare senza contestualizzare le situazioni, non faccio la santerellina, anche io ho fatto le mie "stronzate", però penso di essermi sempre posta un limite. Il rispetto, dell'altra/e persona/e. Non penso di aver mai mancato di rispetto a chi, per qualche motivo, si è avvicinato a me per conoscermi meglio, penso, anzi, di essermi sempre, fin troppo, calata nei panni della/e persona/e, tale da comprendere, e giustificare. Ma a tutto c'è un limite, e fissarlo è essere cattivi?

Quando qualcuno ti ferisce, intenzionalmente, nel pieno possesso delle sue facoltà, guardandoti negli occhi, e anche con molto cattivo gusto, si può ancora credere che quella persona ti vuole un mondo di bene? E dire di non crederci è essere pazzi, o cattivi?

C'è una canzone che mi risuona e risuona nella stessa, e non è più la stessa canzone di prima...
"ti ascolto e non rimane niente di queste parole"
Ho sempre preferito la sofferenza all'apatia dell'emozioni. Intanto sono qui , un pezzo di ghiaccio, e non è da me, e non mi piace cambiare me stessa.

Quando, in un qualsiasi tipo di rapporto , padri-figli, amici, d'amore, non c'è più fiducia, credibilità, non ci sono parole, si è svuotato cosa rimane?
Quando la voglia di condividere non c'è più? Quando analizzi tutto e vedi vacuità? Quando guardi una fotografia, e pensi che forse lo sguardo intenerito, è dato solo dalla stanchezza? Quando quelle emozioni sono dissolte?

Cosa resta? Cosa mi resta? Briciole che non fanno per me
Sono cattiva?
Non lo so, ma una principessa, anche se a piedi nudi, non mangia briciole.