mercoledì 30 novembre 2011

Corteggiare

Ricordo precisamente quel giorno in cui pensai "forse si usa ancora corteggiare una ragazza".
Riflettendoci credo, che certe cose, per fortuna, ogni tanto riappaiono, certi modi desueti, facciano capolino nella tua vita, quasi a ricordarti, che forse le buone e vecchie maniere ci stanno ancora.

In un mondo completamente globalizzato, virtualizzato, forse corteggiare è difficile, è difficile proprio perchè troppo semplice. Prima si chiedeva un numero di telefono, adesso un contatto skype, e magari ci si scrive, piuttosto che sentire la voce. E' più semplice, meno imbarazzante e per questo credo, risulti difficile, ad un certo punto, quale sia il corteggiamento, e quale no.

E noi donne saremmo in grado di sostenerlo un corteggiamento vecchio stile? Un messaggio a settimana, un invito a cena, e niente notizie tra l'una e l'altra cosa? O ormai siamo troppo abituate a seguire,fb, twitter (per altro demoniaco), eventuali blog, per aver notizie dello psuedo corteggiatore?

Forse vorrei ricevere una di quelle letterine, col profumo di carta e biro, un francobollo, e dei pensieri, privati, solo miei, da leggere e rileggere, anche quando la connessione non c'è, tirarli fuori da un comodino e leggerli.

Un giorno questa principessa, riceverà un fiore a casa o un semplice twitt???

Notte blogghettari, con sto freddo i miei piedi nudi sentono freddo, meglio stare sotto le coperte.
Goodnight

Chiaruzza

martedì 29 novembre 2011

The Long Long road to...

I viaggi in auto, o in modo, per autostrade o strade di campagna, sono spesso, motivo di riflessioni, di fantasie, speranze e molto altro ed è per questo motivo, che consiglio la lettura di questo blog, introspettivo e scritto con il cuore a più mani... Del resto se "una principessa a piedi nudi" esiste, è anche merito di questo blog.
http://thelonglongroadto.blogspot.com/

ps. Al momento ho censurato molti post, e sto un po' in crisi,....ma torno presto, magari con qualche bella notizia ;)

giovedì 17 novembre 2011

Bugia

Una bugia, quello che è successo,è stata una bugia. Tanti momenti, parole, emozioni, forse però sono bugie?
Come bugiarda, credo, fosse quell'acqua che scorreva sotto di noi nera, il buio, evidentemente, nascondeva tutto il suo essere torbida, acqua che scorrevi sotto di noi, io non ti conoscevo e mi sono fidata, bugiarda tu e stupida io, che avrei solo dovuto fidarmi della mia di acqua, del mio di mare. Luna anche tu eri bugiarda, tu che riflettevi due sorrisi, tu che mi dicevi di andare, da un'altra prospettiva avresti, sicuramente mostrato il tuo ghigno, e non ci si può fidare della luna, Lei cambia, oggi è piena, domani no.
Quei passi, un valzer, abbozzato e finto, proprio perchè incompleto, anche tu valzer eri bugiardo, e inebriavi la mia testa, ed il mio equilibrio, difficilmente ristabilito, i miei passi incerti su quel tacco, diventavano sicuri, e per quello bugiardi.
Una bugia quell'abbraccio, stretto e bugiardo, a legarti per non farti scoprire la tua bugia, e voi braccia che mi avete tradita e abbandonata, come quell'acqua, quella luna, quei passi, vi siete resi complici, e avete cinto quell'abbraccio.
Collo tu che reggevi quella testa, che aveva recuperato la ragione, perchè ti sei inclinato? Collo anche tu bugiardo, hai abbandonato la volontà della tua testa, e senza la testa saresti solo un collo, solo un collo bugiardo.
Bocca e tu, di nuovo, hai creduto a quella bugia, e ti sei poggiata, bagnandoti come se stessi toccando quell'acqua bugiarda, illuminandoti di un riflesso come quella luna bugiarda, accompagnando i passi, le braccia e il collo, tu bocca, avevi detto che non sarebbe successo mai più, tu bocca l'hai ripetuto, urlato, sei stata bugiarda, o inebriata dal vino che ti aveva bagnata poco prima?
E voi occhi, forse solo voi, non mi avete tradita, perchè vi siete chiusi? Per non guardare questa combriccola di bugiardi, per rifiutarvi, o forse perchè, avete colto la bugia e ve ne siete bagnati come la bocca, e tutto quello che c'era attorno non valeva la pena di essere visto? Bastava forse per voi solo quello che la bocca sentiva? Se è così bugiardi pure voi.
Ma voi appartenete a me, bugiardi occhi, bugiarda bocca, bugiardo collo, bugiarde braccia, e bugiardi passi, e forse, allora, bugiarda IO, che ho creduto, di nuovo, alla bugia di quella favola.
Sì bugiarda Io

