Una strada di campagna scorre veloce, curve e tornanti ci avvolgono, io guardoquesto paesaggio visto poche altre volte, ed un infinito campo di girasoli rapisce la mia attenzione. Parcheggi e scendiamo, ci facciamo cullare da una leggere brezza e passeggiamo, lungo quei girasoli che guardano, imperturbabili tutti da una parte sola, mi prendi in giro e mi dici "sono alti quanto te", io sorrido, perchè ti sorrido sempre, le nostre mani stanno sempre intrecciate, non ci riescono a stare separate. Vediamo una casa in lontananza, e tu mi dici "la compriamo", io sorrido, anche sta volta, mi chiedi perchè lo faccio, e io ti rispondo che mi rendi felice. Dopo tanto camminare, e discutere di noi, di come stiamo bene, arriviamo ad un prato. Apro la mia coperta a scacchi, esci le cose da bere e da mangiare dal cestino, ieri mi avevi chiamato con questa idea. Sopra di noi c'è un cielo limpido, celeste chiaro, alle nostre spalle una bellissima montagna, e ai nostri piedi un campo di girasoli. "Cosa ti manca?" "il mare" rispondo io" ma con te vicino posso anche farne a meno". Finalmente mi baci, ed il tuo bacio è esattamente come lo ricordo, morbido, avvolgente, colmo di desiderio. Ci stendiamo l'uno vicina all'altra, e guardiamo quello spettacolo della natura. Ancora una volta siamo io e te, fuori dal mondo, lontani da tutto e da tutti, dai nostri ingombranti passati, che diventano presenti quando non ce lo aspettiamo.
Io sorrido, e tu sei li, come ti ho sempre voluto. Stanno passando ore, forse minuti, il tempo non esiste quando sto con te, come smettono di esistere le convenzioni sociali e le definizioni, "noi cosa siamo?", "noi siamo noi", è la tua pronta risposta, e continuiamo a baciarci.
Noi insieme stiamo bene, ed il sole inizia a calare, ci affrettiamo alla macchina, e mi baci ancora, e ancora e ancora. Non ho parlato tanto oggi, quando sto con te mi piace più ascoltare, ed è strano, perchè tutti sanno quanto io parli, e forse lo sanno tutti tranne te. La tua solita domanda "ma non si sta proprio bene insieme io e te?", e la mia solita risposta "sì, stiamo bene". La statale corre veloce, ti chiedo di andare piano, e lo fai, mi guardi e dici "non avere paura", la nostra canzone suona, e io ti arruffo i capelli.
Adesso sento un rumore, il mio cane che gioca con la scodella di acciaio ed io sono ancora qui, sotto le coperte con un'influenza che non passa e quel prato, quella montagna, quei girasoli, erano solo un sogno, come noi del resto.
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