Un freddo sabato della capitale, una passeggiata tra le splendide vie del centro, ed un giro per negozi, riempono la tranquillità di queste giornate, fredde ma serene. Una pizza tra amici, chiacchiere maliziose e una lunga passeggiata, per continuare a scambiarsi chiacchiere, pareri, raccontare impressione e parlare con entusiasmo di gente sconosciuta.
I nostri piedi ci portano a Fontana di Trevi, e nonostante in un anno l'avrò vista cento volte, forse più, ci sediamo sui gradini, e approfittiamo della pseudo tranquillità, per ammirarla particolare, per particolare, e mentre cerchiamo qualche notizia in più su google, per dare senso a quelle statue, a quei pezzi di roccia, sento tanto freddo.
Fisso la cascata centrale dell'acqua vergine, che scroscia sulla vasca risuonando quasi sempre uguale, e il rumore e lo scroscio mi ipnotizza, e non posso fare a meno di immaginare una situazione, anzi sembra quasi un ricordo.
Sono con qualcuno, ed il suo viso è molto nitido, so chi sei, arriviamo dal vicoletto e la maestosità, della fontana si erge di fronte a noi, tu sai la sua storia, e non avremmo avuto bisogno di google, sono certa che tu avresti saputo tutto sul Bernini, e su quella storia... Sono certa che di fronte all'acqua vergine mi avresti proposto la scenda de "la dolce vita", e avremmo riso abbracciati, ci saremmo fatti una foto col tuo cellulare, e mi avresti detto che in quel momento non mancava nulla. E' incredibile, come la scena mi sembri reale, e incredibile come immagini te al mio fianco a passeggiare per le vie di questa Capitale, che mi apparterrà per ancora poco tempo, e come con questo freddo i miei pensieri siano nitidi e felici.
Ma questa felicità, tu non l'hai voluta acchiappare, e io ormai ci rido su e mi resta la felicità della consapevolezza, del resto non leggerai nemmeno, e tutte le mie fantasie mi faranno compagnia, per le strade di questa città che dovevano unirci, e che, adesso dico per fortuna, ci hanno separato.
Mi vanto, di una cosa, gli unici sorrisi sinceri e reali, quantomeno i tuoi ultimi, sono stati dedicati a me, e sono merito mio, si sono presuntuosa, io sono giusta.
Ci alziamo da quella panchina, e facciamo strada verso casa, e io cammino sicura dopo un anno per questa città, continuo ad immaginare, ma stavolta ci sono io...tra le nuvole!
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