giovedì 10 novembre 2011

Ogni parte di me

Ogni parte di me, ogni cellula, fibra, muscolo, vena è proiettata verso quello che ogni essere umano, per quanto lo rifiuti, desidera.
Amore, ma io adesso preferisco dire AMARE. L'amore non è una cosa, è un verbo, è un'azione, richiede sforzi, passione, lacrime, sudore.
Amare significa lasciar andare, ne sono sempre più convinta, amare a senso unico non è sbagliato, anzi è ancora più difficile, perchè quel qualcuno non dividerà con te gli sforzi, e tu avrai amato di più.
Lasciar andare, e non per il detto "se torna sarà tuo per sempre", ma perchè non ci devono essere costrizioni in amore, e nell'amare la forza più grande è comprendere. Troppe finzioni ci circondano, per prescindere da ciò. Troppi amori facili, coppie di abitudine, convenzioni sociali.
Amare non è sempre facile, ma è comunque sorprendente, anche quando quel colpetto che abbiamo preso ci fa un po' male, amare non stanca, se è amore vero.
E non credo si ami una volta sola, ma credo si ami in maniera diversa, chi passa dalla nostra vita, chi rimane per anni e anni, chi per pochi istanti.
So amare? Sì io so amare, e l'ho dimostrato, e per questo, credo, potrò non pentirmi mai. Per amore, sono stata capace di gioire per notizie che mi avrebbero dovuto fare odiare. Ho esitato, versato delle lacrime, non sempre sono stata in grado di sorridere, ma ho rispettato il mio amore, custodendolo.
Spesso ho protetto quello che non poteva essere protetto, ho difeso quello che non poteva essere difeso, ho baciato una fotografia che doveva essere strappata.
Amo, e adesso che lo so rido, sorrido di nuovo, perchè mentire, in amore, non serve, mai.
Arrivano le conclusioni, i titoli di coda, le pellicole verranno dimenticate, ma di amore ne è passato tanto

You can't hurry love...

mercoledì 9 novembre 2011

Da Roma Sud a Roma Nord... GUIDO IO

Niente navigatore, 4 strade copiate da GoogleMaps, e mi avventuro, per posti di Roma che sinceramente non conosco per nulla, ma che dovrò conoscere.
Non ho molto tempo per pensare, dovendo stare attenta alle strade, ma purtroppo il turbinio, volente o nolente inizia, e lo riesco a fermare solo per guardare che stia prendendo la strada giusta.
Sarà stato allora il turbinio a farmi saltare la traversa che mi avrebbe portata a 200mt dalla destinazione e a farmi perdere per circa 10Km dai Parioli a Tor di Quinto?
Riesco a pure a vedere un cartello con la scritta ROMA e la linea trasversale rossa che indica la fine della città. O mio dio! Avevo le lacrime agli occhi, considerato che i cartelli dopo erano Cassia ss2, e A1 Firenze. Mi salva una pompa di benzina, con un figo in motorino che mi scorta fino a farmi ritrovare il percorso segnato, e poi un tassinaro eccezionale, che mi ha accompagnato fino al ponte Duca D'Aosta, perchè chissà dove ero altrimenti...
Il ritorno, coi mezzi, nell'ordine Tram, Metro, e Bus, della durata di 1h e 15 minuti, invece mi permette di fermarmi a pensare, ma sto agendo nel modo giusto?
C'è un modo giusto per affrontare questa cosa? Credo di no, non esiste, ma io? 
Io credo che questo sia l'unico modo, per finirla questa storia qui, per evitare di continuare ad abusare di questa droga, e quindi questa è l'overdose finale. E' un paradosso lo so bene, è  un paradosso grandissimo, e nessun essere umano con un normale cervello, l'avrebbe pensata, ma a mali estremi.
Un giorno, "Dio solo sa quando", finiremo, e la distanza avrà assolto il suo compito ingrato o forse questa volta grato. La cosa bella è che tra il turbinio, c'era anche quella promessa di una visita, e questo sì che mi fa sorridere tanto!
Perdersi, serve? Oggi forse no perchè mi ha fatto pranzare alle 4, ma in genere, si bisogna sempre perdersi per ritrovarsi.

martedì 8 novembre 2011

Nuova stanza...

