Forse questo post sarebbe calzato a pennello, in un precedente blog, condiviso, un bel progettino con delle regole ben precise, emozionale e variegato, dove mi lasciavo dirigere.
Ma sull'onda di quella vecchia esperienza, ho voglia di raccontare il viaggio di oggi, con le stesse modalità, credo che questa licenza poetica mi sarà concessa da qualcuno...
Domenica mattina, c'è un sole caldo, e la temperatura è alta, si sta bene, un sms sul telefono "esci", salgo in macchina, due facce assonnate, e pronte a percorrere 192Km direzione Agone Bagni.
Chiacchieriamo tanto, parliamo, ci sfoghiamo, e scambiamo opinioni, su fatti contingenti e su vecchie storie. Ci consigliamo, ci rimproveriamo a vicenda per errori commessi, e promettiamo l'uno all'altra di non commetterli più. Promesse che si perdono, in quelle campagne, tra le Madonie, e l'Ennese, è tutto di un giallo scuro spento, il colore dell'autunno, un colore che mi turba, non mi piace. Il mio occhio è gonfio, e lacrima un pochino, e forse per questo motivo, schermata dai miei occhiali da sole, preferisco guardare l'asfalto, e non guardarmi intorno, del resto conosco l'A/19 come le mie tasche. I negramaro cantano, e io Totò anche, tra una telefonata e l'altra, tra un tentativo mal riuscito di trovare la strada, finalmente arriviamo a destinazione. Ad accogliermi amici, che mi mancano spesso, e spiegare le motivazioni che ti spingono a fare 192 km a tratta per un tratto, sarebbe difficile adesso, posso solo dire che la ragione di tutto questo risiede nel nome della mia associazione, LEO CLUB.
La giornata scorre troppo di corsa, tra buon vino , carne alla brace e Karaoke e la voglia di rimettersi in macchina è poca. Momenti di tranquillità, e piccoli brividi, momenti che ricapiteranno sono certa.
Nonostante resteremmo lì ancora per ore, tra abbracci sorrisi e service, siamo costretti a fare i 192 km di ritorno. Io ed il mio pilolta, stavolta abbiamo due approcci diversi alla strada. Riprendiamo a chiacchierare, e l'ora legale, ci impedisce di vedere qualsiasi panorama dopo il caffè e la sosta in autogrill.
Ci chiediamo il perchè di tante cose.
Lui mi dice "me lo merito?". La sua è una richiesta di aiuto, vuole una risposta, che io non ho. Poi penso, e gli dico "nessuno lo merità!".
Nessuno merita di soffrire, no, anche chi è stato causa di mali e sofferenze altrui. La mia calma di questi giorni, mi fa comprendere che non c'è motivo alla sofferenza, a chiedersi infiniti perchè, non c'è ragione d'esistere. La macchina corre lungo quei km, e io penso rifletto, al suono di una canzone, dico a Totò di guardare tre macchine avanti e stare attento.
La mia razionalità, appena scoperta, mi fa apprezzare i cambiamenti, mi fa ponderare anche quella nostalgia che delle volte non si può frenare.
Guardo Totò e lo rassicuro, io ci sono, ti starò vicina, e so che lui in silenzio l'ha fatto con me, più volte.
Cantiamo Vasco, con quanto fiato abbiamo in gola, e arriviamo davanti il mio cancello, qualche ora prima eravamo partiti, amici si, ma adesso lo siamo un pizzico di più.
Nella nostra vita, amiamo, e guai se non lo facessimo, e delle volte si soffre, ma ne vale sempre la pena, sempre e comunque, e condividere con gli altri serve...
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