Pensavo non sarei riuscita a chiudere occhio ieri sera.
Pensavo che un altro trasferimento, un'altra destabilizzazione mi avrebbe procurato pensieri.
Ero convinta, che l'idea di trovarmi un una nuova casa mi avrebbe comunque turbata, almeno la prima notte, mentre mi preparavo, pensavo a tutto quello che mi destabilizza per adesso, ad una partenza che vorrei arrivasse domani stesso, a che fare con l'Università, a gelosie sedate, al trasferimento del piccolo uomo di casa, pensavo ad una persona che vorrei vedere subito, a mia madre e mio padre tornati sposini, e potrei andare avanti per molto, invece, sotto le coperte, con la tv accesa,  mi sono sentita rilassata. Dopo tanto tempo!
Certo ho pensato, e le immagini che mi accompagnano, prima di prender sonno, sono passate, però velocemente, e tinte di rosa.
Una bella sensazione che mi ha accompagnata tutto il giorno, voglia di fare, di migliorare in tante cose, e nonostante, la pioggia battesse, sempre più forte, oggi era tutto soleggiato e ridente per me.
Mi sono svegliata bene, molto bene, adoro questa casa, mi rispecchia, sento di aver scelto bene.
Chiaruzza, Roma per questi ultimi giorni sarà ai tuoi piedi, sento che questa città mi darà quello che ancora non mi ha dato, sento che, questa volta, stare qui sarà il posto giusto, anche se mi mancano tante persone. Penso ai fine settimana di questo mese, che saranno costellati dalle persone che amo, o quanto meno da quello che amo fare, Leo, weekend relax in toscana con i miei, e la visita sperata delle mie gioie, e magari un'altra...
Esaltazione della Serenità o forse è questa la Felicità? Andare a dormire, e pensare che tutto è bello così, fare solo bei pensieri, guardare una foto e sorridere, e aver voglia di vedere subito una persona, ma gustare il sapore dell'attesa, il dolce sapore dell'attesa.
E adesso tra le miei coperte colorate, e la mia stanza rossa, con accanto un vocabolario che amo, mi addormento.

venerdì 4 novembre 2011

Una passione...

Nella mia petulanza, una cosa ho sempre amato, il palcoscenico, all'età di 6 anni, in primina, inscenai la soap opera "Topazio", facendo "partorire" un palloncino alla malcapitata compagnetta. Decantavo le favole a cena, in piedi sopra la panca, imitando toni di voce, e facendo più parti. Così forse era iniziata, quella passione. Recite alle scuole elementari, e quando capitava che non ero la protagonista, succedeva la tragedia, cosa che forse è successa solo una volta.
Poi in terza liceo la svolta, Edipo Re, ed una persona mi aprì gli occhi sul magico mondo del teatro, per la prima volta non vedevo soltanto una tragedia, ma ne facevo parte. Corifea, martoriata dalla peste, era quello il mio ruolo, tragico drammatico, dove mi "abbandonavo" a terra strisciando ed esprimendo il mio dolore. Le prove, le ore passate a preparare i costumi, il trucco, lo ricordo come uno dei periodi più belli, dove anche l'esame di maturità passava in secondo piano, quando c'erano le prove. Tutto girava intorno a quello spettacolo,a quelle lacrime di disperazione che dovevano uscire. E ricordo come uscirono bene, e come sembravano talmente reali che il nostro regista mi abbraccio, dicendo che c'ero riuscita. Poi iniziò l'università, e ricordo quel gennaio, il tentativo abortito di quel provino, quegli appunti di dizione, e continuare con le Nuvole, con il mio vecchio liceo, e la nostalgia avanzava, era tanta, troppa forse, per non aver fatto quello per il quale avrei dovuto combattere.
Poi ricordo, quell'estate una proposta, Tournè? Sì, sì e ancora sì! Pirandello in giro per la Sicilia, "Così è se vi Pare", dove il ruolo della petulante Dina, mi calzava a pennello. In giro per la Sicilia, alla scoperta delle Madonie, e di agriturismi a dirla tutta ;), con il mio vestito a fiori e quelle scarpette bianche, con l'insolenza di chi pensa di stare recitando nei migliori palchi del mondo.
Poi arrivo quel periodo, quello buio, quei tre anni che preferisco non ricordare, e di cui per fortuna, oggi ho pochi ricordi, dove abbandonai tutto, dove avere interessi e passioni non era ammesso.
Ricordo quel ruolo, Medea, che studiai a memoria, ricordo i copioni di tragedie greche, che leggevo ad alta voce, e sentivo, parola per parola dentro di me. Ricordo, un tentativo di mettere su una commediola moderna, con una compagnia di giovani, ma ricordo che l'inerzia ebbe il sopravvento.
Ricordo adesso, dopo qualche anno, di come provare, studiare mi animava, di come sentivo dentro qualcosa, e magari non ero così brava, come ho sempre pensato, ma mi sentivo viva. E come mi disse quella persona, che il teatro me l'ha fatto sentire, amare, e sperimentare, quella persona che non ti obbligava a recitare come voleva lui, ma che cercava di trovare quello che più calzasse a ciascuno di noi, lasciandoci scegliere, "perchè non ritorni, tu sapevi osare".
E mi passano i flash, di quelle decine di recital, che insieme abbiamo fatto, di quelle poesie decantate.
Non ha più senso ritornare adesso, ma è giusto ricordarti mia cara passione, perchè forse, è anche merito di questo fuoco, se sono come sono, e sinceramente non penso poi così male.
E allora ricorderò quella tebe insanguinata, dove strisciavo urlando, dove esisteva un mondo e un modo, per scacciare e vivere le paure diversamente. Dove Dina, poteva avere le guance rosse ed il vestito a fiori, e ridere spettegolando. Dove le poesie di Quasimodo, erano accompagnate da tristi note di una chitarra acustica.
Quel periodo è parte di me, ed anche una delle migliori...

giovedì 3 novembre 2011

Jane Austen

Dopo le favole, cosa ho amato di più da leggere? Cosa tengo da quando ne ho memoria sul mio comodino? Quale libro leggo una volta all'anno forse più?
Il mio vero manuale d'amore, Orgoglio e Pregiudizio, e con lui tutte le opere della mia adorata Jane. Troppo romantica?
Forse si, ma anche pragmatica, decisa, civettuola quanto basta. Come ci permettiamo di definire fiction, di adesso innovative, se conosciamo Jane? 
La mia idea di paradiso, è poter essere stesa su un prato inglese, leggermente bagnato, con una scatola di ciambelle, un Frappuccino, ed Orgoglio e Pregiudizio tra le mani, e leggere, leggere e leggere!!!
Il mio uomo ideale? Mr Darcy, che domande, uguale, deciso, forte, orgoglioso ma umile, che si sa abbandonare all'amore, per quanto io sia molto diversa da Lizzy, nel carattere, ma uguali nelle idee. Visitando l'Inghilterra, quello che mi emoziona di più, dopo Londra, è vedere quei posti che Jane descrive. 
Jane, la chiamo per nome, perchè sento di sentire quello che sentiva, quella che è la sua storia.
E' strano come un libro racchiuda in sé tutte le risposte. 
"Mai aveva sentito così chiaramente di poterlo amare, come ora che tutto l'amore era vano"

L'ultima volta che ho riflettuto seriamente su questa frase era il 2008, ricordo bene quel giorno, il giorno della consapevolezza. E tutto quello che seguì, adesso che lo vedo in maniera diversa, mi do della matura, penso di aver agito bene, come Lei, come avrebbe fatto Jane, come lei avrebbe raccontato nella lettere alla sorella.
Lei, che decantava l'amore, non si sposò mai, rinunciò al suo amore, e in una scena finale di un film, che parla della sua vita, lei saluta il suo amore, gli sa dire addio, e sa vivere.
Amare non significa smettere di vivere, per soffrire, non significa accontentarsi di sopravvivere. Amare è sublime, significa anche odiare non tollerare, non è l'ipocrisia di un sorriso perpetuo. Amare significa porre l'altro sopra ogni altra cosa, e prendersene cura, amare significa anche avere il coraggio di evidenziare sbagli.
Amare come ha fatto lei, è questa tutta la differenza, tra l'amore adolescenziale, quello senza il quale si soffre, il cuore sembra preso a morsi, e quello maturo, che continua a vivere, e  a godere di ogni profumo e ricordo.
Differenza tra Giulietta, e Lizzy ( o qualsiasi personaggio di Jane), mai e poi mai rinuncerebbero alla loro vita, per amore.
Mi sento strana con queste nuove consapevolezze, ma credo di essere cresciuta, e non mi sembra quasi vero, ma so che sto meglio, e che anche tornare a Roma, mi pesa meno del solito, forse perchè vedo la fine, forse perchè so che non è per sempre, forse perchè so che c'è uno obbiettivo dopo, c'è una soddisfazione, qualcosa in cui l'amore è solo un dolce contorno, e non il punto focale...

Jane, alla fine grazie, per aver fatto sì che nella mia vita, grazie a quel romanzo che mia madre mi mise in mano, non so quanto tempo addietro, e a tutti quelli che seguirono, che i miei sogni non finissero, mai...


martedì 1 novembre 2011

La notte dei fantasmi...scacciamoli con un mojito.

Notte di Halloween, festa che non ci appartiene per cultura e tradizione, ma che diventa occasione di festeggiamenti, valvola per dare sfogo alle nostre fantasie macabre, per prendere in giro, forse, quello che ci fa più paura.
Io sono una principessa, questo dovreste saperlo se seguite questo blog, ma vestirsi da tale, in questa occasione, poteva risultare fuori luogo e tema. E così ho pensato, ma cosa è che fa "svestire" noi principesse, cosa è che delle volte ci porta a gettare la spugna? L'arrivo del tanto atteso Principe Azzurro!
L'arrivo del suddetto Principe, è costellato, spesso, anzi sempre, da una fonte inesauribile di situazioni tragicomiche, isterismi, e nervosismi. I finti Principe, che spesso per quanto carini non sono altro che ranocchie o rospi, delle volte ci portano a perdite di peso, o a ingerire compulsivamente tutto quello che capita a tiro, perdita di capelli e diottrie, pruriti ed eczemi vari, lacrime di gioia e risa snervanti, alterando completamente il nostro equilibrio psicofisico.
Per questo motivo, ho deciso di vestirmi da PRINCIPESSA ZOMBIE, che a forza di aspettare il principe azzurro crepa e diventa putrefatta...
Nel mio periodo di serenità, dove l'approccio ai ricordi è differente rispetto a prima, dove non li vivo con nostalgia, ma prendo solo il buono di questi, dove ho liberato quello che sento, senza paura di ammetterlo, c'è ancora un ricordo, del quale,spesso, mi vergogno, una sera che faccio spesso finta, che non sia mai esistita.
E' Halloween, e i fantasmi a mezzanotte appaiono, mentre ridi, vestita in maniera ridicola, ma fiera come chi, se ne frega, perchè l'IRONIA è stata, l'arma più preziosa che abbia mai posseduto, arrivano con giacca blue e pochette, e ti riportano indietro di qualche anno.
Che stranezza, mi ha solo fatto un po' di tristezza, forse neanche quello, avrei voluto parlare, magari dire qualcosa, dire che sono cresciuta, invece ho evitato, ho continuato la mia serata, come?
Di corsa al bar, "Un Mojito grazie", e sì menta e lime, e quella sera ritorna dove è, dove è giusto che sia, nel cassetto degli sbagli, proprio sul fondo. Una persona mi ha detto "ha comunque contribuito a renderti la meraviglia che sei", l'affetto detta questa frase, io è una delle pochissime cose che non rifarei, che se tornassi indietro eviterei come la peste. Ma c'è quel mojito, la musica italiana, e le persone che per me contano di più, ed è questo che per conta, sopra ogni cosa.
Continua la mia serenità, la leggerezza di spirito che da un pò mi caratterizza, e rivedo lo sguardo fiero dei miei amici, finalmente, che non devono tirarmi sù da niente.
Forse non sono proprio una Principessa Zombie, forse anche se quel principe mi ha fatto diventare verde, in realtà resto la solita, fiera Chiaruzza, quella che ride, quella che da il meglio di sé agli altri, ed è così che voglio restare, per molto, molto molto tempo ancora.
Halloween è finito i fantasmi sono ritornati al loro posto, e l'anatema è stato... UN FANTASTICO MOJITO!